LA LEGGENDA DEL NUMERO DUE

Quando ancora la numerazione andava dall'1 all' 11, dal portiere all'ala sinistra, c'era un numero che più di ogni altro descriveva la tipologia di giocatore che lo indossava. Il numero 2. Il terzino destro. O marcatore aggiunto, fate Voi. Colui il quale indossava tale numero e con diligenza copriva la sua zona di campo era generalmente un marcatore arcigno, ruvido, poco propenso alle frivolezze e spudoratamente minaccioso. Vuole la leggenda che proprio i numeri 2 erano soliti comunicare all'ala sinistra che operava nella zona di competenza l'affermazione: "Vedi questa riga? Guai a superarla". Il terzino destro era generalmente il meno dotato tecnicamente, ma il più agguerrito. Il combattente vero. La Juventus, anche in questo ruolo, ha avuto i migliori interpreti del settore. Interpreti che poi nel corso del tempo si sono evoluti, di pari passo con il ruolo del terzino. Sempre meno marcatore, sempre più fluidificante. A partire dal mitico Rosetta, che con Combi e Caligaris aprì le formazioni bianconere a cavallo tra glia anni Venti e Trenta. Per poi passare a Spinosi, Salvadore, Cuccureddu, Gentile, Ferrara, Porrini, Torricelli.
Interpreti di un ruolo che con il tempo ha visto definire le proprie caratteristiche, le proprie impostazioni, ma non la sua essenza. I giocatori appena citati avevano in comune l'agonismo, la determinazione, la ferocia sportiva. E guai a chi osava superarli. Come detto, con il tempo il terzino è divenuto quasi un centrocampista aggiunto. La tattica è cambiata, gli schemi offensivi si sono modificati, il calcio è divenuto un gioco totale. La Juventus pare avere concluso l'operazione Lichtsteiner, il nuovo terzino destro. Giocatore completo, prototipo del terzino moderno. Destinato a rinverdire i fasti degli interpreti passati e chiamato a far dimenticare gli orrori degli interpreti attuali. Sarà una bella sfida quella che attende il giovane svizzero. La maglia pesa. E il numero pure. Perché nel calcio, il numero 2, vale tanto quanto l'uno. In bocca al lupo.