ESCLUSIVA TJ - Tadolini (Nucleo 1985): "La nostra iniziativa per il comitato sull'Heysel, la Juve ci sostenga"

Massimo Tadolini è uno che all'Heysel c'era quella notte di ventotto anni fa. E non è affatto un caso che il movimento ultras da lui fondato si chiami Nucleo 1985. "La nostra storia ha sempre intersecatoil ricordo di quella tragedia. Ovunque siamo andati, abbiamo sempre cercato di portarci dentro e di trasmettere quello che significa per noi l'Heysel. Lo ricordammo a Roma, nel 1996, nella finale di Champions Legue contro l'Ajax, con uno striscione di 50 metri. Andammo a Bruxelles anche nel 2005, mentre in Italia la Juventus festeggiava il tricolore contro il Cagliari". Nell'omaggio a chi non c'è più, si tenta di tenere vivo l'amore per i colori, oltre che il ricordo e il monito che ne consegue. Affinché quanto accaduto, non si ripeta più. Qualche tempo fa, Nucleo 1985 (sodalizio nato in Veneto, ma che vanta componenti lombarde e di ogni parte d'Italia) é stato contattato dal comitato "Per non dimenticare Heysel"; sono di Reggio Emilia. Di fronte allo stadio Mirabello esiste una scultura che ricorda le vittime del crollo del settore Z. Loro stessi, quelli del comitato, hanno finanziato la copertura che consente a quel monumenti di opporsi alle intemperie e all'usura del tempo: "Noi vogliamo che tutto il popolo bianconero ci dia una mano e si renda partecipe nel contribuire a sostenere le spese- dice Tadolini a Tuttojuve.com-. Già da Madrid, è partita la nostra iniziativa. Siamo partiti col mettere a disposizione di chi vuole dei gadgets (sciarpa, cappellino e toppa) che hanno un valore prima che un prezzo. Ci piace dire così, ognuno può contribuire a seconda delle proprie possibilità". E per la buona riuscita dell'iniziativa i ragazzi di Nucleo 1985, chiedono il supporto e l'appoggio della società e dei calciatori: "Ci piacerebbe volantinare l'iniziativa ed avere un piccolo spazio per un gazebo, anche per far conoscere a tutti coloro che lo volessero come è nata questa storia e questa sinergia con gli amici di Reggio Emilia".
Ultras, insomma; senza dover necessariamente liberarsi dell'etichetta negativa e dello stereotipo che aleggia su questi gruppi. Inevitabile il riferimento a tutto quello che sta avvenendo negli stadi: "I cori e gli sfottò hanno sempre fatto parte del contorno goliardico delle manifestazioni calcistiche- dice Tadolini-. L'importante è che si resti sempre nel verbalismo e che non si sfoci in violenza. Reputiamo assolutamente esagerate le sanzioni che stanno piovendo sulle curve in questo periodo, e siamo solidali con gli altri ultras penalizzati da queste decisioni".