BUFFON al Corsport: "Discorso post-Sassuolo? Ci siamo detti che non era impossibile vincere 25-26 partite ed è iniziata bellissima cavalcata. In B con la Juve per riconoscenza"

Walter Veltroni, noto politico italiano e grande tifoso juventino, ha intervistato Gigi Buffon sulle colonne del Corriere dello Sport. Ecco alcuni stralci: "Il mio ruolo di capitano? Il capitano è un giocatore che mette a di- sposizione degli altri, specie dei più giovani , la sua esperienza e cerca il linguaggio giusto per dare contezza della responsabilità che si ha nell’indossare la maglia del proprio club e della nazionale. Bisogna essere riconosciuti e spendersi per i propri compagni. La scossa dopo Sassuolo? Il discorso che ci siamo fatti è stato semplice. Tutti abbiamo pensato la stessa cosa: se non avessimo vinto lo scudetto o peggio se avessimo continuato nel modo disastroso con cui avevamo iniziato il campionato ci avrebbero detto di tutto. Ci avrebbero detto che la ragione era nella assenza dei giocatori che erano andati via, che non avevamo più stimoli per- ché eravamo appagati, che i giocatori più datati erano ormai vecchi. Di tutto. Abbiamo fatto i conti e ci siamo detti che, in fondo, vincere 25 o 26 partite non era impossibile, lo avevamo fatto l’anno scorso. Ci siamo scrollati di dosso la paura e abbiamo cominciato questa bellissima cavalcata. Potevo lasciare la Juve dopo la retrocessione? Sì, allora fui contattato da squadre importanti. Ma decisi di restare alla Juve in primo luogo per riconoscenza. Un valore che sarebbe bene riportare a galla. E poi volevo dimostrare concretamente che i valori del calcio in cui credo potevano essere non solo declamati re- toricamente ma praticati. Il calcio non è solo business, è anche sentimenti. Senza i secondi anche il primo muore, dovremmo saperlo. Io, per parte mia, ho cercato di dimostrarlo. Quali sono i giovani portieri italiani più forti? In primo luogo sono felice che si sia ricreata una leva di giovani numeri uno di qualità. Noi abbiamo sempre avuto una grande scuola ed è importante che si vedano di nuovo i risultati di questo lavoro sul nostro talento tra i pali. Potrei citarle, oltre a Donnarumma, alcuni giovani come Audero della Juve o Meret dell’Udinese. Nelle generazioni precedenti ci sono Perin, Sportiello, Consigli, Mirante e molti altri. Caso Totti? Di Totti penso quello che pensano tutti. Che è unico. E che una storia come la sua non la scriverà più nessuno. Al tempo stesso penso che il bene primario è la Roma. E che Spallet- ti lavora con coerenza per assicurare questa priorità.SaràTotti esololuiadeciderequan- do smettere. E ho sentito che anche l’allenato- re la pensa come lui. Insomma in questa con- fusione io penso che abbiano ragione tutti e due ma che non si siano capiti. Il mio futuro? Per i prossimi due anni io vorrei continuare a giocare come faccio oggi. Mi piacerebbe centrare il sesto mondiale. Sarebbe un record storico. Il portiere del Messico Carbajal e Lothar Matthaus ne hanno disputati cinque. Poi farò le mie valutazioni. In base agli stimoli, alle situazioni e alle opportunità che si apriranno. L’attaccante che mi ha fatto più soffrire? Bobone Vieri nel momento del suo massimo fulgore e Ronaldo il fenomeno. Loro due mi toglievano il sonno".