LIVE CALCIOPOLI - Tensione in aula, Baldini: "Moggi senza qualità". E l'ex dg reagisce

01.10.2010 18:10 di  Davide Terruzzi   vedi letture
LIVE CALCIOPOLI - Tensione in aula, Baldini: "Moggi senza qualità". E l'ex dg reagisce
© foto di Federico De Luca

18:00 - Luciano Moggi, prima di lasciare l'aula, fa sapere di voler querelare Baldini. I legali dell'ex dg bianconero, intanto, hanno chiesto al presidente Casoria di acquisire centrotrentasei telefonate trascritte dai propri consulenti. Il tribunale si è riservato di decidere all'inizio della prossima udienza. Sarebbero state trascritte le intercettazioni di precedenti telefonate, che avrebbero tolto un dubbio: “Metti Collina” nella famosa telefonata tra Bergamo e Facchetti lo avrebbe detto lo scomparso presidente dell’Inter.


17:20 - L'Udienza è terminata. La prossima è fissata per il 12 ottobre.

17:15 -
Prioreschi chiede poi conto a Baldini una telefonata del 2005: "C'è una intercettazine tra lei e Mazzini in cui lei dice: 'ascolta tra un pò, quando farò il ribaltone e butto tutti di sotto, io ti salverò'. Era il 4 aprile 2005 cosa intendeva dire?", chiede l'avvocato di Moggi. Baldini minimizza: "Se si potesse sentire anche l'audio, si capirebbe che non si sa chi dei due scherza di più. Non c'è niente di serio, solo una speranza. Certo, non è una telefonata di cui posso andare fiero ma era un tono scherzoso".
Riferendosi a Castagnini, Baldini dice: “E' l'unico punto serio, ma non era una raccomandazione perché Castagnini aveva già avuto un colloquio con l'Arezzo e il senso era che Castagnini non c'entrava niente con Baldini, ad un certo punto dico: 'Di a Moggi che io e Castagnini abbiamo litigato da bambini'. Se ero serio anche quando parlavo di Veltroni? In quella parte dico che potevo parlare anche con Veltroni, ma il senso era quello".
L’avvocato chiede se questi nomi li fa fatti anche al maggiore Auricchio, rammentando che Baldini ha avuto l'onore di essere interrogato da solo da Auricchio. Baldini non ricorda quando.
Viene domanda a cosa si riferisce quando parla di minacce e soprusi. Baldini spiega: “Mi riferisco a quelle che ho ricevute alla cena di Natale o del 2001 o del 2002 in cui mi disse: 'Come mai per mio figlio è così difficile ottenere contratti con giocatori della Roma: ma vediamo che si può fare, sai com’è un anno si lavora qui un altro da altre parti, altri ancora non si lavora'".
A Baldini viene domandato quindi se ha ricevuto altre minacce. L'ex dirigente romanista risponde: "In tribunale quando si è avvicinato con le dita e mi ha detto 'stai attento pezzo di merda che finisci male', prima di un'udienza Gea. In un’altra udienza durante la mia deposizione mi minacciò con la mano, ma ogni settimana c’erano dichiarazioni, diffamazioni".
BALDINI FA INFURIARE MOGGI - Ad un certo punto, in aula, la tensione sale alle stelle. Trofino chiede a Baldini: "Lei ha detto che il suo atteggiamento era anche dovuto alla paura di perdere il posto; che intendeva?". Baldini, a questo punto, risponde lanciando un attacco diretto a Moggi, seduto poco più in là: "Che se Moggi avesse voluto avrebbe potuto disporre di tutto, questo è un uomo senza qualità", punge l'ex ds della Roma. Moggi scatta dalla sedia imbufalito e viene fermato dall'avvocato Trofino.
Prioreschi chiede quindi a Baldini se sa di alcuni giocatori ceduti dalla Juve al Messina. L'ex ds giallorosso risponde affermativamente e spiega: "Ho detto che a parer mio erano delle cessioni forzate con valori non congrui al mercato e che secondo me c’era un accordo tra Messina e Moggi per giustificare squilibri di bilancio”. C’è opposizione dell’avvocato Trofino: ”A questa domanda Baldini rispondeva che cessioni di giocatori come Aronica, Lavecchia e Guzman che erano giocatori che nessuno avrebbe mai preso in prestito, erano operazioni fatte per ottenere anche favori arbitrali. Come fa a dire che erano sopravvalutati se non sapeva nemmeno il valore?”. Baldini controbatte: "Era su tutti i giornali. Il mio pensiero era che il Messina, acquistando questi giocatori a quel valore, cercasse di ingraziarsi Moggi e attraverso lui il settore arbitrale che in qualche modo controllava". Trofino lo stronca: "Peccato che quei giocatori fossero in prestito!". A Baldini non resta che ammettere l'errore: "Se il trasferimento è avvenuto in mero e puro prestito e non con riscatto obbligatorio, non ho altro da dire se non che mi sono sbagliato". E Trofino gli fa presente che si è sbagliato anche su Taddei, che poi è andato alla Roma.
Infine il legale di Moggi domanda a Baldini se è mai stato a pranzo con Auricchio a Trigoria. L'ex ds giallorosso risponde che "se non è stato nell’occasione della conferenza stampa, no".

16:30 - Prioreschi va subito al nocciolo della questione ed incalza Baldini sui suoi rapporti con il Maggiore Auricchio: "Se lo conosco? certo - afferma l'ex dirigente della Roma -. L'ho conosciuto nell'estate del 2003, quando i carabinieri indagavano sull'iscrizione della Roma al campionato. Conobbi Auricchio alla fine di una conferenza stampa e nel pomeriggio sono andato a fare una denuncia contro ignoti nella caserma. Che rapporti ho avuto con lui successivamente? Nel marzo del 2005, quando ormai il mio rapporto con la Roma si era logorato, avendo come ultima chance di dire la mia su quello che avevo visto in quegli anni, ho cercato di farlo ancora in carica e, quindi, prima di dimettermi feci le dichiarazioni televisive che sono agli atti. Auricchio mi chiese se volessi mettere per iscritto le denunce che avevo fatto. Io dissi che non avevo grandi cose da riferire, se non qualche minaccia personale e dissi che non sapevo su che cosa basarmi per fare una deposizione. Qualche tempo dopo me l'ha richiesto ed io ho accettato".
Prioreschi chiede a Baldini quante volte abbia visto Auricchio tra agosto 2004 e marzo 2005: "Mi pare di averlo rivisto quando mi ha riferito delle indagini sulle false fideiussioni, una o due volte". Il legale di Moggi però lo mette alle strette e gli fa notare che durante il processo Gea aveva dichiarato di non aver mai visto Auricchio. La risposta di Baldini: "In quel momento ero concentrato sullo sviluppo del caso fideiussioni. Comunque confermo, la realtà è che io l'ho incontrato. Prima delle mie dimissioni l'ho incontrato una o due volte, dopo le mie dimissioni parecchie volte".
Il legale di Luciano Moggi vuole sapere da Baldini che tipo di rapporti avesse con Auricchio: "Di conoscenza prima, di collaborazione dopo - risponde Baldini -. Cosa intendo per per collaborazione? Poiché avevo dedciso che quel poco che avevo da dichiarare lo avrei fatto, mi sono prestato a collaborare, cosa di cui non mi dolgo, anzi ne vado fiero, ed ho indicato a lui tutte quelle persone che nel tempo si erano rivolte a me per denunciare minacce e soprusi da parte di Moggi. Gli ho detto che secondo me ci sono delle persone che hanno più di una ragione per denunciare. E poi sono andato da queste persone a chiedere la loro disponibilità. Questo è avvenuto dopo le mie dimissioni".
Prioreschi chiede a Baldini di fare i nomi di queste persone che avrebbero potuto denunciare i presunti soprusi e le presunte minacce di Moggi. Dopo qualche resistenza, Baldini fa alcuni di questi nomi: "Non ho problemi a farli, ma non voglio mettere in mezzo altra gente: erano Canovi, Antonelli, Nelso Ricci". Baldini conferma di aver solo contattato queste persone per sapere se fossero disposte ad incontrare Auricchio e precisa che la collaborazione col Maggiore si è conclusa qui.
L'avvocato di Moggi fa notare a Baldini un'altra contraddizione: "Nel processo GEA, l'1 aprile 2008, è stato sentito Antonelli che ha riferito questa circostanza....In quel verbale Antonelli riferisce che la interlocuzione con Lei è avvenuta nell'ottobre-novembre 2004, non dopo le sue dimissioni". Baldini si arrampica ancora sugli specchi: "Forse parlava delle situazioni che viveva, non delle mie richieste di andare da Auricchio". L'avvocato Prioreschi mette ancora all'angolo l'ex dirigente romanista: "Ma Antonelli è stato interrogato il 1 febbraio 2005, dunque prima delle sue dimissioni che erano di marzo". Baldini taglia corto: "Questo è il ricordo esatto che ho, basta. Secondo me sono successive alle mie dimissioni. Perché allora Antonelli viene sentito a febbraio 2005? "Non posso saperlo".
Baldini è chiamato a spiegare quindi i suoi rapporti con la giornalista di Milano Finanza Augelli: l'ex dirigente della Roma conferma di averla conosciuta (anche se non si ricorda quando e dove) e di averla incontrata con il maggiore Auricchio. "Io ho cercato di spiegare ad Auricchio come andavano alcune cose nel calcio e l'incontro con Augelli serviva a spiegare come funzionavano le società di calcio dal punto di vista economico".

15:40 - L'avvocato di Luciano Moggi, Maurilio Prioreschi, chiede subito a Franco Baldini come fossero i suoi rapporti con l'ex direttore generale della Juventus: "Formali - risponde Baldini -. Buoni, cattivi o pessimi? Nessuna delle definizioni, avevamo rapporti normali, ma non gli andavo a genio. Li avevo definiti pessimi? Lo sono diventati".

15: 35 - Inizia a deporre Franco Baldini.

15:30 - Simone Nozzoli afferma di aver seguito i sorteggi nel 2003-2004 e nel 2004-2005 e spiega come funzionavano: "Pairetto estraeva da un'urna le palline contenenti le partite e leggeva la partita, poi il giornalista estraeva una pallina per volta, la dava a Bergamo che leggeva il nome dell'arbitro". Anche Nozzoli non ha notato alcuna anomalia durante le operazioni del sorteggio: "Sfere diverse dalle altre? Le ho toccate tutte e non ho notato differenza", ha risposto il giornalista, che ha anche sottolineato di non conoscere i nomi inseriti all'interno delle varie palline e di non poterli neppure intuire in nessun modo. L'avvocato Morescanti, in chiusura, gli pone la solita domanda: "Può escludere dunque qualunque pilotaggio del sorteggio?". La risposta di Nozzoli: "A quelli a cui ho assistito io sì".

15: 07 - Ora è il turno del giornalista Simone Nozzoli. Quindi toccherà a Franco Baldini, che è appena arrivato in aula.

14:55 - Riccardo Bianchi afferma di aver partecipato ad un solo sorteggio, quello del 12 maggio 2005. L'avvocato di Paolo Bergamo, Silvia Morescanti, gli domanda chi fosse a scegliere i giornalisti: "Il presidente dell'Ussi, Antonello Capone (giornalista de La Gazzetta dello Sport, ndr) -. risponde Bianchi -. Quando venni scelto? Io ero in ballo da due settimane, ma mi avvisarono tre giorni prima con una mail". Il giornalista, quindi, racconta ciò che ha fatto e ciò che ha visto quel 12 maggio 2005: "Io arrivai 15 minuti del prima del sorteggio e i designatori mi spiegarono velocemente. Il mio sorteggio venne anche filmato dai carabinieri. Pairetto ha estratto le palline con le partite, mentre io ho estratto gli arbitri. C'era tensione a Coverciano, perchè erano le ultime giornate di campionato e poi c'era Lazio-Roma. Mi ricordo Bergamo che era teso e la prima che estrassi era Collina e lui mi disse: 'complimenti si vede che eri un ex arbitro'". L'avvocato Morescanti chiede a Bianchi se avesse riscontrato qualche anomalia mentre estraeva le sfere dall'urna: "No - spiega il giornalista -, erano sfere di ferro molto vecchie. Probabilmente non erano tutte esattamente gialle uguali, ma se non sai che c'è dentro...". Poi si parla dei famosi "colpi di tosse". "Se qualcuno mi suggerì di muovere la mano a seconda di colpi di tosse? No", replica il giornalista della "Provincia di Como". Anche Riccardo Bianchi "scagiona" i designatori: "Se Bergamo e Pairetto mi indirizzarono in qualche modo? No, se così fosse stato il giorno dopo avrei fatto lo scoop della vita e sarei diventato famoso". Infine gli domandano se il sorteggio fosse regolarissimo. "Assolutamente sì", conclude Bianchi.


14: 35 - E' chiamato a deporre Riccardo Bianchi, il giornalista della "Provincia di Como" che ha partecipato ai sorteggi arbitrali.

14:30 -  Anche a Tombolini viene chiesto se abbia mai ricevuto pressioni dai designatori. "Pressioni da Bergamo per arbitrare in un certo modo? No - la secca risposta dell'ex arbitro -. Se Pairetto mi chiese mai di arbitrare in maniera di favorire o sfavorire una squadra? No, mai".
 
14: 18 -  Tocca all'ex arbitro Tombolini.

14:15 - Prioreschi, legale di Luciano Moggi, interroga Collina in merito alla gara Fiorentina-Juventus del 2005, terminata 3-3: "Se c'è stato un episodio di gol/non-gol di Cannavaro? Sì - risponde Collina -, l'assistente disse che il pallone non era entrato e facemmo proseguire il gioco. Mi ricordo che l'allenatore della Juve mi parlò di un pallone entrato di un metro. Ricordo che dopo la gara vidi l’episodio e ancora oggi non so se fosse entrato o meno. E’ uno degli episodi che uno valuta diversamente a seconda di come lo guarda".

13:30 - Collina riassume la sua carriera e l'esegesi delle designazioni. Quindi inizia a parlare dell'operato di Pairetto: "L'atteggiamento di Pairetto era improntato a dare consigli, ad ottenere dagli arbitri il meglio - risponde Collina -. Se mi ha mai detto di favorire una o l'altra squadra? No". La difesa di Pairetto chiede all'ex designatore se il risultato della partita da lui arbitrata, Siena-Milan (2-1 per i bianconeri), sia stato "orientato" in qualche modo: "No, avrei denunciato la cosa", risponde Collina, che successivamente spiega di "non ho mai ricevuto pressioni da Bergamo e Pairetto per influenzare gli esiti degli incontri", come peraltro asserito da tutti gli altri arbitri interrogati prima di lui.

12:40 - E' il turno dell'ex arbitro ed ex designatore arbitrale Pierluigi Collina. E' un'altra deposizione molto attesa.

12: 30 - E' arrivato in aula anche il pm Narducci.

12:20 - Capitolo definitivamente chiuso riguardo alla questione sorteggi truccati. A parlare è il giornalista di Repubblica Fulvio Bianchi che, in aula, conferma la regolarità delle designazioni arbitrali nella stagione 2004/05, ricordando l'episodio che lo vide protagonista. "Sorteggiai Racalbuto per Roma-Juventus del marzo 2005 - spiega Bianchi - è vero che arbitrò male ma l'estrazione fu estremamente corretta e regolare. Non c'erano segni sulle palline ne erano calde o fredde e tengo a precisare che non ci fu alcuna pressione, altrimenti avrei immediatamente denunciato il tutto al notaio li presente. Per assistere ai sorteggi non serviva nessun accredito e potevano entrare tutti. C'erano anche altri colleghi delle agenzie di stampa, che erano subito pronti per il lancio della notizia". Speriamo che ora pure i più restii a questa teoria cedano davanti all'evidenza dei fatti.



12.00 - Abete è chiamato a fornire spiegazioni sulla telefonata del 25/11/2004 tra lui e Mazzini, "in cui si parlava di un suo intervento nei confronti del dottor Lucchesi, dg della Roma, per una questione che riguardava Totti". "Ricordo che c'era un contenzioso - replica Abete - ma non ricordo molto di tale richiesta di intervento". 
Abete parla quindi della telefonata del maggio 2005 tra lui e Mazzini, fatta dopo Lazio-Fiorentina: "C'era stato un episodio clamoroso, non fu dato un rigore alla Fiorentina per un mani (di Zauri, ndr) sulla linea di porta, e questo ebbe una eco clamoroso. L'arbitro? Era Rosetti. Questo aveva determinato una situazione critica sul versante della conclusione del campionato; dopo c'era il raduno della Nazionale a Coverciano, e poteva esserci un clima difficile. Le conversazioni con Mazzini? Lo facevamo dopo tutte le partite che avevano comportato qualche problema, anche solo per l'immmagine della Federazione. Non avevo interesse specifico per la Fiorentina, io riconosciuto come trasparente e trasversale. Amico di Della Valle? Sono amico di tanti presidenti". 

11:50 - Ora è chiamato a deporre il dg della Federcalcio Valentini.

11:45 - L'avvocato Gallinelli interroga Abete in merito ad un contratto di sponsorizzazione tra la Ing Direct e la Federazione Arbitri e chiede con quale criterio fossero stati scelti gli arbitri per tale sponsorizzazione, perchè fu scelto proprio Collina e se quest'ultimo incassò dei soldi. Abete spiega che per questo contratto fu fatta anche un'interrogazione parlamentare e che i soldi furono in parte utilizzati per sponsorizzare le attività del mondo arbitrale, mentre un'altra è confluita alla Federazione. Secondo il presidente federale, Collina fu scelto perchè era l'arbitro più rappresentativo, il migliore arbitro al mondo per sei anni di fila. Tutti ebbero soldi, ha motivo di ritenere Abete, che però non sa se le somme percepite fossero uguali per tutti.

11: 33 - In aula, intanto, non si vede ancora il pm Narducci.

11:29 - Ora tocca all'avvocato Paolo Gallinelli, che difende l'ex arbitro Massimo De Santis.  

11:13 - L'avvocato Prioreschi osserva che secondo l'accusa Abete venne defenestrato dalla cosiddetta cupola. Quindi il legale di Moggi chiede al presidente federale se la sua elezione fosse stata condivisa da tutte le componenti della Federazione. Abete risponde affermativamente: "E' andata così, fu un accordo preso per evitare l'ennesima mortificazione della Federazione con un nuovo commissariamento".

11:05 - Prioreschi, legale di Moggi, incalza Abete e gli chiede come mai si arrivò alla nomina di Carraro al vertice della Federcalcio, ricordandogli che all'epoca era candidato e poi si ritirò dalla corsa. Abete replica che "eravamo al rinnovo quadriennale che avviene di solito dopo i mondiali. Dissi a Carraro che volevo candidarmi. In quell'anno, nel 2004, c'era una norma che prevedeva la clausola di massimo consenso, ovvero sarebbe servito un terzo dei voti di tutte le componenti, perciò non sarebbe bastato neanche il 93% dei voti per essere eletti, mancando il terzo di una delle componenti. Alla luce di questa situazione, c'erano solo due sbocchi: il confronto elettorale, che però non avrebbe ad eleggere nessuno, oppure, un accordo tra le varie componenti, che dava luogo alla cosiddetta staffetta. Questa era la soluzione obbligata, per scongiurare il commissariamento. L'accordo venne firmato da tutte le componenti. Ci furono fu un incontro a Milano in cui Carraro significò l'accordo che era stato raggiunto e fu stilato il documento".

10: 55 - Abete "ricostruisce" sue cariche in Figc, a partire dal suo primo incarico, nel 1988: presidente del Settore Tecnico fino al 1990, poi presidente della Lega di C fino al 1997, quindi vicepresidente della Federazione fino al 2000, ruolo ricoperto nuovamente nel 2001, fino al commissariamento nel maggio 2006. Ancora capo delegazione ai Mondiali 2006, poi una delega amministrativa fino al luglio 2006 e infine presidente federale dall'aprile del 2007.


10: 52 - Ora prenderà la parola il primo teste: il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete.

10: 49 - Prioreschi, legale di Luciano Moggi, chiede l'acquisizione di altre 160 telefonate. Il pm si oppone ("Se continuiamo così in ogni udienza bisognerà chiamare il perito e così non andiamo mai avanti"). Il giudice si riserva di decidere il 12 ottobre, data della prossima udienza.

10: 43 - Il pm replica che le prove erano a disposizione  della difese già da anni, alla chiusura indagini, e considera solo dilatoria la richiesta dell'avvocato di Pairetto.

10:37 - Il legale dell'ex designatore Pairetto spiega che i cd richiesti nel mese di maggio sono stati acquisiti a settembre, precisando però che anche in questi file contenenti i "brogliacci" non si aprivano. E' stata così reperita una chiave elettronica ed è stato possibile visionarli in ritardo, fa sapere l'avvocato, che ha chiesto altri 2 mesi di tempo per leggere i cinque cd.

10:29 - L'udienza è iniziata, nonostante l'assenza del pm Narducci. In aula c'è solo il suo collega Capuano.

10:10 - E' iniziato l'appello.

10:05 - In aula è appena arrivato Luciano Moggi. Presenti anche De Santis, Bertini e Bergamo con i rispettivi avvocati.



10:00 - Riprende oggi a Napoli il processo di calciopoli con un’udienza  fondamentale, destinata a lasciare il segno. La difesa di Luciano Moaggi chiederà di mettere agli atti centosessanta nuove intercettazioni telefoniche. Tra queste alcune vedono protagonisti alcuni teste che oggi saranno presenti in aula: Galliani, Cellino, Abete, Collina, Spinelli, Baldini, Pieroni; altre invece riguardono Petrucci, Rosetti, Facchetti, Nucini e Ghirelli. Non ci saranno solamente volti noti, ma anche uno dei notai che assistevano al sorteggio arbitrale di Coverciano così come alcuni giornalisti chiamati all'epoca a estrarre le palline con i nomi deigli arbitri. Come risaputo, mancheranno Moratti, Tronchetti Provera e Tavaroli.