AGNELLI: "Troppe partite non competitive, non possiamo dare i tifosi per scontati o rischiamo di perderli". E poi cita Mario Draghi

08.03.2021 10:44 di Alessandra Stefanelli   vedi letture
AGNELLI: "Troppe partite non competitive, non possiamo dare i tifosi per scontati o rischiamo di perderli". E poi cita Mario Draghi
TuttoJuve.com
© foto di Image Sport

Il presidente della Juventus e dell'ECA Andrea Agnelli ha tenuto oggi un discorso durante la 25esima assemblea dell'European Club Association: "Buongiorno a tutti e benvenuti all'assemblea ECA virtuale - ha detto in collegamento da Torino -. Voglio augurare una buona giornata internazionale a tutte le donne e specialmente a quelle che lavorano nella nostra industria. Purtroppo oggi abbiamo dovuto tenere la conferenza online, speriamo di poterci presto incontrare in sicurezza, quando il piano vaccinale sarà stato portato avanti in giro per l'Europa. Ancora una volta voglio ringraziare tutto il personale medico. Prima di lasciare la parola ai nostri ospiti, voglio augurare il meglio a tutti i candidati per le elezioni del board dirigenziale ECA".

E ancora: "Non vedo l'ora di abbracciarvi tutti, la peculiarità del nostro lavoro è quella di cooperare anche sul campo. Abbiamo un'agenda molto fitta oggi. Non avrei voluto un'assemblea generale a distanza, ma questo è quello che abbiamo oggi. Non vi illustrerò tutta l'agenda, ma solo i topic principali. Si parlerà della pandemia da Covid-19 e di come portare a termine tutte le competizioni. Non siamo ancora nel centro della crisi, ma siamo ancora molto colpiti. Non abbiamo ancora i tifosi, i giocatori sono spinti oltre i loro limiti fisici visto che sono costretti a giocare in un calendario molto congestionato. Le perdite sono state attorno ai 6,5 miliardi e 8,5 miliardi nelle due stagioni, circa 360 club di prima divisione hanno bisogno di soldi per una somma di circa 6 miliardi, i top 20 club per quanto riguarda il reddito hanno fronteggiato una perdita di 1.1 miliardi nella stagione 2019/20. Questa crisi grava sulle spalle di tutti i club. Negli ultimi mesi si è palesato un interesse da alcuni grandi soggetti a livello finanziario sul calcio, basta pensare a cosa sta tuttora succedendo in Italia con la trattativa con i fondi. Ma penso anche a tante altre situazioni, a partire dalle fughe di notizie sull’interesse di JP Morgan nella Superlega. Questi soggetti non sono interessati alla solidarietà, ma nei ritorni dagli investimenti. Se cambiamo, possiamo guardare a questi investimenti. Calcio, economia e politica sono al bivio.Dobbiamo intercettare queste possibilità e agire, altrimenti rischiamo di implodere. C'è del potenziale per un futuro luminoso. È nostro dovere quello di intercettare un cambiamento, altrimenti il rischio è quello di implodere.

Dobbiamo mettere i tifosi al centro. il sistema attuale non è fatto per i tifosi moderni. Le ricerche dicono che almeno un terzo di loro seguono almeno due squadre; il 10 per cento segue i giocatori, non i club, e questo è molto diverso rispetto a qualche anno fa. Due terzi di loro seguono le gare perché attratti dai grandi eventi. Ci sono molte partite che sono non competitive nei campionati e questo non cattura l'interesse dei tifosi. I tifosi non possono essere dati per scontati e noi dobbiamo offrire loro la miglior competizione possibile, altrimenti rischiamo di perderli. Per questo, penso ai discorsi che abbiamo avuto noi dell’ECA con l’UEFA negli ultimi mesi. Voglio ringraziare il presidente Ceferin per le nostre discussioni e i quasi litigi che abbiamo avuto, ma sono stati produttivi. Oggi avremo una presentazione sui format per le competizioni internazionali dal 2024 in poi: il famoso sistema svizzero. Voglio riconoscere che questa idea è venuta da uno dei nostri membri, Van der Saar dell’Ajax. Il memorandum con la UEFA scade in tre anni, prima dell’avvio del nuovo ciclo e stiamo lavorando su questo fronte col presidente Ceferin. Dobbiamo pensare non a interessi particolari, ma collettivi. Stavamo cercando di tenere insieme interessi lontani gli uni dagli altri: dobbiamo pensare in maniera collettiva. Se ogni volta che ci sediamo cerchiamo di portare al tavolo internazionale le problematiche che abbiamo a livello domestico, diventa difficile risolvere qualcosa. Voglio chiudere citando Mario Draghi: ‘Se non ci muoviamo, rimarremo soli nella illusione di quello che siamo, nell'oblio di quel che siamo stati e nella negazione di quel che potremmo essere’”.