SZCZESNY: "Sono arrivato alla Juve nel momento giusto. Avevo la giusta forza mentale per sostituire Buffon. Massacravo Cancelo, forse è per questo che se n'è andato"

08.03.2023 19:00 di  Benedetta Demichelis   vedi letture
SZCZESNY: "Sono arrivato alla Juve nel momento giusto. Avevo la giusta forza mentale per sostituire Buffon. Massacravo Cancelo, forse è per questo che se n'è andato"
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Wojciech Szczesny ha parlato ai microfoni di Dazn: 

Era un ruolo che non lo volevo fare, volevo divertirmi giocando a calcio. La prima volta che ho indossato i guanti ero molto giovane, ero con mio papà, avevo tipo 3-4 anni, però non mi piaceva per niente. Non mi piace ancora. Giocavo con mio fratello, ma ero scarso, ero la punta che non prende una palla. Dopo una mese l'allenatore mi ha detto: "Sei alto, tuo padre è un ex portiere perché non provi”. Ho provato ed è andata abbastanza bene".

Hai dei riti?

"Zero non sono un portiere che tocca pali e traversa. Entro in porta e mi sento a casa mia”.

Cosa serve per fare il portiere 

“Non c’è un modo corretto per fare il portiere, non ho mai guardato un portiere per seguire i suoi movimenti e parate. Guardo i portieri avversari per dare consigli ai miei compagni, dei piccoli dettagli che possono servire agli attaccanti ma mai per seguire il lavoro che fanno".

Il tuo arrivo alla Juventus...

“Sono arrivato al momento giusto, avevo ancora tanto da imparare ma avevo già un'esperienza a livello internazionale importante. Mi sentivo pronto a livello mentale per gestire una situazione che era quello di sostituire uno come Gigi Buffon. A me sembrava una cosa facile ai tempi, ma magari per un altro, non così tanto sveglio a livello mentale sarebbe stato più diffiicile gestirlo". 

Che rapporto hai con i difensori? 

"Il rapporto con i difensori è importante: devi fare un profilo psicologico di ogni giocatore. Ci sono quelli che hanno bisogno del coraggio e quelli che devi massacrare per 90 minuti.Tipo Joao Cancelo è uno di questi. Lui lo massacravo e mi diceva: “Basta Tek, basta”. Lui ne aveva bisogno, ma magari mi sbaglio: infatti dopo un anno se n’è andato (ride ndr). Secondo me, però, è molto importante sapere come reagisce ogni giocatore alle critiche o alle indicazioni in campo".