Juve, quanto è difficile migliorare una squadra quasi perfetta. N'Zonzi costa tanto, forse troppo. Douglas Costa "a un passo", ma la sorpresa è dietro l'angolo. Diritti TV, grosso guaio in Serie A

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
13.06.2017 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Juve, quanto è difficile migliorare una squadra quasi perfetta. N'Zonzi costa tanto, forse troppo. Douglas Costa "a un passo", ma la sorpresa è dietro l'angolo. Diritti TV, grosso guaio in Serie A

Ci eravamo lasciati con la Juve senza acquisti, ci ritroviamo con la Juve ancora senza acquisti. Trattative in dirittura d'arrivo come se piovesse; di affari fatti, però, non vi è alcuna traccia. Nell'estate scoppiettante del calciomercato italiano, a dirla tutta, si è mosso per ora soltanto il Milan. Sembra già agosto, almeno per i rossoneri. La sostenibilità economica nel lungo periodo è da verificare, per una società che senza Champions League si appresta a toccare quota 200 milioni di euro spesi. Il progetto tecnico del Diavolo, però, intriga/preoccupa parecchio. E conferma, in attesa che anche l'Inter possa battere qualche colpo, quella sensazione che circola da un po' di tempo: il prossimo anno in Italia sarà più difficile, visto il ritorno delle milanesi. 

La Juve, nel frattempo, aspetta. Sonda a destra e sinistra, si interroga su come migliorare questa squadra. È questa la vera difficoltà: come si migliora una squadra arrivata a un passo dalla perfezione? La serata storta di Cardiff fa dimenticare che l'undici titolare bianconero, al momento, ha pochi margini di miglioramento. Le strade possono essere due: comprare un grande campione, magari due, oppure allargare il ventaglio delle scelte a disposizione di Allegri, con cinque-sei innesti di valore. I nomi, per l'uno e per l'altro progetto, circolano da un po'. Con qualche storpiatura: la fattibilità dell'operazione Di Maria è tutta da dimostrare, visto l'ingaggio dell'argentino. Più facile arrivare a Douglas Costa, che infatti è sempre più vicino, ma anche qui vi è da intendersi: capisco il fascino esotico del brasiliano, che peraltro è un gran bel giocatore e nel 4-2-3-1 di Allegri sarebbe bellissimo. Ma siamo sicuri che abbia davvero qualcosa in più di Federico Bernardeschi? Al di là delle valutazioni tecniche, negli ultimi anni la Juventus ha inseguito, leggendo le aperture dei quotidiani, prima Alexis Sanchez, poi Draxler, nel mezzo altri nomi altisonanti che però non sono arrivati. Al contrario di altri, che a Torino sono sbarcati e sono andati a un passo dal vincere tutto. La sorpresa, in buona sostanza, è sempre dietro l'angolo quando si parla del mercato di Marotta e Paratici.

Sempre in entrata, Buffon ha di fatto ufficializzato l'arrivo di Szczesny. E sul polacco ci siamo già detti qualcosa: l'unica spiegazione ipotizzabile è che un giovane portiere italiano sentirebbe troppo la pressione dell'eredità di Gigi. Con Van der Sar, però, non è andata benissimo e dagli errori del passato si potrebbe anche imparare. Comunque, Buffon l'ha "benedetto" e tra i due ha sicuramente ragione lui, quindi amen. Un altro nome caldo è quello di Steven N'Zonzi. Anche qui, stiamo parlando di un giocatore di livello europeo, ma ci sono un po' di contraddizioni da chiarire. Prima fra tutte, quella relativa al ruolo. In giro si leggono grandi analisi sulle qualità difensive del centrocampista francese. È alto, è grosso, gioca a centrocampo: recupera palloni, facile. In realtà, basterebbe averne seguito la carriera per sapere che le cose migliori le ha fatte quando era più slegato da compiti difensivi, più libero di aggredire lo spazio davanti a sé, anziché preoccuparsi di quello dietro. La coppia perfetta, in sostanza, sarebbe quella con Khedira. Non con Pjanic, che costringerebbe il giocatore oggi del Siviglia a un lavoro non proprio confacente alle sue qualità migliori. C'è poi il fattore legato al costo: 40 milioni di euro per un quasi 29enne non sono pochi. In sintesi, sarebbe una buona operazione, ma in giro si potrebbe trovare di meglio, anche nel rapporto prezzo/qualità (due nomi? Krychowiak e Pellegrini, Verratti costa troppo ma sarebbe il vero colpo da fare). E la domanda resta quella: N'Zonzi è più forte di uno fra Pjanic e Khedira? Se la risposta fosse no, forse non vale la pena spendere tanto. Sugli altri innesti, le novità non le raccontiamo perchè non ve ne sono: Schick è cosa fatta, mancano i dettagli ma il ceco può essere un campione. Dovrà essere bravo Allegri a non lasciarlo nella pesante ombra di Higuain. Paredes è sempre vicino, ma deve prima partire qualche centrocampista dalla rosa delal Vecchia Signora. De Sciglio sarà cosa fatta quando il Milan chiuderà per Conti, Keita è bloccato ma nel mercato ci si può sbloccare e quindi conviene vigilare.

Le entrate, come ovvio, dipendono anche dalle uscite. E questo sarà un capitolo decisivo nel mercato bianconero. La Juve ha detto "no, grazie" ai 60 milioni di euro offerti dal Chelsea per Alex Sandro. Una scelta che ha due spiegazioni. La prima particolare: è difficile trovare a un prezzo di molto inferiore un giocatore anche lontanamente paragonabile al brasiliano. La seconda generale: l'idea che sta maturando è quella di una Juve senza cessioni eccellenti. Una novità assoluta, nel periodo post-Calciopoli. Negli ultimi due anni sono partiti Pogba e Vidal, le stelle della squadra. Prima, le cessioni eccellenti erano difficili da ipotizzare perché grosse stelle a livello mondiale non ve ne erano. Ora ci sono, da Dybala in giù, ma dovrebbero piovere conferme in blocco. Sarebbe una svolta nella strategia bianconera, può essere la prova del nove del valore della società. Non solo sotto il profilo economico, ma anche dal punto di vista dell'immagine. Se la Juve trattiene un giocatore nonostante le lusinghe dei top club europei, vuol dire che è considerata dal suddetto un top club. Roba, per capirsi, che due anni fa non succedeva. 

Una provocazione finale, sui diritti tv. L'asta è andata (quasi) deserta, o meglio è stata desertificata dalla FIGC, che ha respinto le poche proposte pervenute. Il panorama è sconfortante. La Serie A, al netto degli auspici dell'advisor, ha un appeal prossimo allo zero. Classifica alla mano, nell'ultima stagione a 7-8 squadre è bastato vivacchiare per conquistare la salvezza. La corsa all'Europa League è stata al ribasso, quella alla Champions non è mai iniziata. Con tutti i corollari che ne conseguono: partite noiose, tribune quasi vuote, uno spettacolo che di spettacolare ha avuto quasi nulla. Il nostro modello di ripartizione dei proventi radiotelevisivi, poi, è l'inno all'immobilismo. Non solo sono molto più bassi che negli altri 3-4 campionati di vertice, ma sono anche molto più iniqui. Il calcio italiano, da questo punto di vista, è da buttare nel cestino e rifare daccapo. Detto questo, la Serie A non può essere sempre e comunque nelle mani degli operatori televisivi. Al momento lo è, o meglio lo sono le sue squadre, e questa è già una stortura da correggere. Se però SKY e Mediaset, con strategie diverse ma entrambe lecite, intendono approfittarsi di questo stato della situazione, che gli si risponda per le rime. TV della Lega, o meglio ancora: diritti televisivi ceduti gratis alla Rai, con introiti successivi parametrati all'aumento dell'audience sul servizio pubblico. Che ci sarà, perché il calcio italiano sarà pure schiavo delle TV, ma anche queste ultime hanno bisogno del suo prodotto.