BOATTIN: "Alla Juventus ho cominciato a pensare da professionista. Coming out? Volevo solo raccontare la mia storia con Sembrant"

01.08.2023 20:50 di  Martino Cozzi   vedi letture
BOATTIN: "Alla Juventus ho cominciato a pensare da professionista. Coming out? Volevo solo raccontare la mia storia con Sembrant"

Lisa Boattin, difensore della Juventus Women e della Nazionale, ha rilasciato un'intervista alla rivista Undici. Questi i passaggi salienti evidenziati dalla redazione di TuttoJuve.com

Quando hai capito che il tuo divertimento poteva diventare il tuo lavoro?
"A diciassette anni, quando ho dovuto lasciare la mia casa e la mia famiglia per trasferirmi in Lombardia. Al Brescia ho capito che il gioco stava diventando più serio, in squadra con me c’erano Barbara Bonansea, Martina Rosucci, Cristiana Girelli, l’anno dopo sarebbe arrivata Sara Gama, l’allenatrice era Milena Bertolini. Si giocava per vincere, le aspettative di tutte erano alte. Mi ricordo, durante una delle prime partite, di avere proprio pensato: voglio che questa sia la mia vita".

Quanto sei cresciuta dalla prima volta che hai messo piede a Vinovo?
"È cambiato il mondo. Avevo già vinto lo scudetto con il Brescia, squadra che mi ha fatto capire che il mio sogno era quello giusto. A Torino ho cominciato a pensare come le professioniste, a guardare da vicino i miei idoli di sempre. Da poco mi è capitato di vedere Alex Del Piero. Io volevo il suo autografo ma avevo paura anche a rivolgergli la parola. Per fortuna si è avvicinato lui, e mi ha detto che siamo tutti della stessa famiglia. Faccio ancora un po’ fatica a crederci, ma effettivamente forse ha ragione lui. E questo è un altro privilegio che devo al calcio".

Alla Juventus hai anche incontrato la tua compagna, Linda Sembrant. Il 14 febbraio scorso avete annunciato di avere una relazione. Quanto è difficile nel calcio fare coming out, e come lo hai vissuto?
"A me non piace parlare di coming out. Io volevo soltanto parlare della mia relazione con Linda, nel giorno di San Valentino. Proprio come hanno fatto Cecilia Salvai e Marco Borgese lo stesso giorno. La società voleva parlare della storia di un amore grande, e così io e Linda abbiamo deciso di parlare anche del nostro. È stato un bel momento e non mi aspettavo di ricevere tutto il sostegno che ho ricevuto anche perché so che ancora oggi per alcuni non è normale essere omosessuali. Io però ho ricevuto solo affetto e messaggi belli da parte delle persone. Quindi voglio concentrarmi soltanto su quelli".

Qual è il tuo sogno più grande da calciatrice?
"È una domanda che mi mette i brividi. Non saprei quale tra le due coppe scegliere, Coppa del Mondo o Champions League. La squadra del cuore o l’Inno di Mameli. Però se ripenso alle infermerie in cui mi cambiavo da sola da piccola, capisco che qualunque coppa sarebbe un altro dei tanti privilegi di questa storia, ed è un privilegio anche avere l’opportunità di provare a vincerla".