Villa a Gazzetta: “Capisco Motta ma andava gestita meglio, ho detto no alla Juve”
Renato Villa a Gazzetta: "Giocavamo un’amichevole a Bologna proprio contro la Juve. In tribuna c’era Boniperti, Marocchi e Maifredi erano ancora con noi. A fine gara, era la Juve di Ian Rush, il nostro presidente Corioni mi si avvicina. Aveva appena parlato con Boniperti…Senti Rena, Boniperti mi ha detto cinque minuti fa che ti vuole portare a Torino. Adesso, subito, per il mercato di gennaio”. E io, lasci stare pres. Pres, gli ripeto una seconda volta: lasci stare. Io alla Juve non ci voglio andare. E lui: “Senti Renato, domattina vieni in sede, ci vediamo nel mio ufficio e ne parliamo. Boniperti insiste…”. La mattina dopo vado e parliamo abbastanza a lungo.Non so in quanti l’abbiano detto, qualcuno ci sarà stato. Io l’ho fatto. Presidente, ho detto a Corioni, ringrazi Boniperti ma io una città come questa non la lascio. Mi ha dato tutto e non la lascio.
Su Motta: "Motta è troppo ambizioso per poter dire di no alla Juve, ci sta anche questo nella vita di un allenatore. Gigi non seppe rifiutare perché ha sempre provato una grande ammirazione per la Juventus. Chi lo contesta da quel punto di vista ha ragione.
Serviva molta chiarezza prima, anche da parte della società. Magari avrebbero dovuto fare una conferenza stampa, da subito o verso il finale, perché è chiaro che il fatto che Motta non firmasse aveva qualcosa sotto. Quello che però non ho tollerato è altro. Quel 3-3 contro la Juve in casa quando vincevi 3-0. Tre cambi che non capii e la Juventus pareggiò. Io credo che la gente sia soprattutto inc… per quella partita. Tre a zero sarebbe stata un’apoteosi. E stava arrivando. Non mi fraintenda, certamente nella testa di Motta quei cambi andavano fatti, ma poi finisce che, uno più uno, la gente si mette a pensar male. Non c’è nulla di male da pensare, sia chiaro, però stai battendo la Juve 3-0, fai tre cambi, loro pareggiano e insomma credo che la gente sia molto più “ingastrita” per quel pareggio lì che per la scelta di andare alla Juve. Per il carattere che ha, alla Juve ora sarà molto più dura. A Bologna faceva il bello e cattivo tempo, decideva tutto e comandava sul campo. Per dire: a parte Freuler, giocatori di personalità ce ne erano pochi nel Bologna. Alla Juve è più tosta e impegnativa: quando i risultati non arrivano cominciano a contestarti, a storcere il naso. Il fatto di andare alla Juve, coi rumors da gennaio, quel 3-3... La città non ci è rimasta bene».