BIANCA(NERA)NEVE

Once upon a time there was a king....Sì, questa volta era un re, era proprio un re.
Era una fredda notte d’ estate del 1897 : fiocchi bianchi di pioggia cadevano volteggiando dal cielo come piume leggere ed una regina sedeva ricamando accanto alla finestra aperta, appena chiusa. Mentre così se ne stava ricamando, si punse un dito con l’ ago e tre gocce di sangue nero come un turchese giallo, caddero sul bianco manto di pioggia innevato. Tanta era la bellezza di quelle striscioline nere sul bianco immacolato che la regina pensò “ Oh, se potessi avere una bella squadra dalla maglia bianca come la neve e le strisce nere come l’ebano…” Poco dopo nacque una piccola squadretta a cui venne dato il nome di Juventus Bianca(nera)neve. Ed il tempo passava e la squadretta cresceva, e cresceva, e cresceva….sempre più bella, sempre più desiderata.
Ma un brutto giorno il re morì e Bianca(nera)neve passò sotto la tutela della matrigna Elkana. Costei era bella e ricca, ma anche molto crudele e gelosa, e non poteva tollerare neanche il pensiero che esistesse al mondo una squadra più bella della sua altra figlia Ferrari . Possedeva uno specchio magico e tutti i giorni lei chiedeva : “ Specchio, specchio del mio sultanato, chi è la più bella del campionato ? “ Finora lo specchio aveva sempre risposto secondo le sue aspettativa, ma un bel giorno , lo specchio rispose “ Mia regina, la Ferrari è sempre bellissima, ma Bianca(nera)neve è più bella di lei “.
La regina non poteva tollerare questo affronto e così si accordò con il re dei Ratti e convocò il guardiacaccia Tronchetto a cui disse “ Devi portarla nel tuo bosco di intercettazioni e ucciderla. Poi porterai al tuo tiranno Ibrahimovic e Vieira come prova della sua uccisione “ Il guardiacaccia condusse Bianca(nera)neve nella foresta di B, ma, al momento di ucciderla e seppellirla nella zona C o D, non ebbe il coraggio di farlo o non ne fu capace. Bianca(nera)neve vagò sperduta per Crotone, Frosinone e Albinoleffe, nutrendosi di Giovinchi, Palladini e Marchisio e bevendo sorsi di Ceglie.
Bianca(nera)neve corse a perdifiato nella foresta della serie B finché all’inizio dell’estate arrivò ad una nuova casetta sulla cui porta vi era una grande insegna : New Holland. Entrò e capì che ci viveva qualcuno. C’erano infatti 17 sedie, 17 magliette piegate e stirate, 17 paia di scarpe con 17 paia di calze, con polvere e ragnatele un po’ dappertutto. La fanciulla si accorse di essere passata dai Dechamps d’erba ai Ragnieri che tessevano la loro tela facendo strani versi in lingua inglese. Si accorse anche che la casa era ormai invasa dai topi, grossi ratti che divoravano di tutto, incuranti del disastro che stavano provocando, sotto la guida di un Mu riccio venuto dal paese degli aranci.
Su ciascuna sedia vi era inciso un nome : Buffonolo, Zebinolo, Chiellinolo, Giovincolo, Marchisiolo, Palladinolo…e così via. “ Che strani nomi…” pensò Bianca(nera)neve. Poi, siccome era molto stanca, si addormentò. Gli abitanti della casa erano un gruppo di nanetti che lavoravano nella miniera di diamanti e ne traevano cospicuo guadagno. Rientrando trovarono Bianca(nera)neve e la ospitarono, raccomandandole di essere molto prudente per via dei ratti cattivi. Per Bianca(nera)neve cominciò un periodo sereno, con amici vecchi e nuovi, ed a contatto con le coppe che contavano. Ma un brutto giorno la regina cattiva chiese di nuovo allo specchio chi era la più bella del reame e lo specchio rispose “ Al di là delle sette risaie vercellesi, ai piedi dei sette monti delle Alpi, nella casetta della New Holland, vive ancora Bianca(nera)neve che è la più bella di tutti “.
La regina decise di uccidere definitivamente Bianca(nera)neve. Prese un Melo sul monte Corvino , lo immerse nel veleno magico dei fischietti e delle bandierine, si trasformò in un vecchio allenatore che digrignava i denti e si presentò a Bianca(nera)neve dicendole che voleva portarla alla Champions League. Con le sue frasi melliflue ed i suoi gesti a dita incrociate convinse la candida Bianca(nera)neve delle sue capacità. Poi le offerse del Melo, Del Pero, De Ceglie, innaffiandoli con una bottiglia di Blanc e Sec ed un Amauri palermitano. La povera fanciulla cadde a terra addormentata , sembrava morta.
Gli stessi 17 nani, convinti che ormai fosse morta, non lavoravano neanche più e pensarono di seppellirla in una bara di cristallo, perché tutti ne vedessero la bellezza rimasta intatta. Per molte giornate Bianca(nera)neve resta vegliata dai nani, con la porta aperta, e tanti venivano e facevano razzia di tutto quello che trovavano, senza che i nanetti, caduti nell’ignavia, opponessero resistenza. Finché un giorno arriva il principe Andrea su una Lancia Phedra nera che la vorrebbe portare nel suo castello per poterla ammirare ed onorare per tutta la vita. Quando la vide capì che era proprio quella signora che aveva incantato il cuore del nonno ed ora era morta. Mestamente il principe sollevò il coperchio di cristallo per dare un Robben ed un Dzeko al suo amore perduto. Immediatamente Bianca(nera)neve aprì gli occhi e sorrise : quel primo regalo aveva spezzato l’incantesimo. Così il sogno che un giorno aveva confidato al pozzo dei desideri divenne realtà. Il principe la fece salire sulla sua Lancia e partì con lei verso il palazzo della Champions tra le nuvole dove vissero, per sempre, felici e contenti, tra lo scorno di tutti i diavoli e dei ratti della terra.