ESCLUSIVA TJ - Fabio Grosso: "Juve detta legge da anni, prima o poi vincerà la Champions. Addio Barzagli? Non è la fine della BBC". E prosegue: "Su Sarri, la doppia avventura e le emozioni mondiali..."
Il nome e cognome di Fabio Grosso, inevitabilmente, sarà per sempre nell'immaginario collettivo associato a quella splendida Coppa del Mondo disputata con la maglia della nostra nazionale a Germania 2006. Gli anni scorrono veloci ed inesorabili, eppure quel momento in cui si appresta a calciare l'ultimo rigore con la Francia è ancora vissuto con emozionante palpitazione. Come se fosse l'altro ieri. Lo stesso sentimento, poi, che ancora accompagna il nostro stato d'animo quando lo vediamo calciare di sinistro contro i tedeschi: ma perché tira da lì? Ma riusciremo a segnare? Qualcuno di noi, dopo quasi quattordici anni, ancora pensa a questo! Ma nel frattempo la vita di Fabio è cambiata, da calciatore ha vinto il campionato con l'Inter, ha vestito la maglia dell'illustre Lione dei sette titoli di fila e poi ha concluso la carriera con la Juventus. Quel che è stata la fine di un percorso è stato l'inizio di un altro e nemmeno a farlo apposta proprio con la "Vecchia Signora", dove ha iniziato ad allenare le giovanili e da lì sono arrivate le esperienze importante di Bari, Verona e l'ultima di Brescia.
La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per approfondire alcune tematiche riguardanti la sua carriera e fare un excursus sugli ultimi avvicendamenti in casa Juve:
Cominciando col parlare dell'avventura di Germania 2006 vissuta da vero e proprio outsider, quale è il momento che ti salta più all'occhio a distanza di così tanti anni?
"Questi sono stati momenti fantastici che conserverò per sempre dentro di me, ogni tanto li riguardo molto volentieri e mi accorgo sempre di come siamo stati in grado di coinvolgere ed emozionare una nazione intera. Per me è stato un grandissimo momento per la mia carriera, ma è stata la ciliegina. Perché ricordo tutti i passaggi, sono stati importanti e belli in egual modo".
Ma tra il momento in cui fai gol alla Germania e quello in cui trasformi il rigore decisivo con la Francia, quale scegli?
"Scegliere un momento sarebbe riduttivo nei confronti degli altri, semplicemente perché sono stati tutti molto belli. E' stato un mondiale fantastico, vinto grazie allo splendido lavoro di gruppo".
Anche perché vincere un mondiale non è impresa comune a tutti i calciatori. Penso che adesso i ragazzi, anche i tuoi che hai allenato, ti identifichino come Fabio Grosso il campione del mondo.
"Farei anche a meno di quella etichetta, a me piace allenare e fare quel che faccio. Oggi le mie vesti sono cambiate, ma provo a fare il meglio per trasmettere i miei valori e le cose in cui credo".
Passando all'attualità, che idea ti sei fatto su tutti gli avvicendamenti che stanno coinvolgendo oggi il mondo del calcio?
"La mia idea è che mi piacerebbe riveder partire il mondo del calcio, a noi grandi appassionati sta mancando molto in un momento triste come questo. Anche perché è una delle aziende più grandi del nostro paese. Ovviamente, per farlo, bisognerà ricominciare in sicurezza e con tutte le precauzioni del caso per garantire la salute degli atleti e di chi lavora in questo mondo".
E se dovesse riprendere il campionato, che cosa ne pensi?
"Fino all'interruzione è stato un campionato molto avvincente, per questo mi auguro che si potrà riprendere anche per vedere come finirà. Spero lo vincerà chi lo avrà più meritato, perché sono sempre stato convinto che nelle grandi corse a trionfare è quasi sempre la squadra che ha dimostrato più valore durante l'arco di tutta la stagione".
Parlando specificatamente di Juventus, quale è il tuo giudizio fino a qui?
"E' una grandissima squadra, che da anni sta dettando legge a questo campionato. E' stata costruita su basi solide e le fondamenta sorreggono tutto ciò che sta avvenendo, perché la crescita è esponenziale sia dal punto di vista economico che dei risultati. La rosa è fortissima e quest'anno la società ha provato a cambiare il progetto, chiaramente per ottenere ciò che si vuol vedere c'è bisogno di tempo. Sono convinto che si sia già visto qualcosa di importante, in futuro la Juve può ancora togliersi diverse soddisfazioni".
Quindi sei d'accordo nell'affermare che a Sarri serva un'altra stagione per lavorare ancor meglio di quanto già non lo sta facendo ora?
"Sì, ma chiunque ha bisogno di tempo per costruire le proprie idee. Anche perché nell'arco di un mese non si può stravolgere un lavoro precedente di anni. Penso che il tempo, in questo caso, sia la qualità determinante".
Al di là che si possa riprendere o meno, a tuo parere questo potrebbe esser l'anno decisivo per la Champions?
"Quando si parla di Champions, c'è sempre grande attesa per quanto si tratta della Juventus. Non è un trofeo da conquistare, a differenza delle grandi corse qui è il dettaglio a far la differenza. Ed è anche la bellezza di queste competizioni, oltre alla qualità ci vuole anche bravura e fortuna. La Juve non ha fatto una grande partita a Lione, ma sono convinto che possiede tutte le qualità per potersi qualificare".
Dunque a tuo avviso, che cosa manca ad una squadra che possiede tra le sue fila campionissimi del calibro di Ronaldo, Dybala, Buffon, Chiellini per vincere la Champions? Solo bravura e fortuna come dicevi prima?
"E' difficile rispondere, la Champions la vince una squadra sola e in Europa c'è un gran numero di club forti quanto la Juventus. Il margine di errore è strettissimo, non puoi permetterti di commettere errori come magari succede in campionato. Qui, poi, non c'è il tempo materiale per recuperare. Ma la mia convinzione è che questa società, che si è posta come obiettivo di vincere questa competizione, prima o poi arriverà a farlo".
Con l'addio di Barzagli, è la fine della BBC che è stata decisiva nelle grandi vittorie bianconere degli scorsi anni?
"No, Andrea ha lasciato un ricordo indelebile nella Juve e per motivi suoi ha deciso di fermarsi. Le cose che sono state fatte rimangono, quelle nessuno le potrà mai cancellare. Sono momenti che rimarranno per sempre nella storia del club".
Tra l'altro Buffon e Chiellini si apprestano a rinnovare per un altro anno con la "Vecchia Signora".
"Sì, sono contentissimo per loro. E' davvero una grandissima notizia. Sono ragazzi che, oltre a dimostrare quanto valgono sul campo, possiedono altrettante doti molto importanti al di fuori del rettangolo di gioco e mi sento di affermare che meritano tutto ciò che hanno avuto".
C'è un altro tuo ex compagno di squadra, Andrea Pirlo, che sembra in procinto di guidare l'anno prossimo la formazione U23 della Juventus. Come commenti l'indiscrezione?
"Io e Andrea siamo molto amici. È stato un grandissimo giocatore e gli auguro di poter diventare un grandissimo allenatore qualsiasi sarà la sua destinazione".
In caso Alex Sandro dovesse lasciare il club, chi potrebbe essere il sostituto? C'è un Fabio Grosso che consiglieresti alla società?
"La Juve è strutturata in maniera quasi perfetta, ci sono persone molto competenti all'interno del club in grado di scovare i più grandi talenti. E questo lo continueranno a fare".
Che ricordi hai della tua esperienza da calciatore all'interno della Juve?
"Ricordo di essere arrivato nella società più importante d'Italia, per me è stato un grandissimo onore poter giocare con la Juventus e far parte di una società così gloriosa. Poi ho avuto anche la fortuna e la bravura di poter vestire ancora un altro ruolo, perché mi sono trovato molto bene ad allenare i ragazzi. Ho deciso di intraprendere una strada fuori, posso affermare che ho voglia di togliermi delle soddisfazioni".
Anche se non era la Juventus di oggi, che cosa cambiava rispetto al Lione o all'Inter?
"Arrivava da un momento di difficoltà, non era la Juve vincente di oggi ma voleva a tutti i costi tornare ad essere un grande club. E infatti, a mio parere, sono state gettate le basi per i successi odierni. L'attuale striscia aperta di titoli vinti consecutivi è sicuramente paragonabile a quel che ha fatto il Lione in Francia, i numeri non mentono mai a riguardo".
E invece come è stato trovarti dall'altra parte della barricata?
"E' stata una mia scelta, subito dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ho deciso di dedicare del tempo a me stesso e alla mia famiglia. Poi mi si è riaccesa questa scintilla ed ho intrapreso la strada di allenatore, ho lavorato per quattro anni con i giovani della Juve e poi ho avuto la fortuna di andare in piazze importanti. Fin qui, sono molto soddisfatto del mio percorso".
Dei giovani bianconeri, chi ti ha più colpito ed impressionato?
"Non voglio fare nomi, ho sempre avuto grande stima di tutti. Ho avuto la fortuna di poter allenare tanti ragazzi che oggi stanno calcando il palcoscenico dei grandi, per me questo è un motivo di grande orgoglio. A loro auguro il meglio".
Si ringrazia Fabio Grosso per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.
Direttore: Claudio Zuliani
Responsabile testata: Francesco Cherchi
Editore: TMW NETWORK s.r.l. - P.I. 02210300519
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26208
Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a Juventus F.C. S.p.A.
