Eredità Agnelli, caccia ai quadri scomparsi: la Procura indaga sulla collezione segreta
La Procura di Roma amplia il perimetro dell’indagine sull’eredità dell’Avvocato Gianni Agnelli, concentrando l’attenzione sulla collezione privata di opere d’arte di famiglia. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la consistenza del patrimonio artistico e, soprattutto, i movimenti che avrebbero interessato i quadri nel corso degli anni, molti dei quali risultano oggi irreperibili.
Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del Corriere della Sera, l’elenco completo delle opere è in parte coperto da segreto istruttorio. Tra i dipinti certamente appartenenti alla collezione figurano lavori di Monet, Picasso e De Chirico. Proprio su alcune di queste opere potrebbe scattare la procedura di confisca, non appena verrà individuato il luogo in cui si trovano. Un punto sembra ormai acquisito: i quadri avrebbero lasciato l’Italia da tempo. Gli investigatori ipotizzano che, dopo essere transitati sul territorio nazionale, siano stati trasferiti all’estero senza la necessaria comunicazione al ministero della Cultura.
Pur avendo i proprietari la libertà di spostare le opere d’arte, la legge impone l’obbligo di segnalare il trasferimento dei beni di particolare valore artistico e patrimoniale. La mancata comunicazione comporta, inevitabilmente, la confisca. L’indagine, al momento senza indagati, è nata nell’ambito del contenzioso tra Margherita Agnelli e i figli John, Lapo e Ginevra Elkann sull’eredità di Gianni Agnelli, scomparso il 24 gennaio 2003.
Nel corso degli accertamenti è emerso che di 13 dipinti, elencati nell’inventario allegato al testamento, si sono perse le tracce. In alcuni casi sono state rinvenute soltanto delle copie, come per La scala degli addii di Giacomo Balla, Mistero e malinconia di una strada di Giorgio De Chirico e Glaçons, effet blanc di Monet.
Per rintracciare i quadri, la Procura ha acquisito la documentazione relativa all’inventario della collezione privata degli Agnelli, avvalendosi della collaborazione delle Procure di Milano e Torino, già impegnate su procedimenti analoghi. Decisivo, inoltre, è stato il contributo di Margherita Agnelli: il suo storico legale, l’avvocato Dario Trevisan, ha consegnato certificazioni, elenchi privati, bolle di accompagnamento e contratti assicurativi. Grazie a questo materiale è emersa l’esistenza di 22 dipinti finora sconosciuti, portando a 35 il numero complessivo delle opere oggetto d’indagine.
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