Moggi: “Calciopoli? La sentenza dice che non ci sono state partite alterate. Tutti parlavano con i disegnatori, ma Facchetti faceva lobbying con arbitri”

25.05.2018 19:10 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Moggi: “Calciopoli? La sentenza dice che non ci sono state partite alterate. Tutti parlavano con i disegnatori, ma Facchetti faceva lobbying con arbitri”
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© foto di Simone Calabrese

L'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, è tornato a parlare di Calciopoli in un'intervista rilasciata a Mohamed Hosny Almahmoudy, presentatore del programma “Il calcio” in onda sul canale egiziano “On Sport”. Ecco quanto ripreso da passioneinter.it: “E’ semplicissimo quello che è successo. E’ morto l’avvocato Agnelli, il dottor Agnelli e l’avvocato Chiusano. Con loro non sarebbe successo tutto quello che è accaduto in quell’anno. Avete mai visto un processo dove un avvocato difensore ti accusa di essere colpevole? Zaccone, difensore della Juventus in quel processo, ha chiesto la retrocessione in Serie B con penalizzazione dopo aver letto tutto il fascicolo in una settimana per evitare la Serie C. I miei avvocati ci hanno messo quattro anni e mezzo per capire e leggere tutto quello che era scritto. Purtroppo per Zaccone il processo sportivo si è concluso con la sentenza di campionato regolare senza partite alterate, il che era totalmente in disaccordo con quello che sosteneva l’avvocato. Quando l’avvocato si comporta così, direziona inevitabilmente il processo.

Io parlavo con i disegnatori? Era permesso farlo. Ci parlavano tutti perché nelle 152 cartelle di Palazzi risulta che l’illecito sia stato commesso anche da altre squadre e non solo dalla Juventus. Mi dispiace per gli interisti ma non è stata data enfasi alla sentenza del processo tra me e Gian Felice Facchetti dove risulta che suo padre faceva lobbying con gli arbitri. Facchetti, prima della semifinale di Coppa Italia contro il Cagliari, andò da Bertini e gli chiese di fargli vincere la partita. Io queste cose non le ho mai fatte. Non avevo però in quel momento gente che mi proteggeva”.