Stefano Agresti: "Juventus prigioniera delle scelte del passato e della sua storia, tutto è in mano a Comolli..."

Nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport, Stefano Agresti sulla Juventus scrive: "La Juve è prigioniera. Prigioniera delle sue scelte recenti, molte delle quali sbagliate: calciatori che sono stati strapagati, hanno fallito e per questo sono diventati quasi invendibili; calciatori che guadagnano troppo rispetto a quanto hanno dimostrato di valere; calciatori di livello modesto per le ambizioni bianconere. Già, perché la Juventus è in qualche modo prigioniera anche della sua storia, che le impone sempre, se non di vincere, quanto meno di lottare per riuscirci. Non sono previste stagioni di transizione quando indossi quella maglia o hai la responsabilità di gestire quella società: devi stare ai vertici ogni volta, senza scusanti, senza attenuanti; una meravigliosa condanna. Perciò, oggi, il mercato della Juve – sofferto, soffertissimo – crea inquietudine e apprensione nel mondo bianconero: come potremo competere con l’Inter che era solida e continua a comprare campioni, Lookman per ultimo; con il Napoli che sta ampliando la rosa con tanti elementi di qualità; con il Milan che deve essere perfezionato ma ha Allegri, dirigenti con le idee chiare e non ha nemmeno le coppe? E poi ci sono l’Atalanta che non sbaglia quasi mai le scelte, la Roma pronta a investire per soddisfare il pressing di Gasperini, il Bologna, la Fiorentina, la Lazio..
Adesso è scivolato tutto nelle mani di Comolli, dirigente giramondo, successore di Giuntoli. Tocca a lui risolvere queste grane, eredità di un recente passato infelice. Il compito non è facile, ma l’uomo che oggi ha in pugno le sorti di un club come quello bianconero deve – dovrebbe – avere capacità, intuizioni e conoscenze per venirne fuori. Partendo dal presupposto che adesso, alla Juve, non è tanto importante chi acquisti, ma chi vendi (e a quanto lo fai)".