Auguri Presidente e ritorno all’attività agonistica (5 luglio 2014)

L’avventura dei mondiali raccontata attraverso le gesta dei calciatori della Juventus.
14.07.2014 14:10 di  Michele Messina   vedi letture
Auguri Presidente e ritorno all’attività agonistica (5 luglio 2014)
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© foto di Federico De Luca

È stato il compleanno del Presidente Giampiero Boniperti, è doveroso ricordarlo: ha trascorso 34 anni a guidare la Juve tra il campo e fuori, 15 anni di attività agonistica e 19 a dirigere la società dietro una vibrante scrivania. Ha vinto tutto: scudetti, Coppe Italia, il Mundialito Club e tutte le coppe europee tranne la Mitropa Cup, duplice trofeo rossonero. La sua frase più celebre era questa: «Alla Juventus vincere non è importante, è l'unica cosa che conta»,  rispecchia la filosofia che l'ha sempre accompagnato, l’altra sua frase era questa: «La Juve è una fede che continua a essermi appiccicata addosso». Si era allontanato dalla società con la Juve di Moggi, Calciapoli lo ha avvicinato alle gesta dei suoi campioni.

Mi trovo a Milano dal Vate, prendere autobus, metro verde, gialla e lilla. Tutti camminano a scatti periodici. Leggo tra le fermate il libro su Morrisey, regalo prenotato per un Natale di diversi anni da Bene. Pranzo in amministrazione e oggi  ho un appuntamento con Roberto. Anche Pogba va via. Non è rimasto nessun giocatore bianconero per le semifinali del mondiali. Tanti dell’Internazionale e del Napule, virtù delle loro scelte esterofile. Prandelli va al Galatasaray. Forse era già tutto previsto in caso di debacle. Prima semifinale Germania contro Brasile. Neymar si rompe una vertebra, mondiale finito. Problemi per Filipäo. La campagna acquisti è bloccata su Iturbe e Morata. Le aste vanno allontanate.

Dopo undici anni sono tornato all’attività agonistica. Dopo un quarto d’ora mi sentivo in bocca le sigarette che non fumo dal 2005. Piccoli scatti e qualche visione letteraria. Ho marcato sovente un centravanti leggero e furbo, dal tocco felpato, abile nei triangoli. Bisognava anticiparlo. Quando non ci sono riuscito ho dovuto ricorrere all’esperienza e ai tocchi proibiti. Cuadrado non mi è piaciuto. Forse un po’ James Rodriguez. Stavo quasi segnando di testa su calcio d’angolo. Il portiere di fede interista ha parato il pallone con un balzo. Maledetto momento storico. Stamani ho le gambe di legno e bevo, su consiglio del Vate, Polase.  Fermata Expò: allontanarsi dalle porte. 

È anche il genetliaco di Marocchi: auguri Formula Uno. Non dimenticherò mai la tua rete a Firenze nel primo scudetto Lippi. Accumulare il tesoretto per i sogni del 4-3-3, schema sognato dal Capitano.