Il ricordo di Gaetano Scirea (23 giugno 2014)

Tutta la nazione è con il fiato sospeso. Domani alle diciotto la nazionale italiana giocherà con l’Uruguay. Cesare cambia modulo ed uomini. Giocheranno i tre centrali della Juve, a centrocampo Verratti e Pirlo. Per la gioia di Gramellini, Immobile sarà affiancato a Balotelli. Intanto si apre una voragine pronta ad inghiottire case e persone a pochi chilometri dallo stadio. Sono stato impegnato al telefono con Marlene per definire alcune questioni. I rapporti umani non sono sempre facili. Ci vuole tanto pazienza. Arbitro dell’incontro, il signor Marco Moreno Rodriguez, uomo probo e severo, molto amato nel suo paese. Il Mexico, paese di siesta, di tequila e nel recente passato di revolution. Si dice che oggi molti americani preferiscono andare a vivere in Messico. È la legge del contrappasso. Oggi ho fatto un test: mi chiedevano se ho paura dei ragni (no), degli scarafaggi (no), dei serpenti (no) e dei topi (si). Ognuno ha le sue paura, inconsce o meno. Moreno è un nome che nel calcio italiano evoca una seconda Corea. Pogba è entrato nel secondo tempo nella goleada della Francia alla Svizzera. Lichtsteiner non è pervenuto. Vidal non ha giocato contro l’Olanda e Isla è stato riscattato insieme a Pasquato dall’Udinese. Il Vate sta leggendo il libro di Chiellini su Scirea e mi ha raccontato il suo ricordo legato alla notizia della morte del libero bianconero: stava guardando la Domenica Sportiva, quando il corso normale dei servizi è stato interrotto da Sandro Ciotti che diede la tragica notizia. Mia zia scoppiò a piangere. Il mio ricordo è identico, solo che ero in un’altra cosa e davanti ad un altro apparecchio televisivo.
Alessandro non seguirà l’incontro, io la farò, come al solito da solo, in preda all’angoscia di cambiare spesso canale, ogni volta che la palla si avvicinerà alla nostra area rigore. Questo volta, prometto, sarò forte e non indietreggerò davanti al pericolo dell’onta nazionale. Diminuiscono i divorzi e anche il numero delle api. È proprio un bel paese nel quale molte squadre non schierano mai giocatori italiani nei loro incontri. La colpa di chi è se Sky e Mediaset litigano per i diritti in chiaro delle partite delle squadre con più tifosi? Non certamente di Papa Francesco che per la prima volta scomunica i mafiosi. Chi ha rubato i soldi dello stato per costruirsi una villa grande come una piccola cittadina di provincia? Ai posteri l’ardua sentenza.