L’obbligo di superare il proprio limite e la lezione di Allegri. Il Porto non è decisivo per Pirlo, ma per la Juve sì

09.03.2021 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
L’obbligo di superare il proprio limite e la lezione di Allegri. Il Porto non è decisivo per Pirlo, ma per la Juve sì
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Eccola lì, la partita da cui dipende una stagione. La prima, vero, da dentro o fuori in tutti i sensi. La Juve di Andrea Pirlo è chiamata all’esame Porto, ma soprattutto all’esame di se stessa e di quel che è diventata nel tempo che è passato. Ha già dimostrato di saper reagire; anche di saper fare grandissime gare a livello europeo, vedasi Barcellona. Non è squadra dalla grande continuità e si è capito, ma da grandi serate può esserlo. Contro i lusitani, servirà quello che quasi mai è riuscita a essere in questa stagione: una squadra che fa la partita. Nel senso che la controlla, la gestisce, la domina, la porta a casa. Non è questione di (presunto) bel calcio e (immaginifico) bel gioco: il Porto parcheggerà il pullman, pochi dubbi. I ragazzi di Conceicao hanno qualità, ma soprattutto mettono in campo agonismo: si è già visto all’andata. Ricordano, in questo, una grandissima come l’Atlético Madrid di Simeone. Non è una partita nella quale puoi aspettare uno spazio che non arriverà mai se non te lo crei, anche se la pazienza servirà, e in questo la Juve è chiamata non tanto a superare i Dragoni, quanto ad andare oltre il proprio limite principale. A proposito, visto il richiamo al Cholo: l’arbitro, come noto, sarà lo stesso del 3-0 firmato Massimiliano Allegri. Una delle migliori gare giocate dalla Juve nell’ultimo decennio; una partita pazzesca non solo per la rimonta, ma per come è arrivata. Un piccolo capolavoro tattico, preparato nel più minimo dettaglio: una telefonata per chiedere un consiglio non sarebbe male.

Prima della gara, è stato chiesto a Pirlo se da questa gara dipenda la sua panchina. Ecco, è una domanda legittima, forse pure inevitabile, anche se magari non troppo simpatica. Ma di domande simpatiche se ne hanno pieni i capelli. Comunque, il tecnico l’ha dribblata, ma in sostanza la risposta si può immaginare sia no, pur se come scritto in passato parliamo di un banco di prova non da poco. Comunque vada, Pirlo sarà in panchina mercoledì: a Torino sapevano dei rischi, li hanno messi in conto. Poi, certo, a fine stagione le somme si tireranno. Ma nel frattempo è una gara decisiva per la Juve, più che per il suo allenatore: perché il campionato è sostanzialmente andato e l’obiettivo è chiaro. E perché finire fuori dalle migliori otto d’Europa, per il secondo anno di fila, sarebbe un passo indietro gigantesco, per quanto in una stagione maledetta e frenetica come questa. Specie per chi, nel panorama preoccupante e pure stimolante che ha disegnato Agnelli da presidente dell’ECA, ambisce a essere tra le guide del calcio del futuro.