L'IMBOSCATA - Juventus, cioè gioventù. Il giorno del giudizio: Procura Federale sconcertante. Gola profonda nella Procura di Torino? I media hanno inzuppato il biscotto, "occultate" tesi difensive. "E' morto il Re: viva il re

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
20.01.2023 00:56 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Juventus, cioè gioventù. Il giorno del giudizio: Procura Federale sconcertante. Gola profonda nella Procura di Torino? I media hanno inzuppato il biscotto, "occultate" tesi difensive. "E' morto il Re: viva il re
© foto di Andrea Bosco

di Andrea Bosco

JUVENTUS: CIOE' GIOVENTU'

Ma guarda.  Rientrano i giovani e la Juventus dopo la tramvata di Napoli,  torna a vincere contro un gran bel Monza, ben allenato da Palladino, oliando il cammino in Coppa Italia. Segna ancora Kean ed è un bel viatico per uno che costantemente viene messo in discussione. Segna un gol strepitoso Chiesa ed è per Allegri la notizia più bella. Stava per segnarne uno di surreale per  fattura  e  concezione,  Di Maria. Senza mezzi termini: se Di Maria solo vuole può farne almeno uno gara. Contro chiunque: tecnicamente è un marziano. Buone risposte dal resto del gruppo. La “risposta“ che il presidente Ferrero aveva auspicato. Cose negative? La solita: gol preso da palla inattiva. Passano gli anni, ma la solfa è sempre la medesima. Sulle palle inattive  la Juve si appisola, gli uomini (maledetta difesa a zona) perdono la marcatura, non saltano, non anticipano. E ovviamente pagano. Bello il colpo di testa di Valoti, ma si doveva e poteva fare meglio. Sulle palle inattive, la Juventus deve essere un bunker. La sua area di rigore deve essere la sua casa. E a casa tua gli estranei non li fai entrare. Ora la Juve affronterà nel prossimo turno la Lazio. E vedremo se la Coppa Italia continuerà ad esserle amica. In campionato si sta avvicinando l'Atalanta che sta vivendo un momento di forma strepitoso dal punto di vista balistico. Sarà una gara che dirà molto dello stato di salute della Juve. Certo che se Allegri potesse avere presto a disposizione sia Pogba che Vlahovic,  la stagione della Juve potrebbe avere una sterzata. La strada giusta è quella dei giovani, mixati con qualche giocatore esperto: fifty, fifty . Gli anziani, che hanno esperienza e possono “guidare“. E i giovani che  hanno talento e voglia di sfondare. Altri ce ne sono di proprietà della Juve. Quei Ranocchia e Rovella che indossano la maglia del Monza, quel Cambiaso che gioca (quando gioca) a Bologna. Quel Nicolussi Caviglia che ha realizzato in serie B il suo primo gol. E poi i tanti talenti della Juve Next Gen e della Under di Montero . Fra tutti, ci fai più di due squadre. Dicono che a fine stagione Allegri potrebbe salutare.  Dipenderà da lui. Se farà crescere i giocare i giovani, se li continuerà a far maturare, se crederà in loro, Allegri resterà al suo posto. Qualificazione o meno in Champion's. La Juve del futuro sarà giovane. Con qualche innesto di qualità. Non ci sarà posto per ulteriori contratti onerosi. Quelli in essere saranno “ congedati” a fine stagione . Il nuovo corso inevitabilmente partirà da presupposti antichi. Quelli di Boniperti, Allodi e Picchi, poi Cesto, dopo la malattia che si portò via prematuramente Picchi. Era la Juve, quanti hanno i capelli grigi lo rammenteranno, del giovane Bettega, di Spinosi, di Capello, di Marchetti, di Landini II, di Titti Savoldi e di tanti altri ai quali dava sostegno a tre quarti gara, il vecchio Josè Altafini che da  intramontabile drago , la metteva dentro quasi sempre.  La Juventus ha preso dalla serie D un esterno d'attacco di cui si dice un gran bene, che nel suo campionato ha già realizzato sette gol:  sarà aggregato alla squadra di Brambilla. Cammino segnato. Anche  per quanto riguarda  la squadra femminile. Nessuna spesa folle e  talenti giovani (qualche ragazza  sta per rientrare a Torino dai prestiti) possibilmente italiane .  

GOLA PROFONDA? 

Ci siamo:  giustizia sportiva (caso plusvalenze:  Chinè riaprirà il processo o archivierà?) E giustizia ordinaria. Il neo presidente della Juventus, Ferrero, ha dichiarato che la società “si difenderà in tutte le sedi, affrontando senza arroganza le accuse che le vengono mosse“. Il problema per la Juventus è che (almeno a livello penale) - assecondando il sentire popolare –  sembra un dibattimento superfluo. Ogni  sferruzzatrice chiede a gran voce che la ghigliottina cominci a funzionare. A tal punto che – alla fine –  una si è beccata una querela. Resta un percorso oscuro.  Zeppo di trappole, di intercettazioni rivelate, di brogliacci pubblicati . Ultimo “la carta di Ronaldo“ firmata da Fabio Paratici con la quale si sottoponeva a Cr7  una ipotesi di pagamento dilazionato. Carta mai depositata in Lega. Carta che non ha  (a meno che non ne esista un 'altra) la firma di Ronaldo. Ergo, carta fasulla tipo eroe di Calvino: inesistente. Quel cavaliere era una armatura vuota.  Carta che però è stata pubblicata dal “Corriere della Sera“ prima che il dibattimento (previsto nel  corrente mese) abbia avuto inizio. Quindi delle due l'una: o quel documento è un atto pubblico, ergo consultabile e allora il “Corriere della Sera“ oltre che a realizzare uno  scoop, ha fatto solo egregiamente  il suo lavoro. Oppure c'è un “corvo“  alla Procura di Torino, la carta non avrebbe dovuto uscire da quegli uffici, qualcuno l'ha fatta deliberatamente “camminare“, e allora è la  Procura di Torino che non ha fatto bene il suo lavoro.  Non  si dica: “un cancelliere infedele“. Ho rispetto per la categoria dei cancellieri costretti a lavorare ancora tra  piramidi di documentazione cartacea, nell'ambito di un sistema archeologico: la giustizia italiana.  Forse c'è  una “gola profonda“  nella Procura di Torino, che offre becchime ai media. In questo secondo caso, una ispezione  sarebbe opportuna. Al pari di un esposto, nel merito, della Juventus. Il Corsera avrebbe dovuto titolare  La carta che secondo i pm inguaierebbe la Juventus“ , non “La carta che inguaia la Juventus“. I media  hanno inzuppato il “biscotto“. E senza mai illustrare  la tesi difensiva della Juventus. Quando l'hanno avuta (la tesi)  ne hanno dato conto in due righe: citofonare “Report“.  E' un vecchio vizio quello dell'informazione italiana di  accanirsi non appena a scorrere è  il sangue. Poi magari un “presunto colpevole“ dopo tre/ quattro anni (e dopo che la sua reputazione e la sua vita sono state rovinate) viene assolto. Ma  la notizia finisce a una colonna in decima pagina. Se va bene. E soprattutto: nessun magistrato che “sbaglia“  mai paga  in solido, per i suoi errori.  Come avviene in qualsiasi altro mestiere .

PROCURA FEDERALE SCONCERTANTE  

Sconcertante, su altro fronte,  l'atteggiamento della Procura Federale. Che prima archivia e assolve tutti. Ma che adesso, dopo l'ordalia, lanciata  da numerosi media, ha richiesto  le carte ai pm di Torino e valuterà (oggi) se riaprire o meno l'inchiesta sulle  plusvalenze.  Chinè scopre quello di cui tutti erano a conoscenza: che per far quadrare i bilanci, le società creavano plusvalenze. Con due problemi. Il primo: che non può Chinè, dare un valore ai giocatori basandosi su siti di mercato che quasi sempre lavorano in simbiosi con gli agenti dei giocatori. Il secondo: solo la  Procura di Torino  ha aperto una indagine sulla Juventus. E sempre sulla Juventus (pietra angolare) la Procura Federale  si sta muovendo per riaprire una inchiesta da lei archiviata. Ci sono società che dalla prima inchiesta sono “uscite“ . Ma che potrebbero clamorosamente “rientrare“ .  

Quindi la baleniera Juventus, dovrà affrontare in simultanea, due Moby Dick: due bellicose   procure . 

E'  MORTO IL RE: VIVA IL RE 

Andrea Agnelli si è congedato non senza emozione. Ha vinto il doppio degli scudetti  del Patriarca fondatore che  negli anni Trenta  ne aveva vinti cinque di fila. Ha ammodernato la società : lo stadio di proprietà, il J Medical, la Continassa con relative strutture, il Museo, la seconda squadra ( unica società in Italia a farlo ), la squadra femminile, vincente, pluri-scudettata  che ha dato basilare impulso per il professionismo nel calcio femminile . E ancora , il marketing, il merchandise, la proiezione su tutti i mercati del mondo, un nuovo innovativo logo. Certo sono stati commessi  da Agnelli, presidente tifoso, anche errori:  una Superlega mal annunciata , mal costruita e infine abortita. Una comunicazione a volte spocchiosa. Una volontà espansionistica  a scapito della correttezza del  bilancio . Tanti incredibili campioni. Ma costosi e comunque incapaci di portare la Juventus alla conquista del  "sogno“ mai realizzato: la Champion's. E poi  quell'alternarsi frenetico  di allenatori,  nell'ultimo triennio,  come raramente, nella sua storia, la Juventus aveva fatto. Una progettualità  diventata un flipper. L'incapacità di relazionarsi “politicamente“ con il Palazzo. Affidandosi, di volta in volta,  a compagni di viaggio rivelatisi  cinici e  meschini. Ma soprattutto: quella  discutibile rivoluzione dei “quarantenni“. Rivelatisi: più ambiziosi che competenti. I vecchi saggi come Beppe Marotta, sono rari nel calcio.  Dopo Andrea Agnelli,  al quale, in ogni caso, il popolo bianconero deve gratitudine  per un decennio vissuto alla “grande“, ora la Juventus è all'anno zero. E' morto il re: viva il re.  Ci vorranno stagioni di attesa per tornare in vetta . La “nottata” sarà lunga. E, benché  uno stormo di avvoltoi, auspichi penalizzazioni, retrocessioni, radiazioni, una Juve  per qualche stagione fuori dal podio sarebbe  (sarà?) un male per il calcio italiano. Un male per i ricavi  dei media  Che ai tifosi (e quelli della Juve sono oltre 10 milioni)  vendono i giornali, vendono gli abbonamenti radiofonici e televisivi, vendono i libri. Il danno sarebbe  per l'intero movimento. Come accadde ai tempi di Calciopoli. La serie B, dopo la retrocessione della Juventus andò, per una stagione  alla grande. Non così, la serie  A. Nonostante la  performance del Milan in Champion's.  Sarebbe  opportuno che la coltre di ipocrisia con la quale l'attuale situazione viene maneggiata, venisse cancellata da una verità che i media si rifiutano di raccontare : perché non fa audience. E cioè che nella stagione del Covid, durante la quale sembrava  che il paese potesse scomparire per effetto del contagio, con le bare che uscivano sui camion dell'esercito nottetempo da Bergamo, come i monatti da Milano, durante la peste descritta da Manzoni . Con  il campionato sospeso. E  con l'allora governo in carica  pensoso e riottoso sulla possibilità di farlo riprendere . Con  le gare a porte chiuse. E a volte iniziate alle 23.00. Con  l'Europa “chiusa  per infezione“, con le Asl  dai pareri contrastanti e difformi, con una Procura Federale mal assistita da una Federazione determinata solo nella declinazione di un verbo:  “sopire“.  In tutto questo , la necessità delle società di trovare  aggiustamenti finanziari per non implodere,  è stata fisiologica  e per certi versi indispensabile . 

Se saranno riscontrati  reati , lo scrivo per l'ennesima volta,  la Juventus (e  con lei qualsiasi altra società)  dovrà  essere punita: severamente. Ma  si guardino le procure dal far cadere il “castello“ per il protagonismo di qualche pm . 

Perché il pericolo vero è che mentre il calcio italiano si auto- flagella, il Palazzo “svenda“ il prodotto per una manciata di copechi. La Supercoppa  Italiana a Doha (che solo 500 tifosi hanno potuto per i costi elevatissimi, partendo dall'Italia, seguire)  sarà disputata in Arabia Saudita per le prossime quattro edizioni. E la Lega sta pensando di far disputare una intera giornata del prossimo  campionato in Arabia o negli  Emirati.  Per quei  quattrini che mancano sempre di più ad un calcio nazionale, che nonostante la colonizzazione procede con le pezze al sedere.  “L'importante è esagerare“ cantava il menestrello Jannacci. Ma spiegava Musil nello stupendo “L'uomo senza qualità“  che “dalle  più violente esagerazioni nasce , col tempo,  una nuova mediocrità“ .  

SCIPPATO ROBESPIERRE 

Senta: è la seconda volta che mi mette una etichetta  sulla schiena.  E' fuori strada: Ma  se non ci crede,  per dirla con Clark Gable, “francamente  me ne infischio“.  Le piace Conte? A me no.

 Avvocato del popolo  lo fu  Robespierre. Altra categoria . 

Piuttosto: invece  di fare  le pulci al  prossimo,  provveda  a rammendare le sue di  “toppe“.  

Lei  non sembra un Leopardi autorizzato a  permettersi temerarie  licenze grammaticali. Ma non le porto rancore. Al punto da risparmiarle il pensiero di Vico sugli “adoratori“. Non perda tempo con Wikipedia. Non lo troverebbe.