Impallomeni: "Italia, crisi profonda e ignorata per anni. Siamo diventati un movimento piccolo"
Il pesante 4-1 subito dalla Norvegia a San Siro non è soltanto una sconfitta: è lo specchio di un movimento calcistico che da oltre un decennio fatica a ritrovarsi. A TMW Radio, Stefano Impallomeni ha analizzato senza filtri la prestazione degli Azzurri e la crisi strutturale che sta trascinando il calcio italiano sempre più lontano dall’élite internazionale.
“C’è poco da fare, la differenza è stata netta”, ha esordito l’ex calciatore. “È una realtà che non ci piace, ma che dobbiamo imparare a vivere. Siamo diventati un movimento molto piccolo”.
Secondo Impallomeni, la crisi non nasce oggi, né con Gattuso: è il risultato di errori stratificati nel tempo. “È una crisi che dura dal 2010. Non abbiamo saputo intercettare i segnali d’allarme, pensando di poter uscire dal tunnel quasi per inerzia. Ma non è così”.
Le responsabilità? Diffuse e profonde: federazione, settori giovanili, competizione interna. “La competitività del campionato è calata, i vivai non producono più come un tempo, e questo è solo l’inizio della lista”.
Il confronto con la Norvegia – e con il resto d’Europa – è impietoso: “I loro migliori giocano in Premier League e in Bundesliga, campionati con ritmi e fisicità che noi non abbiamo. Ci stiamo dimenticando che mentre gli altri crescevano, noi siamo rimasti fermi”.
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