IL TERZO TEMPO - E' tornata la solita Juve "di misura". De Ligt è maturato con pazienza, Bernardeschi segua la strada. Il brutto della domenica tra la Basilicata ed Anastasi

Pesantissimo il successo sul Parma: i bianconeri hanno vito 3 gare su 4 con un gol di scarto. Bernardeschi segue il "modello De Ligt". Vergogna a Potenza, in Italia si muore ancora di ignoranza.
20.01.2020 17:15 di Luigi Risucci   vedi letture
IL TERZO TEMPO - E' tornata la solita Juve "di misura". De Ligt è maturato con pazienza, Bernardeschi segua la strada. Il brutto della domenica tra la Basilicata ed Anastasi
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

È stata una di quelle giornate che, nel fatidico computo di Maggio, pesano più delle altre a livello di punteggio e soprattutto sul piano mentale. L’Inter si blocca al “Via del Mare” di Lecce, dove anche Madama si era inceppata, mentre la capolista corrobora il suo primato con una vittoria sporca e sofferta, ai danni del coriaceo Parma, settimo in classifica. La partita contro i ducali pesa, eccome, nel one–to-one scudetto, visto il pareggio che gli uomini di D’Aversa strapparono a San Siro contro Conte. Terzo, prorompente, incomodo è la solita Lazio di Inzaghi che adesso fa tremendamente sul serio ed è virtualmente seconda in classifica. I biancocelesti, unici a battere i bianconeri in stagione (per ben due volte) sono giunti ad undici vittorie di fila e, senza coppe europee in calendario, sono a tutti gli effetti una concorrente per il titolo.

Dunque, che Juventus è stata? Dopo settimane in cui la bellezza e lo spettacolo sembravano tornate di moda all’ombra della Mole, con vittorie rotonde e prive di patemi d’animo, si è ritornati al genere di partite tutta sofferenza e lavoro sporco, in pieno stile “allegriano”. Il 75% delle vittorie stagionali sono state ottenute col minimo scarto, un numero che la dice lunga sul carattere della squadra, capace di sporcarsi le mani anche contro avversari che potrebbero battersi con minore complessità. Non è il caso del Parma, compagine arcigna e con una forte identità, forgiata in anni di lavoro e che ha in rosa quel Kulusevski su cui la Juventus ha investito una cifra monstre. Lo svedese si è visto solo a tratti, sparendo dal gioco per lunghi intervalli e mostrando sporadici lampi di talento. Non facile, se hai 19 anni e da due settimane hai fatto le visite con la squadra avversaria. Il tempo dirà se la cifra investita da Paratici è stata ben spesa.

Per il resto, bene la difesa, che dopo il grave infortunio di Demiral ha ritrovato un De Ligt in forma smagliante: eccellente la prova dell’olandese, rinvigorito dal mesetto passato “in ghiacciaia” e pronto ad imporsi nel rush finale di stagione, quando Sarri ritroverà anche la verve di capitan Chiellini. Timido Cuadrado, ingiudicabile Alex Sandro (il dolore al costato che l’ha costretto al cambio non preoccupa troppo), molto positivo Danilo, che si muove con disinvoltura anche sulla corsia mancina. Sulla mediana, in attesa di ritrovare Bentancur dopo la squalifica, Pjanic è braccato da Kucka ed il suo estro patisce, mentre Matuidi offre la solita sostanza e Rabiot alterna segnali di crescita a svarioni degni del suo primo infausto semestre italiano. Il classe 1995 va aspettato con pazienza, perché deve ancora completare l’adattamento al nostro calcio e perché, giocando da mezz’ala destra, col mancino perde quasi sistematicamente un tempo di gioco. Sono convinto che, al pieno della forma, possa essere un titolare di questa squadra. Malino anche Ramsey, che fatica a dialogare tra le linee intasate degli emiliani e non convince in questa posizione ibrida, proprio come il suo predecessore nel ruolo. Già, Bernardeschi, provato mezz’ala in coppa contro l’Udinese, probabilmente l’unico in grado, per caratteristiche, di andare in verticale con i piedi ed in velocità negli spazi. Potrebbe davvero essere il nuovo acquisto del centrocampo bianconero, se dovesse dimostrare di avere le doti per fare l’interno. Paratici ha escluso che le sirene spagnole (Barcellona, scambio con Rakitic) abbiano fondamento; dopotutto sarebbe irrazionale quanto illogico cedere un 26enne con un quasi 32enne, per quanto dotato di talento come il biondo ex Siviglia. Starà a Federico ritrovare fiducia nei propri mezzi e adattarsi al nuovo ruolo per arrivare al massimo anche all’Europeo itinerante previsto in estate. Prossima chance possibile già in settimana contro la Roma, in una affascinante sfida da dentro-fuori.

Possibilità che non avrà, quasi certamente, Emre Can: Sarri ha lasciato intendere che nella nuova lista Champions il tedesco mancherà ancora. Il percorso di rinascita e recupero anche mentale che avevo auspicato per l’ex Liverpool non è mai realmente cominciato. Sarri non l’ha considerato nemmeno in situazioni di emergenza, così Paratici tiene dritte le antenne per piazzare una succulenta e ricca plusvalenza. Un trio di club inglesi, Everton su tutti, sta pensando ad un’offerta per strappare il tedesco già a gennaio: con l’offerta giusta, l’affare potrebbe farsi, anche perché il lauto ingaggio di Emre pesa ancor di più dal freddo inverno della panchina. Molto, dipenderà anche dal recupero di Khedira, che tra un mese dovrebbe tornare nella batteria di centrocampo e, con tutta probabilità, verrà confermato in lista Champions. Capitolo attacco: per Douglas Costa nuova chance da titolare in vista per la Roma, mentre resta da vedere chi lo affiancherà. Probabile che Ronaldo voglia debuttare nella competizione agendo a sinistra, con Higuain a fare il centravanti. Il portoghese ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori ed è in serie positiva da sette partite: sono undici i centri consecutivi, media mai vista prima in Italia ed in Inghilterra, mentre al Real CR7 raggiunse addirittura le 11 partite in gol di fila. Ottima l’intesa con Dybala seppure, in assenza di Higuain l’area di rigore dia sempre la sensazione di essere poco riempita, frutto anche della scarsa reattività dei centrocampisti. Il 10 dopo la prova da strabuzzarsi gli occhi offerta, con tanto di fascia sul braccio, contro l’Udinese è apparso leggermente sottotono, nonostante da una sua iniziativa sia arrivato il gol del sorpasso. Dybala soffre l’ennesima sostituzione ma “babbo” Sarri non sembra in difficoltà nella gestione del suo gioiello. Sostituire il marziano è considerata una montagna da scalare per ogni tecnico; basti pensare che dalla sfuriata contro il Milan, non ha più lasciato il terreno di gioco anzitempo. Capisco la Joya, anche perché i trattamenti privilegiati non sono mai stati di moda a Torino, anche se sei il più forte di tutti, anche se rappresenti un unicum.

Sarà una settimana di Coppa Italia con vista sul Napoli-Juventus, posticipo domenicale. I partenopei sono nel momento più buio degli ultimi anni, la cura Gattuso non sta facendo effetto ed il calabrese, in caso di doppia sconfitta domani contro la Lazio e nel posticipo potrebbe clamorosamente saltare. Lasciandosi una polveriera alle spalle che non andrebbe a sfociare in un dramma sportivo solo perché in coda al campionato ci sono squadre troppo più deboli. Ma occhio a sottovalutare un avversario ferito e rabbioso, seppure in grande difficoltà. I tre punti in palio al San Paolo potrebbero valere un altro pezzettino di scudetto.

Non ho commentato, volutamente, il mancato minuto di raccoglimento per la morte di Pietro Anastasi: Il comportamento e la presunta giustificazione cronologica addotte da Lega e FIGC si commentano da sole. Una figura come quella del catanese è stata un’icona per una generazione di emigrati al nord, per la Juventus e per l’azzurro, che porto sul tetto d’Europa nel caldissimo ’68. Meritava un riconoscimento diverso: punto. Peggio ancora, quanto accaduto in occasione di Melfi-Vultur Rionero con la morte di un tifoso travolto da un’auto di pseudotifosi avversari. Episodi simili trasudano l’ignoranza ed il malcostume che col calcio non hanno nulla a che vedere, ma che purtroppo sporcano l’immagine di uno sport che andrebbe tutelato, attraverso una lotta ferma e senza sconti alla violenza. Per ogni passo avanti in questo senso, un episodio simile ci porta indietro di anni. E ne usciamo tutti sconfitti.