Un pareggio non è una disgrazia. Cinque pari e una sconfitta in fila sì

"Uno 0-0 non sono due punti persi e ve lo dico io con grande autocritica nei miei confronti". Igor Tudor ieri ha sintetizzato con una frase quello che, attualmente, è un problema per la Juventus. Perché non c'è grossa aspettativa partita dopo partita, senza che ci possano essere passi falsi... O nemmeno mezzi. "Io sono il più grande critico di me stesso. A me questa squadra piace e questi giocatori sono buoni, però questa maglia pesa. Io penso a come superare queste problematiche. Se l'analisi noi siamo la Juve e si deve vincere sempre, allora non è la strada giusta".
Poi però non si può solo pareggiare. Vero è che con Atalanta e Villarreal potevano arrivare due vittorie, così come la partita con il Verona è stata orientata dagli episodi (ma si poteva anche perdere, dopo rigore e mancata espulsione), così come il Borussia Dortmund e con il Milan. Forse meglio una vittoria che due pareggi, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Como però rischia di essere uno spartiacque: perché la sconfitta è stata praticamente inappuntabile. E qualcuno dovrà prendersi le responsabilità, non solamente sparare sul calendario e sulla fatica che scontano più o meno tutti.
Perché altrimenti è come nascondersi dietro un dito. Certo, si può eccepire che la società non stia facendo il proprio dovere al meglio per difendere Tudor, soprattutto dopo quanto successo in estate. È anche vero che sarà, probabilmente, considerato come il primo responsabile se le cose non dovessero migliorare: cinque pari e una sconfitta in sei partite non sono abbastanza per una squadra come la Juventus.
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