La finta di Pirlo fa sbandare la perfida Albione (15 giugno 2014)

Va via perfida Albione. Le reti di Marchisio e Balotelli permettono all’Italia di Cesare di superare la nuova Inghilterra di Hogdson. Bella squadra davvero con un Pirlo in meno. Riuscendo a vincere l’apatia di un sabato sera solitario, riesco a sintonizzarmi alle ventiquattro sulla primo canale della Rai. Meno male che prima mi avevano tenuto compagnia due puntate di Mentalist e la suadente e provocante Edwige Fenech nei panni di una poliziotta. Personaggi di contorno Lino Banfi nei panni di un commissario incapace di far funzionare qualsiasi oggetto e Alvaro Vitali in quelli di un poliziotto dal tocco fatato. Tracce di una gioventù che mai più ritornerà. Mi sono innamorato della finta di Pirlo, nell’azione della prima rete di Marchisio.
Nei miei anni di scarso pallone, ho avuto fortuna, nella Big Star del Macedone, di giocare con Leo. Era del tutto simile a Pirlo nel modo di giocare. Ti diceva di fare la cosa più giusta. Il difensore doveva solo pensare a passare la palla al compagno libero. Senza esagerare. Ti dava una tranquillità incredibile. Quando gli davi la palla, la mettevi come si dice in cassaforte. Penso che questo sentimento susciti il bresciano barbuto ai suoi compagni. A questo pensavo ieri sera vedendo l’incontro. Fuori lampi e tuoni annunziavano il diluvio. Non ho resistito a cambiare canale quando l’azione diventava cattiva.
Ho sentito i bambini per pochi minuti. Gregorio ripete che sta bene, Maria Teresa mangiava un gelato. Distratti dalla tele come è giusto che sia. Stamani nel Club “La Edicola Le Arcate Una Stella per Vladimiro Caminiti”, Stefano mi ha detto che aveva visto la partita solo stamani. Normale per chi si deve svegliare alle cinque. Invece, Bebo l’ha trascorsa ingurgitando gli spaghetti di mezzanotte. La gente che entrava, chiedeva spesso il risultato dell’incontro. Andava via felice. Siamo un inguaribile popolo di patrioti convinti del proprio ruolo nel mondo del calcio.