ESCLUSIVA TJ - Cristian Molinaro: "Alla Juve i miei anni più belli. Un rimpianto? Non aver vinto un titolo. A Stoccarda scelta di vita, ma l'Italia mi manca"

05.10.2012 20:00 di  Gaetano Mocciaro  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Cristian Molinaro: "Alla Juve i miei anni più belli. Un rimpianto? Non aver vinto un titolo. A Stoccarda scelta di vita, ma l'Italia mi manca"
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© foto di Federico De Luca

Cristian Molinaro ci racconta la sua esperienza a Stoccarda e i suoi anni passati in bianconero, sia a Siena che alla Juve, a due giorni dal confronto fra le due squadre. In esclusiva per TuttoJuve.

Cristian Molinaro, anzitutto come procede a Stoccarda?

“Quest’anno siamo partiti un po’ peggio rispetto alle ultime stagioni, l’impegno in Europa League rende più difficile la gestione, del resto però va tutto bene”.

Come va col tedesco? Schumacher ci ha messo 10 anni per parlare (anche piuttosto male) in italiano. Speriamo che la tua situazione sia migliore

“Schumacher non ha voluto imparare, questa è la differenza. Per quello che mi riguarda devo dire che mi faccio capire abbastanza bene. È chiaro che quando vivi a contatto con i tedeschi impari la lingua. In fondo non è cinese o giapponese, per cui alla lunga diventa orecchiabile e impari. Certo, le prime volte, le prime interviste mi avvalevo dell’insegnante, poi mi sono lanciato nelle interviste del dopopartita da solo”.

Non ti manca la Serie A e l’Italia?

“Partiamo dal presupposto che non c’è stato niente di concreto per farmici pensare. Però è chiaro che da italiano il mio paese mi manca. Due anni e mezzo fa feci una scelta di vita, venivo da un periodo dove c’era una dirigenza e uno staff tecnico che forse non mi apprezzava e comunque non giocavo più tanto quanto invece facevo con Ranieri, così per giocare con continuità decisi di provare un’esperienza all’estero che era una cosa a cui avevo sempre pensato. Non ho mai voluto fare polemica contro Juve e Società, è stata una scelta tecnica di Ferrara ma approfitto per ribadire che non o mai avuto niente contro la Juve, gli juventini e la Società. Anzi. È stata l’esperienza calcistica migliore che mi sia capitata. Poi è chiaro che il campionato di Serie A è interessante e se ci fosse qualcosa di concreto possiamo vedere, tenendo conto che ho comunque altri due anni di contratto con lo Stoccarda”.

Facile adattarsi per un italiano in Germania?

“Qui ci sono molti emigrati e non è certo difficile integrarsi. Ma al di là di tutto in Germania si vive bene, non c’è la necessità di lasciare. Certo, sarei ipocrita a dire che non vorrei mai più tornare, oppure che un giorno non abbia voglia di fare un’esperienza in un altro paese”.

Segui ancora la Juve? Che impressioni hai a riguardo?

“Contro lo Shakhtar non è stata la solita Juve, quella che l’anno scorso ha dimostrato di avere una marcia in più in Serie A e che in Italia continua ad avere. Ho l’impressione che la squadra abbia raggiunto una consapevolezza di essere uno, due o addirittura tre gradini superiore. Chiaro che vedendo la classifica il Napoli è da tenere in considerazione ma i bianconeri sono ancora avanti rispetto le altre. E poi in Champions al di là della sfida contro lo Shakhtar, che può capitare, col Chelsea ha giocato benissimo e credo che il cammino sarà positivo”.

Il pareggio fra Juve e Shakhtar ha posto dei dubbi sulla competitività della Serie A

“Bundesliga e Premier hanno fatto dei passi in avanti ma credo che il campionato italiano sia ad altissimo livello. Noi dal punto di vista tattico siamo ancora superiori e si è visto agli Europei, dove abbiamo dimostrato di essere maggiormente organizzati rispetto la Germania. Anche in Italia negli ultimi anni sono stati fatti cambiamenti, un ricambio generazionale che non ha aiutato le grandi società tanto da perdere posizioni nel ranking Uefa, ma è una cosa che non durerà molto perché le italiane hanno rinnovato e i risultati arriveranno sicuramente. La qualità del campionato è rimasta invariata e questa ventata di aria fresca sarà positiva per l’italia come lo è stata prima per la Germania che ha investito molto sia in giocatori che allenatori. Ora speriamo anche di cambiare qualcosa a livello di strutture, però sono ottimista, una cosa alla volta e piano piano l’Italia tornerà ai vertici”.

A proposito di strutture la Germania è decisamente più avanti

“Hanno approfittato dei mondiali, facendo stadi senza esagerare con le capienze, senza piste d’atletica, creando palchetti, zone ristoranti. Un bel tipo d’investimento che ha portato i suoi frutti”.

Domenica la Juve va a Siena, squadra che ti ha lanciato in Serie A

“Ho ricordi bellissimi a Siena. Ero arrivato già in comproprietà con la Juve e ho avuto modo di esordire nel massimo campionato dopo l’esperienza alla Salernitana. Li ringrazio per la possibilità che ho avuto e poi il ricordo più bello è stato il fatto che ho potuto dimostrare di essere un giocatore importante non solo per il Siena ma in grado di stare anche alla Juve”.

Con la maturità che hai acquisito adesso credi di poter essere ancora più utile alla causa Juve? Quanto ti dispiace aver giocato in un periodo storicamente difficile per la Juve?

“Normale che adesso abbia una maturità diversa rispetto ad allora. La Juve in quel periodo aveva cercato di fare una squadra competitiva al massimo, però c’era l’Inter che era molto forte e aveva una marcia in più. Il rammarico che ho è stato quello di arrivare alla Juve e non essere riuscito a vincere un trofeo, però non mi pento di essermi spostato, perché sto facendo una bella esperienza di vita dopo essere stato nella società più prestigiosa al mondo. Certo, sarebbe stato bello vincere con la squadra attuale e ho fatto i complimenti a quei giocatori che erano con me in quel periodo. La mia è stata una scelta chiara, dettata dalla troppa voglia di giocare. Ho ancora due anni di contratto e vedremo in ogni caso cosa ci riserverà il futuro”.