I NOSTRI ERRORI. I LORO ORRORI

Si dice che a creder troppo in un sogno,
si vada a soffrir di più quando svanisce,
piuttosto che non sperar in quel bisogno..
S'è tutto inaspettato, quanto si gioisce!
Se poi a minuti sei tra le divine,
se il pareggio è il risultato più giusto
e se il tuo motto urla “fino alla fine”,
riman ancor di più un amaro retrogusto...
E' proprio allora che ti metti a pensare...
Perché in casa con i Turchi e in Danimarca,
due punti non ti posson certo bastare,
anche se sei la Juve e non il Barça!
Fatto il mea culpa e ammessi gli errori,
non puoi sorvolare un'altra questione...
Perché a Istanbul abbiam visto orrori
e perché quello non è il gioco del pallone!
Neve, diciotto ore e ancora neve.
Questa volta però ci sono anche il ghiaccio
e il fango, e la serpentina non li beve..
“Ti obbligo a giocare, mica ti minaccio...”
Se la ruspa lavora solo una parte
e Proença assomiglia sempre più a Collina,
il tutto sembra fatto ad opera d'arte
come quando odiammo i baci perugina...
Se sbaglio io a ridurmi all'ultima partita,
non per questo devo giocarla a ogni costo
e diversa da com'era stabilita..
Non era calcio ciò che ci hanno imposto!
Sono stati migliori, hanno segnato,
ma ad uno sport a metà tra hockey e baseball!
La Champions è CALCIO e Lui senza fiato
l'aveva già urlato: “This is not football”.
Brucia forte la cocente delusione,
ma le magliette da strizzare più che puoi,
bastano a farci amare ogni nostro campione,
bastano a farci amare di più i nostri eroi.
Andiamoci a prendere l'altra finale...
In fondo in casa, non sarà così male!