LETTERA DEL TIFOSO Andrea: "I settant'anni di Dino Zoff"

L'uomo dei record: questo è stato Dino Zoff. Vent'anni di carriera ad altissimi livelli, sbriciolando piano piano, con la sua costanza friulana, ogni numero. E'stato primatista assoluto di presenze in nazionale, prima che Maldini lo superasse; primatista di presenze in serie A (570); detiene il record di partite consecutive nella massima serie (332), in 11 anni di Juventus non ha mai saltato una partita!; primatista di imbattibilità a livello di nazionale (1143 minuti); lo è stato anche della serie A per 21 anni (903'); unico giocatore ad aver vinto un mondiale e un europeo a 14 anni di distanza; inoltre, è stato il più anziano capitano a sollevare una coppa del mondo (40 anni e 5 mesi) e il più longevo calciatore del nostro campionato fino al 2005 (si è ritirato a 41 anni e 3 mesi). E' stato l'incubo dei "dodicesimi", Dino voleva scendere in campo anche malato, anche infortunato.
Emblema della serietà, della massima applicazione professionale, sapevi che lui c'era sempre.
Bastava la parola: Zoff, e avevi già detto tutto. Non nasce portiere naturale, come Albertosi, o Zenga, o Castellini; col lavoro e con un fisico di una resistenza eccezionale è arrivato a fare quella carriera straordinaria. La leggenda racconta che Dino a 15 anni, quando giocava nella squadra di Mariano del Friuli, fosse molto piccolo di statura, e per stare fra i pali era un problema. Allora la nonna gli sottopose una "cura" di uova, che lo irrobustì e lo allungò fino ai 182 centimetri.
Curiosa fu la sua prima volta con l'Udinese contro la Juve, quando l'arbitro gli chiese di cambiare maglia perché la sua era uguale a quella dei torinesi, per l'occasione in completo tutto nero; allora Gaspari - titolare quel giorno al posto di Anzolin - gli prestò un maglione bianco al quale fu.... scucito lo scudetto! Pensare quanti ne avrebbe portati, di quei triangolini tricolori...... I friulani, quel 8 aprile 1962, espugnarono il Comunale 3-2, il ventenne Zoff fece una signora figura. La sua definitiva affermazione avviene a Napoli, piazza dove resta 5 stagioni e conquista la nazionale. I tifosi partenopei lo ribattezzano "Nembo Kid". Quando Italo Allodi nella primavera del 1972 lo trattò per la Juventus, gli telefonò per dirgli di impegnarsi poco, così il Napoli lo avrebbe ceduto più facilmente: Dino lo mandò a quel paese.
Negli anni '70 fu il più forte portiere del pianeta in assoluto, davanti a Clemence, a Shilton, a Maier.
Nessuno dava le sue garanzie. Altri avevano superiori doti acrobatiche, avevano la parata strappa-applausi che Dino detestava; ma nessuno aveva la sua feroce regolarità, nessuno il suo piazzamento.
Si diceva che fosse modesto, in realtà aveva una grande considerazione di sé, si è sempre ritenuto fortissimo; non amava i giornalisti, ritenendo spesso i loro giudizi superficiali o poco competenti. Tra i suoi capolavori, oltre alla stra-citata Italia-Brasile 3-2 di Barcellona, dobbiamo rammentare la finale UEFA di ritorno a Bilbao, nell'incredibile bolgia del San Mames, la sfida dei quarti di finale di Coppa Campioni contro l'Ajax nel 1978, quando parò due rigori a Geels e Van Dord, e tutto il Comunale urlava "Dino! Dino!", e Inghilterra-Italia 0-1 a Wembley del 1973, nella quale si consacrò presso la platea internazionale.
L'addio a Goteborg, con una sconfitta della nazionale che stava chiudendo il ciclo degli "spagnoli", ma con una prestazione esemplare di Dino, un congedo da campione. Una sua parata su tiro di Sandberg rimase negli occhi degli inviati allo stadio.
Il 2 giugno 1983, dopo l'allenamento a Torino, chiama i cronisti presenti: "Andiamo dentro, facciamo presto". "Ho deciso di smettere, non posso parare anche l'età". Cosa ti mancherà, Dino? "Il profumo dell'erba."
Smessi i panni del calciatore, Dino fa il preparatore dei portieri alla Juve e poi va con Bearzot a Mexico '86. Quindi prende le redini della nazionale Olimpica che condurrà imbattuta alle qualificazioni per i giochi di Seul. Nel giugno del 1988, la chiamata di Boniperti: Zoff allenatore della Juve, Scirea vice. Un bellissimo tandem cui è affidata una squadra non eccelsa, che però l'anno successivo, con un capolavoro, Dino porterà alla vittoria in coppa UEFA, in coppa Italia e al 3° posto in campionato. Fra l'altro - pochi lo sanno - la sua Juventus 1989-90 è stata l'unica squadra italiana ad aver vinto una coppa europea senza subire reti in trasferta! Si devono a lui le esplosioni di Schillaci e Marocchi. Poi la società lo scaricherà a vantaggio dei manichini con fazzolettino e dei venditori di spumante. Dino la prese malissimo ma, con grande classe, non affidò la sua rabbia ai giornali e alle tv. Solo una volta, gli scappò questa frase sulla dirigenza che gli contestava un
ruolo troppo ombroso: "Vogliono l'immagine: cos'è?" Per Zoff non contava l'apparire, contava l'essere.
I giocatori di quella squadra, soprattutto i gregari poco appariscenti come Roberto Galia, raccontarono che davano l'anima per Dino. Si chiama CARISMA. È un misto di credibilità, di autorevolezza, di sapersi proporre, di grandezza interiore.
112 volte azzurro (93 da bianconero), ha partecipato a 4 mondiali e 2 europei. 476 partite con la Juve, 6 scudetti e 2 coppe Italia, la coppa UEFA del 1977. Per la Federazione Mondiale di Statistica e Storia del Calcio, il 3° "goalkeeper" più forte di ogni tempo. Mai espulso, mai squalificato. Secondo nel 1973 nella classifica del Pallone d'Oro, dietro a Johan Cruijff. La prestigiosa rivista americana "Newsweek" gli dedicò la copertina, prima volta per un calciatore. Le sue braccia che alzano la coppa dell'82 furono ritratte in un celebre francobollo da Renato Guttuso. Ha giocato contro Sivori e Maradona, Platini e Bearzot, Trapattoni e Zico. Una larga fetta della storia del football. Un monumento vivente. Il suo rigore e la sua forza sono stati l'emblema dello stile-Juventus, la rappresentazione autentica dell'Uomo di sport con la maiuscola.
Tra poco aprirà il museo bianconero nel nuovo stadio, io contribuirò con suoi i guanti e il suo maglione originale, stagione '82-83. Buon compleanno, Dino.
Andrea Danubi Castiglione della Pescaia GR