Dante Cudicio a La Stampa: "Ho parlato mezzora, ma sono rimasto solo"

L'unico voto pro-competenza del Consiglio Federale spiega come è andata durante la riunione di ieri.
19.07.2011 21:30 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Fonte: di Guglielmo Buccheri per "La Stampa"
Dante Cudicio a La Stampa: "Ho parlato mezzora, ma sono rimasto solo"
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© foto di Federico Gaetano

In un intervista rilasciata oggi a La Stampa l'Avvocato dell'AssoAllenatori e membro del Consiglio Federale Dante Cudicio, unico che ha votato sì per la competenza del Consiglio per la possibile revoca del titolo del 2006 assegnato a tavolino all'Inter, ha spiegato alcuni retroscena che hanno portato alla decisione di "incompetenza" dichiarata dal presidente Figc Giancarlo Abete.

Ecco il testo intergrale.

Venti consiglieri contro uno. Avvocato Dante Cudicio come si vive da separato in casa?
«Credo che essere coerenti con le proprie idee sia uno dei valori più importanti. Ho votato contro la delibera del consiglio perché
resto convinto che avremmo potuto dichiararci competenti sul tema della revoca o meno dello scudetto del 2006».

Una convinzione che non ha trovato alleati...
«La mia è una posizione supportata da una tesi giuridica. C’è una legge, la 241 del ‘90, che precisa come anche un atto come un semplice comunicato stampa costituisca un provvedimento amministrativo e, quindi, revocabile dal governo del calcio...».
Lei è un ex allenatore?
«Ho guidato quindici o sedici squadre a livello dilettantistico e continuo, in parte, a farlo anche oggi».
Il suo presidente di categoria Renzo Ulivieri non ha mai avuto dubbi nel dichiararsi incompetente in quanto non giudice...
«Ognuno è libero di pensarla come crede. E, comunque, sarebbe stato gravissimo se per il caso in questione fossimo stati obbligati a seguire le direttive dall’alto».
Nessuna pressione, quindi?
«Nessuna.Mi aspettavomaggior presa di coscienza da parte degli altri consiglieri, ma, evidentemente, la linea politica era un’altra».
Ora che il suo voto contrario è risultato l’unico, si sente isolato?
«Assolutamente no. Quando hai la coscienza a posto e, soprattutto, motivazioni giuridicamente valide per sostenere le tue posizioni, non vedo perché dovrei preoccuparmi».
Ha provato a convincere i suoi colleghi?
«Ho parlato per oltre mezz’ora e, attorno a me, c’era un gran silenzio: nessuno mi ha interrotto e, alla fine, credevo che la mia tesi trovasse maggior seguito. Non è stato così...».