SOTTOBOSCO - Juve a fari spenti sul mercato: rischia di andare a sbattere. Arrivabene, Brazzo e il prezzo non trattabile di De Ligt. Nessuna solidarietà per lo juventino bullizzato da interisti a Ferrara: una società che non riconosco più

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
18.07.2022 00:35 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Juve a fari spenti sul mercato: rischia di andare a sbattere. Arrivabene, Brazzo e il prezzo non trattabile di De Ligt. Nessuna solidarietà per lo juventino bullizzato da interisti a Ferrara: una società che non riconosco più

Da tempo scrivo di una società che non riconosco più. A scanso di equivoci: non perché ha smesso di vincere. Sconfitte e vittorie sono fisiologiche nello sport. Anzi: le sconfitte fanno crescere. Ti riportano nei confini della realtà, specie se dopo tante vittorie hai reputato  di essere Dio. No: sono i comportamenti che mi sconcertano. Ci sono cose che non possono passare sotto silenzio. Ci sono situazioni nelle quali una società ha il dovere di prendere posizione. Di esternare indignazione e di protestare.  Non di fingere di non vedere consegnandosi (tanto per cambiare) al silenzio. Invece l'episodio avvenuto alla stadio di Ferrara dove si disputava Inter – Monaco e dove uno spettatore che indossava la maglia della Juventus è stato  insultato al grido di “Juventino pezzo di mer...” poi fisicamente molestato e infine costretto dalla polizia  (intervenuta)  a sfilarsi la maglia e ad indossarne un'altra per  placare la feccia di cui sopra. Ecco: una società ancora degna del nome che porta avrebbe fatto un comunicato di solidarietà verso quello spettatore. Avrebbe inchiodato l'Inter alle proprie responsabilità. Avrebbe sollecitato una inchiesta da parte della Federazione. Avrebbe chiesto conto alla Polizia del  comportamento “violento“ nei confronti di un cittadino. Ma  comprensiva  nei confronti dell'arroganza tifosa. Mettiamo che quello spettatore avesse pure intenti provocatori: chi ha il diritto di dire ad un altro cosa indossare? Ogni cittadino garantito dalla Costituzione ha il diritto di vestirsi come  gli pare. Altrimenti quando parliamo di “diritti“ sarebbe meglio evitassimo di farlo.  La cosa è più grave di quanto non sia apparsa ai media televisivi nazionali che si sono ben guardati dal riportare e stigmatizzare la vicenda.  Ecco perché io non posso accettare le “inclinazioni“  di Andrea Agnelli. Ecco perché mi indigna che il presidente della Juventus  “provi affetto“ per un club popolato da troppi discutibili tifosi. Che siano la feccia di Ferrara o qualche guitto televisivo, ex calciatori “provocatori“,  giornalisti di lungo, medio o recente corso, politici “digiamolo“ di dubbia civiltà , o imprenditori con  la vocazione ad "imballare“ , rappresentano una   moltitudine aggressiva. Perché ho chiamato in causa  la società di Zhang, Marotta, Ausilio e Zanetti? Perché  un comunicato di vicinanza a quel tifoso e di dissenso nei confronti della propria  tifoseria sarebbe stato opportuno. Per carità ; gli incivili indossano anche maglie bianconere . Ma non questa volta . Non in questa occasione . Quanto alla Juventus: il  suo silenzio  non è “d'oro”. Il silenzio della Juventus disegna una società incapace  di essere solidale con chi, “colpevole“ solo di aver indossato la maglia sociale, ha subito violenza.

Il Bayern vuole pagare De Ligt ma non la Juventus. Fossi Arrivabene direi a Brazzo che la Juventus conosce: “Risparmiati altri viaggi a Torino: la richiesta è (e resta) di 100 milioni“. Spiegano che “quando un giocatore vuole andare non si può incatenarlo“: Spiego io: ci sono cose più importanti dei quattrini. Quelle che da tempo alla Juventus non hanno più rilevanza.

Dice che Arthur non partirà per la trasferta statunitense essendo fuori dal progetto. Il problema è che Arthur non lo vuole nessuno. Se lo offri a zero ad una neopromossa ti dicono: “No, grazie“. Provi la Juventus ad offrirlo al Monza.  Spieghi di essere pronta a pagare due terzi del suo (6 milioni) ingaggio. La risposta di Galliani sarà: “No, grazie“ . Galliani non è un micco e alla Juventus sta chiedendo Filippo Ranocchia: chiamalo scemo.  Il problema è che Arthur pesa  a bilancio ancora per 47 milioni. E' una della più  sciagurate operazioni della Juventus. Dice: ma hanno fatto plusvalenza con Pjanic. A che prezzo, dico io: a quale prezzo? 

Si avvicina il raduno, tra un mese e rotti inizia il campionato . E la Juve procede a “fari spenti“ . Attenzione perché  al buio si corre il rischio di andare a sbattere. A sinistra ci sono quei tre: Alex Sandro, De Sciglio e Pellegrini. Il più giovane probabilmente sarà ceduto.  I primi due fanno dormire sonni tranquilli? In difesa si parla di far uscire De Ligt ma non si è mai parlato di sostituire Chiellini. A meno che temerariamente non si reputi che la sostituzione si chiami Gatti. Che a me (che ho seguito il Frosinone) piace assai. Ma che è da verificare in serie A: soprattutto con la maglia pesante  della Juventus. In attacco il vice Vlahovic potrebbe essere Kean. Piuttosto che svenarsi per un mestierante a fine carriera un tentativo con Kean sarebbe  opportuno farlo. Rabiot resterà? Bella domanda. E' certamente un giocatore con dei numeri. A me non piace, ma se piace ad Allegri troverà spazio. La domanda è: serve un giocatore come Rabiot alla Juventus? Alla Juventus serve qualità, serve pensiero, servirebbe uno in grado di  “accendere la luce“. Zaniolo è bravo  e costoso. Fa gol, ma non “accende la luce“. Potrà forse accenderla in futuro.

Altri? Quelli bravi tipo Bellingham  non sono “cosa“. Quelli come  Paredes se hanno fallito a Parigi perché dovrebbero rivelarsi  fenomeni a Torino? . Meglio i giovani. Ma tra Ranocchia, Rovella,  Fagioli (Rinnova? Devono  vedersi a breve, sono “vicini“, manca poco: che palle!!!!) e Miretti , solo l'ultimo sembra destinato a restare. Intanto Galeone  storico amico di Allegri, ha spiegato che l'attuale Juventus, difficilmente potrà qualificarsi per la Champion's. Apriti cielo. Ma il problema non sono le parole di Galeone. Il problema sono i fari spenti di chi guida. Mi siete testimoni: quando arrivò Sarri e quando a febbraio di quell'anno  mi fu evidente che Sarri non sarebbe stata  la soluzione del problema, scrissi che ci sarebbero voluti almeno tre anni per sanare una scelta profondamente sbagliata. Forse sbagliavo anche io . Forse - sic stantibus rebus- ci vorranno più di tre anni. A meno che John Elkann.....