Piantanida (Mediaset): "I due top di giornata? Nico-Yildiz Megazord"
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Quali sono i due top dell’ultima giornata di Serie A?
“Te li do molto volentieri. Guarda, il primo ed unico – e non vorrei essere ripetitivo – è la fusione ideale tra Nico Paz del Como e Yildiz della Juventus. Possiamo chiamarlo il ‘Nico-Yildiz Megazord’, per restare ai Power Rangers che noi, di una certa età, conosciamo bene. Oggi questi due rappresentano la massima espressione di classe, una parola che purtroppo sembra scomparsa dal nostro vocabolario calcistico della Serie A. E il problema è che due talenti così, in un intero campionato, non sono italiani. Pensiamo ai Mondiali: se ci chiediamo perché altre nazionali vanno ai Mondiali e noi facciamo fatica… beh, ce lo ricordano loro due. Ce ne vorrebbe uno per squadra, invece ne abbiamo due su venti club. E lo dico chiaramente per chi ci ascolta: magari avessimo giovani così in Italia. Ma ci arriviamo, prima o poi.”
Sono certo che abbia individuato anche qualche flop…
“Allora, prima ti do un flop particolare, e per farlo devo fare una premessa. Quando metto Luka Modrić nei flop, lo faccio ora, prima che non lo sia più per tutto il resto della stagione. Ci ha messo tredici giornate per entrare nei miei flop. Ho visto pagelle con 5,5 tirato via pur di non mettere un 5 a Modrić. Ma per la partita con la Lazio glielo do senza problemi. È stata la sua peggior prestazione da quando è al Milan, soprattutto nel primo tempo. Non è lesa maestà, è una constatazione. Probabilmente sarà l’ultima volta che finisce tra i miei flop, ma stavolta una bella insufficienza da professore cattivo gliel’ho affibbiata. Il secondo flop è… tutta la Fiorentina, dai calciatori alla dirigenza e, in panchina, Vanoli dopo Pioli. Cioè, è tutto il sistema che non funziona. Oggi, dopo tredici giornate, possiamo dire che è colpa di tutti: prima Pioli, poi Pradé, poi Commisso che non si vede da mesi, poi l’ambiente, poi i tifosi, poi perfino il megafono di Dzeko. Ma la verità è che la situazione è complicata e coinvolge tutti. E penso a una cosa: fino a un anno e mezzo fa si diceva peste e corna di Vincenzo Italiano. Sono passati quindici mesi, tre allenatori, ed è emblematico di quanto a volte serva più calma.”
Veniamo ai top e ai flop di Roma–Napoli. Chi sono stati i top?
“Neres. Perché? Perché finalmente ha risposto alla domanda che da un anno e mezzo tormentava Napoli: deve giocare di più. L’anno scorso il Napoli era una macchina perfetta e lui ha dovuto capire ruoli e compiti. Quest’anno ha imparato che quando vieni chiamato in causa devi reagire così. Quando ieri, nell’intervista, dice ‘non me ne sono mai andato’, dà l’idea di un giocatore che per dodici mesi non ha avuto spazio ma è sempre rimasto lì con la testa. E oggi sta venendo fuori alla grande. Paradossalmente Lang in tre mesi ha fatto più ‘rumore’ di Neres in un anno e mezzo, ma guarda cosa sta diventando oggi Neres. Complimenti a lui e a Conte, che gli ha insegnato un calcio completo, non solo offensivo. Il secondo top è Buongiorno. Poco evidenziato, ma fondamentale. La ritrovata solidità del Napoli parte da lui. C’è una diagonale nel primo tempo che, per me, vale il gol di Neres. Pochi l’hanno sottolineata, ma Conte gli ha fatto un applauso enorme. Da lì, secondo me, Conte ha capito che avrebbe vinto la partita. Il terzo top è Rrahmani. Ieri la sua miglior partita da mesi. Quando il Napoli non prende gol, poi un modo per segnarlo lo trova sempre.”
Ed i flop, invece?
“Olivera. Non è stato gravemente insufficiente, ma è stato sicuramente quello che ieri ha inciso meno. Non è stato un problema, ma può migliorare soprattutto in fase difensiva. Offensivamente è già migliorato rispetto alle ultime uscite, ma deve prendere più confidenza col 3-4-3. Gli altri due flop li individuo nelle fila della Roma e sono Soulè e Gasperini, perché non possono essere grandi solo con le piccole. Una squadra come la Roma non può essere brillante solo contro chi è sotto in classifica: se vuole fare il salto deve incidere anche negli scontri diretti. Non puoi fare il Braccio di Ferro di Aldo, Giovanni e Giacomo col bambino, salvo poi non competere con gli ‘adolescenti della classifica’. Se la Roma vuole unirsi al mio Megazord di top player, deve crescere lì, negli scontri diretti. Però va detto: finora la Roma ha fatto il massimo con ciò che aveva. E andrà avanti ancora, secondo me. Ma per diventare una big vera serve fare un passo in più. Quindi sì, i flop sono due elementi simbolici, l’allenatore ed il talento più cristallino, per la gestione complessiva nei big match. Perché la Roma è forte, ma deve dimostrarlo anche contro chi è forte davvero. Prima di salutarci vorrei fare tanti auguri al grande Totò Schillaci, che oggi avrebbe compiuto 61 anni. L’uomo che ci ha fatto sognare a Italia ’90. Sempre disponibile con tutti. È stato un esempio: dal nulla diventare qualcosa di enorme, con le proprie forze. È una storia che insegna a credere in sé stessi.”
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