SOTTOBOSCO - Il congedo di Allegri e la svolta imposta da una società rivoluzionaria. Si va verso un allenatore con un'idea di gioco diversa. Nedved e Paratici pensano a tre ingredienti per far lievitare la Juve in Europa...

19.05.2019 15:55 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Il congedo di Allegri e la svolta imposta da una società rivoluzionaria. Si va verso un allenatore con un'idea di gioco diversa. Nedved e Paratici pensano a tre ingredienti per far lievitare la Juve in Europa...

L'intera Juventus schierata davanti ai giornalisti. Una conferenza stampa segnata dalla commozione del presidente Agnelli e di Max Allegri. Un  confronto che ha restituito al tecnico livornese una fragilità bella ed insospettabile. Un po' tutti abbiamo dimenticato che guidare la Juventus rappresenta una fatica di Sisifo. Anche se vinci. Anche se in cinque anni riesci a mettere in bacheca 11 nuovi trofei. Per farlo devi avere spalle larghe. E (come è accaduto) può non bastare 

Agnelli ed Allegri sono sembrati due amici che tali resteranno: dispiaciuti di doversi lasciare. Ma consapevoli di doverlo fare per il bene della società. Alla Juventus, ha rammentato Agnelli, nessuno è indispensabile. Passano i giocatori, gli allenatori, i dirigenti, i presidenti: non “passa“ la Juventus. 

C'erano tutti alla conferenza stampa d'addio di Allegri. Tutti tranne Pavel Nedved: ufficialmente per impegni all'estero . 

Ai piani nobili della società, la sconfitta contro l'Ajax non è stata digerita.

Cito un passaggio del fondo di Mario Sconcerti su “Il Corriere della Sera“ che mi sembra esemplare. Scrive Sconcerti: “Alla Juve, oggi vincere non basta più, non porta valore al marchio. Serve lo spettacolo, comunque sia. Allegri è un po' fermo al vecchio calcio, quello in cui basta vincere. Per fare soldi oggi devi essere un esempio nel mondo: altrimenti resti un povero miliardario”.

 Sconcerti segnala i “pericoli“ nei quali la Juventus  potrebbe incorrere.

Cambiando, potrebbe esporsi a qualche intemperia. Ma è una società che ha rivoluzionato il suo logo sposando la internazionale doppia J. E' la società che recentemente si è data “all'ippica“ per poter “sfondare” su alcuni mercati poco intrigati dalla maglia tradizionale. Questa società non avrà timore di mettere sotto contratto un allenatore che abbia una idea di gioco diversa da quella di Allegri.

Qualcuno si attaccherà agli amuleti. L'ultima volta che è accaduto (gestione Maifredi e relativo calcio champagne) la Juventus rischiò la retrocessione.

Servirà individuare l'allenatore giusto.

O un allenatore da “formare“. Come è successo con Conte e in parte anche con Allegri. E in questo caso i segnali portano a Simone Inzaghi.

Oppure un allenatore di grande nome. Ma Guardiola e Klopp sembrano al momento non raggiungibili. Al momento .

Conte? Agnelli si è ben guardato dal nominarlo in conferenza stampa.  Eppure se Allegri ha potuto vincere subito, lo ha fatto anche grazie al lavoro del fumantino salentino.

Simone Inzaghi piace. E il suo approdo a Torino potrebbe riaprire la pista Milinkovic Savic. Del resto a differenza di Allegri, l'idea di rafforzamento di Nedved e Paratici passa  attraverso tre soli ingredienti da aggiungere ai Ramsey e ai Romero: un difensore, un centrocampista, un attaccante. Uno dei tre potrebbe essere Higuain se il Chelsea non lo riscatterà. Uno potrebbe essere il serbo se  Lotito abbasserà le pretese. Il difensore, nonostante la concorrenza, potrebbe essere De Ligt .

Giocatori in uscita? E' presto per dirlo fino a quando non ci sarà un successore sulla panchina di Allegri. Gli altri nomi ? Tutti gli italiani sono “attenzionati“ . Uno, forse due, potrebbero arrivare.