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Galia ricorda la Coppa Italia del '90: "Il mio gol piegò quel Milan stratosferico, la morte di Scirea ci fece compattare. Pronostico? Punto tutto sulla fame della Juve"

08.05.2018 09:00 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Galia ricorda la Coppa Italia del '90: "Il mio gol piegò quel Milan stratosferico, la morte di Scirea ci fece compattare. Pronostico? Punto tutto sulla fame della Juve"
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© foto di Federico De Luca

Domani sera allo stadio Olimpico di Roma, Juventus e Milan si troveranno di fronte in finale per la quarta volta nella storia della Coppa Italia. Il bilancio sorride ai bianconeri che si sono aggiudicati la vittoria nel 1990 (0-0 a Torino e 1-0 a Milano) e nel 2016 (decise un gol ai supplementari di Morata), mentre nel 1973 sono stati sconfitti solamente dopo i calci di rigore. La nostra redazione ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'attuale allenatore degli Juniores del Como e protagonista indiscusso del successo di San Siro di ventotto anni fa, Roberto Galia:

Juventus-Milan, che partita sarà?

"Le sensazioni sono buone, la Juventus non arriva in condizione ottimale dal punto di vista fisico ma sta molto bene mentalmente. Il Milan potrebbe essere un po' più brillante e vorrà sfruttare un po' di appagamento che c'è nell'avversario, i bianconeri però sono superiori dal punto di vista qualitativo. Staremo a vedere quel che succederà".

Il Milan avrà qualche motivazione in più perchè la Coppa Italia è il trofeo che potrebbe salvare una stagione negativa.

"Sì, il Milan è in lotta per andare in Europa League e un trofeo blasonato come la Coppa Italia potrebbe salvare la stagione. Però, sinceramente, io punto sulla Juventus e sulla sua fame di vittoria che fa sempre la differenza".

Che ricordi hai della finale del 1990 che venne decisa proprio da un tuo gol?

"Ricordo un'ottima partita all'andata e al ritorno riuscimmo, con un po' di sofferenza, a conservare il gol di vantaggio e a meritare il titolo. Le due squadre erano agli opposti di adesso, perchè quella Juventus era una squadra che si stava formando e gli obiettivi importanti erano la Coppa Uefa e la Coppa Italia. Attraverso una serie di motivazioni, il nostro gruppo si compattò tantissimo e facemmo due partite importanti contro un Milan stratosferico".

Quale fu quella "serie di motivazioni" che vi spinse a vincere?

"Personalmente, gli ultimi mesi furono molto difficili. La morte di Scirea ci toccò davvero nel profondo e ci fece compattare, l'allenatore (Dino Zoff ndr) rischiò di non esser confermato e il nostro gruppo diede quel qualcosa in più. Il nostro intento era quello di far capire alla società che potevamo vincere anche se eravamo inferiori a quell'avversario, inaspettatamente riuscimmo poi a vincere oltre alla Coppa Italia anche la Coppa Uefa. I tifosi juventini in quegli anni non vinsero molto poi come è accaduto in seguito, ma qualche gioia la regalammo anche noi (sorride ndr)".

Ci puoi descrivere come arrivò il tuo gol?

"Il gol arrivò grazie ad un bel passaggio che mi fece Marocchi, io riuscii ad inserirmi aiutato anche dal movimento di Barros e conclusi di stinco prendendo in controtempo Galli. Era l'anno dei mondiali, l'area era bruttissima e piena di sabbia. Ricordo poi una bellissima parata alla fine di Tacconi, ma alla fine meritammo noi il successo".

Come avete festeggiato la vittoria?

"La festeggiammo tutti insieme (sorride ndr), perchè era qualche anno che non vincevamo più niente. La famiglia Agnelli fu molto contenta di questo successo. Il nostro orgoglio fu quello di battere una grande forza come il Milan nel loro stadio e con il nuovo anello appena inaugurato che portò a tifare 70000 persone. Era la nostra soddisfazione".

Saranno le ultime due settimane di Buffon, Lichtsteiner e probabilmente altri giocatori. Come vivranno i giocatori della Juventus tutto questo?

"A tutto c'è un inizio e una fine. Buffon è stato uno dei portieri migliori al mondo, è giusto che sia così perchè penso sia opportuno dare spazio agli altri. Spero che Gigi possa rimanere nella società per aiutare i nuovi arrivi a capire la mentalità presente nella Juventus. Dispiace tantissimo per Lichtsteiner e per gli altri giocatori che andranno via, ma penso che la società dovrà soltanto ringraziarli per quanto fatto negli ultimi anni. L'allenatore conosce bene l'ambiente e saprà dare nuovi stimoli a chiunque arriverà, un po' come è successo a Douglas Costa quest'anno".

Si ringrazia Roberto Galia per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.