La Juventus può stravolgere la sua filosofia sul mercato ma c'è un passaggio indispensabile affinché avvenga: il suo allenatore dovrà fidarsi e accettare le scelte degli uomini mercato

Nato a Firenze nel 1985, è inviato di Tuttomercatoweb. In RAI con 90° Minuto, con Calcio Totale e con Notte Azzurra, ha lavorato con Radio Sportiva, con Radio RAI e con Il Messaggero.
27.09.2022 00:01 di  Marco Conterio  Twitter:    vedi letture
La Juventus può stravolgere la sua filosofia sul mercato ma c'è un passaggio indispensabile affinché avvenga: il suo allenatore dovrà fidarsi e accettare le scelte degli uomini mercato
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Nel mondo del calcio, ma del lavoro in generale, le macchine funzionano al meglio quando ogni rotella dell'ingranaggio compie il suo lavoro al meglio. Quando ogni singolo tassello del domino va al suo posto, formando il giusto quadro finale. Non quando una pensa di rappresentare l'intero dipinto, quando ritiene di poter fare al meglio il compito delle altre. Quando manca la capacità non tanto di fidarsi ma di affidarsi. Che è un concetto ben diverso. Perché la sensazione che si è respirata durante tutta l'estate è che la squadra mercato della Juventus si sia messa al servizio delle scelte e delle idee di Massimiliano Allegri. Che abbia avuto gran voce in capitolo negli arrivi, negli acquisti, nei tagli, nelle cessioni, nei sì e nei no.

L'esempio Zakaria

Quello di Denis Zakaria, che ora manda messaggi traversi da Londra quando prima non ha mai avuto forza, coraggio, o forse modo di farlo, è l'esempio massimo. Un'occasione e un'intuizione. Un giocatore moderno, muscoli, fisico, tempi d'inserimento, spada e fioretto. Uno adatto a più schemi, versatile, già con mentalità europea. Però Allegri non ha saputo capirlo, adattarsi al suo modo di giocare e lo svizzero ha subito l'integralismo dell'allenatore. Così la sua più che un'avventura calcistica è stato un Erasmus sfortunato.

Cambiare sì ma serve che Allegri si affidi agli uomini mercato

Cherubini, Tognozzi e Manna, ognuno nei suoi campi, hanno idee. Lo dimostrano le giovani scoperte, la migliore Kenan Yildiz che mostra e dimostra conoscenza del calcio e ricerca delle occasioni giuste. Non tutte le ciambelle posson venire sul buco, beninteso, ma quelle di Milan e Napoli sono due strade virtuose da seguire. Perché sono la strada che il calcio italiano, lontano per revenues al momento per quello che è il mondo inglese, spagnolo e pure tedesco, deve perseguire. Coraggio. Idee. Funzionalità. I giocatori giusti per il progetto a cui l'allenatore deve sapersi adattare e attorno a loro, assieme a dei legittimi capisaldi che può e deve scegliere, costruire il futuro. Non tutti i colpi possono essere un Kvaratskhelia, un Tomori, beninteso, ma il rischio è sempre bilanciato dalle prospettive di crescita tecnica ed economica. Allegri si fidi dei suoi. Così potrà rilanciare un nuovo ciclo, visto che questo sembra partito con prospettive tutt'altro che rosee. Prima che sia tardi. A meno che la Juve non decida di cambiare tutto e non solo filosofia sul mercato.