KEAN a "DAZN": "Mi sento fortunato, molti dei miei amici di infanzia sono finiti in carcere. Allegri? Ottimo rapporto. Mio figlio Marley mi ha cambiato. Nicolussi Caviglia è il mio gemello"

Intervistato da "DAZN" per il format "Dazn Heroes", Moise Kean, attaccante classe 2000 della Juventus e della nazionale azzurra, affronta diversi temi, a partire da un'infanzia "difficile": "Sono uscito di casa a 13 anni per andare a vivere nel convitto della Juventus perché nessuno mi poteva portare agli allenamenti. Ho lasciato Asti e una vita da palazzoni: tutti i giorni andavo a giocare, stavo per strada con gli amici, a scuola ci andavo perché mia mamma mi obbligava. Non sono stato facile da gestire, anche parlando con gli altri, un'infanzia molto diversa dalla mia. Altri ragazzi magari a Natale andavano in vacanza con le famiglie, noi con niente ci adattavamo.
Giocavo a calcio in oratorio, una volta avevamo fatto la partita alle 10 di sera, poi il Don ci ha beccati, ha chiamato la polizia e siamo scappati. La maggior parte di loro o sono in carcere o non si sa dove sono, mi sento molto fortunato, molta gente che viene dalla mia situazione non riesce a uscirne. Quando ho fatto l’esordio in prima squadra, a 16 anni, mi sono detto: “Ok, sono fuori dalla merda”.
Il figlio Marley - "Mi sono svegliato quattro volte stanotte, dormo pochissimo. Si chiama Marley, ha quattro mesi, ho un tatuaggio per lui. Mi sono cambiate tante cose, prima di agire ci pensi 20 volte, pensi sempre a lui, ma tutto è successo in poco tempo, da quando l'ho preso in braccio. Perché non lo sapeva nessuno? Non lo so, non mi piace andare a dire le mie cose in giro, sono molto privato. Non lo sapeva nessuno fino a quando ero andato in ospedale perché ero assente. Erano scioccati."
Il PSG - "In Francia mi sono sentito a casa, i miei parenti abitano lì e mi facevano sentire a casa. Sono arrivato il primo giorno, c'erano Neymar, Mbappé, mi hanno aiutato tantissimo, mi spiegavano com'è giocare con loro, sono andato anche a cene con loro. Mi facevano sentire grande".
Il ritardo con l'Under 21 -"Ero con Zaniolo, lui metteva musica ad alto volume, giocavamo alla play e alle 11 c'era riunione. Alle 10 e 58 eravamo ancora lì, abbiamo aspettato un sacco di tempo l'ascensore e siamo arrivati alle 11:05. Il mister Di Biagio ci fa: "Allora? Non va bene". E io: 'Mi scusi mister, siamo arrivati in ritardo". Mi sono scusato con la squadra mentre a Nicolò faceva ridere la cosa, io lo guardavo e gli dicevo "Ma che c.... ridi?'".
Il rapporto con Allegri - "Ottimo rapporto, mi ha fatto capire quando facevo cavolate e quando facevo bene. E' stato un papà sportivo, a volte litighiamo ancora ma alla fine ci vogliamo bene anche se non ce lo diciamo."
Miretti e Fagioli - "Miretti, una volta quando mi avevano messo in punizione mi avevano fatto allenare con i più piccoli e c'era lui. Fagioli? Parlavano tutti di lui, mi fermai a guardare una partita dell'Under 21 e dissi: "Questo è veramente bravo", avrà tempo per dimostrarlo."
Nicolussi Caviglia - "Hans è un po' un mio gemello, mi conosce più di tutti qua dentro. Prima che sto per dire una cavolata mi dice di non dirla, mi conosce troppo bene, è la mia guida. Quando non capisco qualcosa chiedo ancora ad Hans. Anche gli esercizi che magari non ho capito, chiedo a lui. Persona speciale per me. E' molto aperto anche se ascolta la musica peggiore."