Giannichedda: "Alla Juve il primo giorno mi presentai un'ora prima all'allenamento: erano già tutti lì. Capii..."

28.05.2020 15:40 di  Giovanni Spinazzola  Twitter:    vedi letture
Giannichedda: "Alla Juve il primo giorno mi presentai un'ora prima all'allenamento: erano già tutti lì. Capii..."

Giuliano Giannichedda, ex Juventus tra le altre, ha parlato ai microfoni di Live&Football.

Come racconteresti Giuliano Giannichedda?
"L’uomo che sono lo devo alla mia famiglia, perciò Giuliano Giannichedda è quello che è adesso grazie ai sacrifici dei suoi genitori e ai valori che gli sono stati trasmessi, su tutti l’umiltà; adesso quei valori cerco di trasmetterli ai miei figli, alla mia “nuova” famiglia. Continuo a fare ciò che mi appassiona, dopo 40 anni ancora vivo di calcio".

Qual è la differenza tra il nuovo ed il vecchio Giannichedda?
"Non c’è assolutamente differenza, sono sempre lo stesso. L’unica differenza sostanziale è l’approccio nel mio lavoro, che è sempre di grande dedizione, ma va ovviamente rapportato al compito che svolgo adesso, che non è più quello del calciatore. Tra i miei capi saldi però ci sono sempre il rispetto e l’educazione e queste due componenti quando diventi allenatore sono essenziali, perché devi essere tu l’esempio, ancor più rispetto a prima".

Cosa ti manca di più dell’essere calciatore?
"Essere calciatore è la cosa più bella che c’è. È il sogno di tutti coloro che amano questo sport da bambini, infatti dico sempre ai mai ragazzi che devono godersela , perché quando smetti di giocare non devi aver rimpianti, devi aver vissuto ogni singola esperienza al massimo, anche e soprattutto quelle negative. Quando finisce la tua carriera, termina anche quella tranquillità e spensieratezza che hai nel vivere il calcio".

E quindi collegandoci a questo, parlaci un po’ della tua nuova vita da allenatore.
"Sono diverse le responsabilità, per questo motivo dico che la spensieratezza finisce con la tua carriera da calciatore. Se alleni ne hai di più, è normale, sei sempre il primo artefice e responsabile, soprattutto in caso di risultati negativi. Inoltre aumentano le persone che dipendono da te, perché non bisogna mai dimenticare che i nostri errori ricadono anche sul nostro staff e spesso anche sull’intera squadra. Ma ovviamente il mestiere dell’allenatore è bellissimo, deve piacerti, ma nasconde anche delle gioie e delle soddisfazioni incredibili".

Tornando alla tua carriera, qual è stata per te la parentesi più importante?
"Non c’è una parentesi, sono stato sempre fortunato, perché in ogni squadra dove sono stato, oltre a trovarmi benissimo coi compagni, ho sempre ottenuto risultati importanti e positivi. Ho avuto la grande fortuna di giocare con campioni incredibili, da Nedved a Zidane, ho giocato la Champions League, insomma tutto ciò che un calciatore può chiedere alla sua carriera; inoltre negli anni di Udinese, con quel gruppo abbiamo aperto la parentesi del ciclo Guidolin, per cui ogni singolo evento ed ogni singola squadra ha significato qualcosa di speciale per me".

Parlando di campioni, qual è il calciatore da cui hai appreso maggiormente e che ti ha impressionato di più?
"Non me la sento di fare un nome, perché sono stati tutti campioni fantastici e lo troverei quasi irrispettoso nei confronti degli altri se dovessi menzionarne solo uno, perciò ho ricordi fantastici di ogni singolo campione, ma soprattutto è praticamente impossibile dire che ho appreso qualcosa di specifico da loro, perché erano talmente tanto forti che le loro doti non erano nemmeno lontanamente raggiungibili, ma una cosa ho potuto “rubarla”, la professionalità. Ricordo benissimo i primi giorni di Juventus, quando il primo giorno decisi di presentarmi un’ora prima della convocazione agli allenamenti, ma quando arrivai trovai già tutti lì, perciò capii che se dei campioni così grandi arrivavano al campo un’ora e mezza prima , io dovevo provare ad esser lì almeno due ore prima".

Parlando di calcio giocato invece, se ci sarà una ripresa le due squadre più vicine a contendersi lo scudetto, sono proprio Juventus e Lazio, due tue ex squadre. Chi vedi in vantaggio?
"Prima che si fermasse il campionato la Lazio, ma adesso fare un pronostico è veramente difficile, perché con un’eventuale ripresa sarebbero tanti i fattori da analizzare e prendere in esame. Sicuramente la condizione fisica sarà un aspetto fondamentale, anche perché sono due squadre fortissime con caratteristiche diverse, seppur la Juve è sempre la più forte a livello di rosa. La Lazio però ha costruito nel tempo qualcosa di importante ed adesso è una squadra con diverse soluzioni tattiche e con calciatori che possono deciderti la partita da un momento all’altro".

Beh Giuliano, prima di salutarci volevo chiederti di eventuali progetti futuri.
"Per il futuro ho l’obiettivo di crescere, come sempre; è importante aggiornarsi e migliorarsi costantemente, sotto ogni punto di vista. Valuterò le varie proposte, che per fortuna ci sono ogni anno e se non dovessero arrivare proposte interessanti, beh , mi aggiornerò studiando, che è un’altra delle cose che amo fare. Io vivrò come sempre di lavoro e passione!".