TJ - NICOLUSSI CAVIGLIA: “Importante vincere prima della pausa. Vedere Pogba è una gioia per gli occhi. Sento la fiducia del mister”

Hans Nicolussi Caviglia, centrocampista della Juventus, sta partecipando ad una chiacchierata con i tifosi bianconeri su Twitch.
Ecco le sue dichiarazioni:
Come hai visto la squadra contro l'Empoli? Come hai visto il gol di Chiesa?
"Ho visto bene la squadra soprattutto perché l’Empoli ha davanti giocatori forti, che creano problemi. La partita è stata gestita bene, poi Chiesa ha fatto un bellissimo gol, ha avuto forza e velocità e ci ha fatto esultare. È stato un bel gol. L’ho visto cadere, poteva benissimo restare a terra ma sapevo che avrebbe avuto la forza per rialzarsi, con la sua velocità e fare gol".
Era importante per voi vincere prima della sosta?
"Sì, quando ci sono queste pause è sempre importante chiudere vincendo, perché così può lavorare con serenità e avere delle certezze, vincere poi è importante non solo prima di una sosta, sempre".
Com'è il tuo rapporto con i social?
"Non li uso troppo, preferisco concentrarmi di più sulla vita quotidiana, i social li uso raramente. Ma so che sono un mezzo importante oggi. Fa piacere quando i tifosi ci supportano tramite social".
Come mai hai scelto il numero 41, c'è una storia dietro a questa scelta?
"Ho sempre apprezzato sia il 14 che il 41. Il 14 è il numero del mio riferimento calcistico ossia Cruijff, il 41 è il numero che ho avuto all’esordio e quindi mi piace mantenerlo nella mia carriera . Il 14 poi è anche la data di nascita di mia sorella, ci sono vari motivi dietro a questi numeri e cerco di portarmeli dietro nella mia carriera".
Come mai hai fatto ad appassionarti ad un modello del passato come Cruijff?
"Conoscendo la sua storia mi sono appassionato a lui. Poi mia sorella vive ad Amsterdam e spesso sono andato a visitare i suoi luoghi in città o allo stadio. La cosa principale che mi appassiona a lui è la parte calcistico: ha rivoluzionato il mondo del calcio sia come calciatore che come dirigente ed è stato un pensatore importante dei suoi tempi".
Come ti sei trovato durante la tournée negli Stati Uniti?
"Mi sono trovato molto bene, anche perché era una realtà che già conoscevo, anche se ancora non ero andato in tournée. È sterà una bella esperienza e credo che mi sono guadagnato la permanenza facendo delle buone prestazioni. Quindi sono contento della fiducia della società e di mister Allegri. Abbiamo giocato con squadre importanti anche se il precampionato va tenuto in considerazione fino ad un certo punto perché la condizione fisica va migliorata però è stata un’esperienza molto formativa".
In cosa devi ancora crescere?
"Mi trovo a mio agio in tutte le posizioni a centrocampo. In uno schieramento a tre posso fare sia la mezzala che il play. Però mi trovo bene anche a due dove il ruolo è un po' più ibrido ma mi trovo benissimo anche li. Poi sarà il mister decidere dove mi vede meglio. Le mie caratteristiche sono di qualità balistiche mi piace battere i calci piazzati e poter calciare in porta. Tra l'altro ho una buona resistenza e soprattutto ho imparato nel tempo a gestire i momenti della partita e sono migliorato soprattutto su quello. Poi un giocatore non finisce mai di imparare, cerco di perfezionare ogni singola cosa durante allenamento".
Ciccio Grabbi (ex allenatore di Nicolussi caviglia): "Ciao Hans la tua forza è nel tuo cuore e nella tua testa, sei sempre severo come quando eri bambino?".
"Mister Grabbi una di quelle persone che mi ha aiutato tantissimo e l’ho avuto per molti anni quando ero piccolo. Mi ha accompagnato nel mio percorso così come Milani e Manna e li ringrazierò sempre. Si e lo sono ancora perché questo è la mia passione e cerco di migliorare ogni giorno. Si ho imparato a non essere troppo severo e a capire i momenti. Però è importante mantenere la ricerca della perfezione, ma senza esagerare".
Quanto è importante il senso di appartenenza?
"È importantissimo, perché ti fa tenere stretta la maglia e ti fa capire cosa rappresenti quando vai in campo. Io sono qui dal 2008 e queste cose le ho imparate nel tempo. Ho vissuto dei momenti di svolta per la Juve come l’inaugurazione dello Stadium, la prima volta a Vinovo, la prima volta alla Continassa, il J-College. Queste tappe mi hanno fatto crescere sia come calciatore ma anche come essere umano quindi la Juve mi è sempre stata accanto e la ringrazio".
Ti saluta anche Gigi Milani...
"L'ho visto recentemente ed è stato molto importante per me".
Adesso a chi ti ispiri?
"Mi piacciono Frenkie de Jong, Kimmich e poi De Bruyne che è il più completo di tutti. Questi tre sicuramente. Qua alla Juve quando vedo per esempio Paul (Pogba ndr) che si allena è una gioia per gli occhi. Ho avuto la fortuna di viverlo anche nella sua prima esperienza alla Juve quando facevo il raccattapalle ero dietro la porta e lui fece gol contro il Napoli. Quindi ritrovarlo in campo e capire che persone è, è bellissimo. Ammirare le sue giocate e si vede che Pogba è di un’altra categoria".
Ti senti importante per i giocatori che arrivano alla Juventus?
"Essere qui da tanto è un plus perché magari arrivano ragazzi nuovi che però si rendono subito conto di come ci si deve comportare alla Juventus perché vedono i giocatori che già ci sono. Però certo posso accompagnare nel percorso i nuovi arrivati".
Messaggio di Kean per Nicolussi Caviglia: "Sono contento che resti con noi quest'anno. Siamo cresciuti insieme e spero di vivere tanti altri bei momenti con te. Lo sai io non sono uno che parla molto, ma sai il bene che ti voglio. Dobbiamo dare il 100% e dimostrare veramente chi siamo e da dove siamo venuti. Lo sai che ti voglio un grande bene, ciao".
"Gli voglio bene e ha detto una cosa giusta siamo cresciuti insieme. Sembriamo diversi ma ci conosciamo a memoria. In campo quando lo vedo che fa una smorfia lo riconosco. Come ha detto lui dobbiamo far vedere le nostre qualità, Quando Moise è arrivato a Vinovo tutti dicevano che era fortissimo e già da piccolino si vedeva che era straripante. Poi abbiamo fatto amicizia e col tempo siamo diventati sempre più amici. Quando siamo stati lontani ci siamo sempre tenuti in contatto e la nostra è un'amicizia con radici ben salde al terreno".
Cosa hai provato quando hai esordito con la Juventus?
"È stata una delle emozioni più grandi per me. Poi Moise (Kean ndr) mi ha abbracciato ed è stato bellissimo. Con lui fin da piccoli abbiamo vissuto tanti momenti insieme".
Che rapporto hai con la montagna?
"Io sono nato in Montagna, in Valle D’Aosta, mio papà è guardiaparco, per me è un elemento fondamentale, un caposaldo, una passione, così come gli sport di montagna tipo lo sci, che seguo tantissimo e che ho praticato a lungo".