Alberto Gallinetta: "Dall'Inter alla Juve, vi racconto come sono approdato in bianconero. Sul Santarcangelo..."

Base 96, Meda, Inter, Sassuolo, Parma, Feralpi Salò, l'approdo alla Juventus, Chieti, Nova Gorica, Cercle Brugge, Naxar Lions ed ora il Santarcangelo. Ne ha acquisita di esperienza il giovane portiere Alberto Gallinetta, estremo difensore abituato ormai ad affrontare ogni sfida col sorriso sulle labbra. La nostra Redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per una bella chiacchierata sul come sta andando la sua avventura in Romagna e non solo:
Buongiorno Alberto, hai giocato davvero in moltissime realtà. E ora c'è la sfida Santarcangelo...
"Avevo bisogno di ritornare in Italia dopo le esperienze trascorse in Slovenia, in Belgio e a Malta. Avevo bisogno di cominciare la preparazione con i miei compagni, infatti ho avuto la fortuna di iniziare subito. E in Romagna si vive davvero bene, c'è un bel clima e mi trovo molto bene con il gruppo".
Come mai non stai giocando molto?
"Sono scelte che si fanno. E' piacevole stare con i ragazzi, ci frequentiamo fuori dal campo di allenamento e questo è sintomo che il gruppo è ben coeso. Si lavora tutto bene sotto tutti gli aspetti".
Sei uno dei pochi che si può vantare di aver giocato nelle giovanili dell'Inter ed ora è di proprieta della Juventus...
"Sono partito da Meda, mi notarono gli osservatori dell'Inter che mi portarono in nerazzurro. Da ragazzino ho pensato di vivere un sogno. Con loro ho disputato gli allievi nazionali, ho giocato poi a Sassuolo - dove sono stato convocato anche in Primavera - e in nerazzurro ho avuto l'occasione di poter esser convocato in prima squadra quando Julio Cesar non stava molto bene. A Parma ero in prima squadra, successivamente ho giocato la prima parte di stagione in prestito al Feralpi Salò".
E li arrivò la Juve...
"Sì, andai in compropietà con il Parma. Ho giocato in Lombardia fino al termine della stagione, i bianconeri mi hanno poiriscattato definitivamente diventando di loro proprietà. Il passo successivo è stato Chieti, in seguito sono andato per la prima volta lontano dall'Italia, precisamente a Gorica, ma ci fu un problema con il transfer e non potei giocare per quattro mesi. Dalla Slovenia mi sono trasferito in Belgio per altri sei mesi, ho incontrato delle difficoltà derivanti dalla differente lingua parlata, ma nella sfortuna ho avuto la fortuna di poter approfondire e migliorare il mio inglese che mi è servito nella successiva avventura maltese".
Come si svolse la trattativa che ti portò in bianconero?
"Ho saputo tutto due giorni prima che firmassi la compropietà. Da quanto ne so era da diverse settimane che Juventus e Parma parlavano di trattative, il mio procuratore mi ha avvisato quando le cose stavano per andare in porta. Era una bellissima notizia, ho accettato di buon grado la soluzione e il tutto avvenne velocemente".
La Juve ha fatto trasparire qualcosa?
"No, non mi ha detto nulla. Le esperienze che ho avuto mi hanno insegnato a lavorare sodo, tutti hanno dei momenti difficili in cui possono sbagliare ma l'importante è non commetterli più. Ho trovato equilibrio e per questo devo ringraziare le mie avventure all'estero".
Pensi alla Juve e irrimediabilmente pensi a Buffon. Hai avuto modo di poterci parlare?
"L'ho conosciuto in palestra quando ho partecipato al ritiro che la Juve ha organizza verso il mese di luglio per quei ragazzi che sono in procinto di andare in prestito. Era un allenamento organizzato dalla società, con medici e fisioterapisti".
Si ringraziano Alberto Gallinetta e l'ufficio stampa del Santarcangelo per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista