Arturi (Gazzetta): "Il calcio femminile è bellissimo, crescerà ancora. Italia indietro rispetto al resto d'Europa"

Sulle pagien de La Gazzetta dello Sport, Franco Arturi ha parlato così del calcio femminile: "Perché il calcio donne è bellissimo, entusiasmante. Le protagoniste di spicco sono di gran livello e cresceranno ancora. Il clima è di stato nascente, un innamoramento che a livello internazionale è già diventato amore su basi solide: spero che si radichi anche in Italia, dove per ora tuttavia i numeri delle praticanti sono di una modestia assoluta rispetto non soltanto ai maschi (meno del 2% nel nostro Paese), ma anche ai numeri femminili nel resto d’Europa e del mondo: siamo surclassati da tutti. Motivo? Ritardo culturale e di costume e una massa di pregiudizi. È bellissimo constatare, e lo avete letto su queste pagine di recente, quanti veri personaggi giocano nella nostra Nazionale e nel campionato: persone entusiaste, colte, generose. La generazione di Sara Gama e Barbara Bonansea ha per fortuna grandi modelli in chi le ha precedute e che spesso oggi le allena. Parlo delle Carolina Morace, delle Patrizia Panico, delle Milena Bertolini. Il loro percorso è stato tutto in salita e lo è ancora, nonostante tutto.
Giusto ricordare che le stesse difficoltà sono affrontate dalle cestiste, dalle rugbiste e in generale da tutte le atlete di sport di contatto, erroneamente definiti «maschili». Molte persone che hanno a cuore le sorti del calcio donne nel nostro Paese si lasciano sedurre dalla falsa pista del professionismo che sarebbe proibito alle donne e ne fanno una battaglia di genere. Ma, almeno in questo, non esiste alcuna preordinata discriminazione: anche i pallavolisti, i rugbisti, i pallanotisti e i maschi di tante altre discipline sono fuori dal professionismo. La legge 91 ha certamente bisogno di una rinfrescata, ma le tutele sindacali delle calciatrici (e di tutte le loro colleghe di altri sport) devono essere assicurate da norme e regolamenti che è possibile varare qui e ora: contratti depositati, fidejussioni per coprirli, diritto all’assistenza medica. La battaglia è questa, senza fughe in avanti, ma l’obbiettivo numero uno è lavorare sul reclutamento e avvicinare il maggior numero possibile di bambine al calcio".