Solo le nazionali rompono il grande silenzio. Cronistoria del caso Dybala: una gestione inspiegabile. Domani arriva la nuova Champions: basterà a spegnere le velleità di Superlega?

30.03.2021 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Solo le nazionali rompono il grande silenzio. Cronistoria del caso Dybala: una gestione inspiegabile. Domani arriva la nuova Champions: basterà a spegnere le velleità di Superlega?
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Se c’è una cosa di cui alla Juventus va dato atto è quella di saper gestire i momenti no. In realtà ce ne sono molte, chiaramente, ma la capacità di confrontarsi la pressione mediatica è una delle tante qualità che rende la società bianconera unica in Italia. Dopo la sconfitta più pesante degli ultimi tempi, e forse il momento più buio degli ultimi anni, subito s’è presentato Paratici per fare da pompiere a favor di camera. Poi, il grande silenzio. Agnelli ce lo aspettavamo dopo la Champions e ancora non è intervenuto. Ha parlato Pinsoglio, uomo spogliatoio per eccellenza. I big di Madama no, soprattutto sui social, con l’eccezione molto rilevante di Paulo Dybala su cui mi soffermerò a breve. Le nazionali hanno portato in molti casi a rompere il silenzio, ma per esempio gli account di Andrea Pirlo sono fermi al 14 marzo, prima della grande disfatta che ha segnato una spaccatura la cui reale entità si saggerà soltanto in estate. È una dimostrazione di forza, in un certo senso. Anche la mancanza di un’analisi della sconfitta? Può darsi, ma l’importante è che quest’ultima si faccia all’interno dello spogliatoio e del gruppo.

In tutto questo silenzio, ho saggiato con mano in settimana quanto Dybala divida i tifosi della Juventus. Per molti non ha reso quel che può, secondo la maggioranza è però l’uomo da cui ripartire. In qualche caso, il miglior giocatore della squadra. A tal proposito, la si può pensare come si vuole, ma la cronistoria racconta di un caso tutto costruito in casa, prima dei tanti infortuni che hanno reso questa stagione un vero e proprio calvario. Due anni fa, era vicinissimo l’addio e fu l’argentino a opporsi. Risultato: nello scorso campionato è stato eletto miglior giocatore della Serie A e di fatto è stato decisivo nella vittoria di uno scudetto più faticoso di quel che alla fine è sembrato grazie a lui. Oggi la questione si ripropone. Sul rinnovo, la ragione sta probabilmente nel mezzo: c’è il dato economico e c’è anche il fatto che la Juve non abbia mai fatto sentire Dybala davvero centrale. Così avvicinandosi all’estate s’avvicina la probabile cessione. In sintesi: sono due anni che la Juve cerca scientificamente e scientemente di vendere, a volte svendere, il miglior giocatore o uno dei migliori della propria rosa. Finirà che Dybala andrà in un altro club, vincerà la Champions perché il suo livello è quello e se c’è qualcuno che pensa che sia uno dei problemi di questa squadra forse è meglio segua un altro sport, e diremo che la Juve ha fatto un errore. Non si può proprio evitare?

Infine, nelle prossime ore sarà svelata la nuova Champions firmata UEFA ma soprattutto ECA. Una sorta di campionato d’altissimo livello, con un modello molto interessante (il cosiddetto sistema svizzero), che dal 2024 metterà di fronte i migliori club d’Europa. Chissà se basterà davvero a spegnere le velleità di Superlega di alcune delle nostre società. L’impressione, ultimi risultati alla mano, è che le italiane farebbero meglio a concentrarsi su quella che c’è. Non la vinciamo, come Paese, da dieci anni.