Moby Dick - Sarri bersagliato da critiche ridicole. Attaccare un allenatore primo in Italia e in Europa è un vezzo tutto nostrano. Il suo calcio una poesia da recitare a memoria, serve più tempo. Il mister ha una sola pecca....

Corrispondente Daily Mail, autore di 9 libri. Autore e conduttore programma #Alvolante per AntennaSud. Vincitore Overtime Festival della Comunicazione del giornalismo e del premio Campione Odg Puglia
12.02.2020 02:50 di Alvise Cagnazzo Twitter:    vedi letture
Moby Dick -  Sarri bersagliato da critiche ridicole. Attaccare un allenatore primo in Italia e in Europa è un vezzo tutto nostrano. Il suo calcio una poesia da recitare a memoria, serve più tempo. Il mister ha una sola pecca....

Attaccare Maurizio Sarri, primo in classifica, in corsa in Coppa Italia è primo nel girone eliminatorio di Champions League, è un vezzo tutto italiano. Nel paese dove ad imperare è la “Dittatura del Terzo Like” occorre avere molta pazienza per comprendere come la ricerca del risultato a volte non basti a garantire serenità a chi, soltanto qualche me fa, entrava nell’abecedario del record per essere l’ultimo allenatore italiano ad aver sollevato un trofeo internazionale sulla panchina del Chelsea.

Prima di conquistare la corona di Re in Europa, oltre che della Premier League, il plurimo nominato Jurgen Klopp ha dovuto attendere un paio di anni: la filosofia del tecnico tedesco è più verticale di quella Sarriana. Più del possesso palla conta la verticalizzazione, più del possesso palla il numero dei passaggi verso gli attaccanti. Eppure chi invoca il tecnico tedesco in Italia ignora quanto Sarri sia l’allenatore in grado vincere un trofeo Europeo al primo colpo, in un calcio diverso e senza una grande esperienza nei top club. 

La critica nei riguardi dell’allenatore che veste come un artigiano di un romanzo di Collodi è oltremodo ridicola. Gli stessi che criticano il suo vezzo del fumo sono gli stessi che buttano cicche per terra o non conoscono nemmeno lontanamente la raccolta differenziata: Sarri è un uomo comune e come tutti gli uomini venuti dal basso di un piccolo ufficio di una banca non presta molta attenzione alla forma. Il suo calcio è una poesia e come tutte le poesie va imparato a memoria per essere recitato con enfasi.

Se Pjanic e Bentancur accusano attimi di straordinaria leggerezza la colpa non può essere dell’allenatore. Così come se Bonucci scopre una insana passione per il volley in area di rigore nessuno può accusare il tecnico toscano di idiosincrasia al calcio d’altura. L’unica pecca oggettiva è quella della totale incapacità di sfruttare i calci di punizione e i calci d’angolo a favore, patendo miseramente ogni palla in area di rigore per quella maledetta idea del calcio a zona. Questa Juventus spiccherà il volo con ancora più vigore ma questo, probabilmente, non interessa a nessuno...