CR7 vuol dire punto d'arrivo e ripartenza. Juve, come sei diventata bella

11.07.2018 11:30 di  Edoardo Siddi  Twitter:    vedi letture
CR7 vuol dire punto d'arrivo e ripartenza. Juve, come sei diventata bella
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© foto di Lazzerini

È successo davvero. Cristiano Ronaldo è un giocatore della Juventus. Scriverlo sembra ancora assurdo, eppure in questi giorni non si è parlato d'altro. Sono bastati per superare l'incredulità, ma in realtà quasi nessuno si è ancora reso conto di cosa sia accaduto, stia accadendo e accadrà. Quando si parlava di un giocatore imprendibile si nominavano Cristiano Ronaldo e Messi. Quando si dovevano fare paragoni con i migliori i nomi erano sempre gli stessi. CR7 era quel calciatore perfetto da provare a imitare, sognare, ma immaginarlo con la maglia della propria squadra sembrava troppo persino per un videogame. Invece la realtà ha superato i sogni (per qualcuno gli incubi) e la dirigenza bianconera ha piazzato un colpo dal valore incalcolabile. In termini sportivi, ma non solo.

Di cosa possa dare e cosa darà CR7 alla squadra, al bilancio e all'immagine si è scritto e si scriverà, come sempre incapaci di prevedere cosa realmente succederà, ma il colpo Ronaldo ha anche un altro significato. Alza ulteriormente l'asticella, segna un punto d'arrivo e al contempo un nuovo inizio. Esattamente come hanno fatto e stanno facendo i tanti anni di vittorie.

Sette anni fa, la Juve riceveva il rifiuto di Di Natale e in avanti puntava su  Pepe, Matri, Vucinic. Giocatori che hanno fatto la storia del club, ma nomi ovviamente diversi da Cristiano Ronaldo. Lui è il simbolo della crescita pazzesca e impressionante del club bianconero, di cosa la Vecchia Signora sia tornata ad essere. Una grande d'Europa, ammirata e rispettata e scelta dal più affascinante, dal migliore, per il suo ultimo ballo. Il suo ultimo grande show. E nel suo caso, ovviamente, ultimo non fa rima con decadente. La vecchiaia è ancora molto lontana per uno come  CR7 che arriva affamato di vittorie. Perché per lui la sconfitta non esiste.

E adesso la Juve si guarda allo specchio e si ricorda il riflesso di sette anni fa. Si ricorda cosa aveva dentro e cosa voleva diventare, con davanti una marea di ostacoli e difficoltà. Adesso è più bella che mai.