Il miglior pregio di Pirlo: l’assenza di un pirlismo. Allegri e altri luoghi comuni: la Juve fa la Juve quando è spietata. Come sabato, la migliore della stagione

09.02.2021 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Il miglior pregio di Pirlo: l’assenza di un pirlismo. Allegri e altri luoghi comuni: la Juve fa la Juve quando è spietata. Come sabato, la migliore della stagione
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Diceva qualcuno che tutti gli -ismi si nutrono l’uno dell’altro. Anche se declinati al calcio, che resta un gioco semplice anche se c’è a chi questo concetto non piace. Chiudere in categorie e gabbie, del resto, è opera di chi segue, non di chi inventa. Sacchi è stato meno sacchista di tanti sventurati epigoni. Idem Guardiola. A Napoli s’inventarono il sarrismo e ne rimasero infine delusi. Ha sedotto anche la Juventus, scottata. Dell’allegrismo, se avrete pazienza, ne parliamo poco sotto. Il miglior pregio di Andrea Pirlo come allenatore, da questo punto di vista, è quello di non doverci confrontare con il pirlismo. Per carità, è anche inevitabile dato che si parla di un tecnico agli albori. Ma qualcuno ha provato a cucirglielo addosso. E invece il tecnico della Juventus ha saputo essere flessibile, mettendo davvero da parte la tesi di Coverciano. Sta di fatto che, pur con tutte queste spiegazioni, è una boccata d’ossigeno poter ragione fuori dal dogmatismo che troppo spesso ci portiamo dietro.

Qualcuno, sabato sera contro la Roma, ha rivisto la Juventus di Allegri. Ecco, l’allegrismo che sarebbe pragmatismo che sarebbe risultatismo. Un mischione di luoghi comuni: intanto, anche il più teorico degli allenatori sa che senza vincere non va lontano. Il calcio si evoluto con Michels, Cruijff, Sacchi, Guardiola. Cos’hanno in comune? Hanno vinto tutti. Prima di qualsiasi altra cosa. Poi, il pragmatismo che sarebbe di Allegri e non della Juventus, come se il livornese si meriti per qualche ragione di essere un fantasma aleggiante sulla testa di qualsiasi allenatore bianconero. Ecco, non penso sia un mistero che chi scrive sia un grande fan di Allegri, ma attribuirgli l’idea che l’unica Juve cinica sia stata la sua è decisamente troppo. Tutte le volte in cui la Juventus è stata una grande squadra, lo è stata perché cinica e spietata: Trapattoni, Lippi, Capello, lo stesso Conte. È la cifra identitaria dei bianconeri: prima, durante e dopo Allegri che ha saputo incarnarla. Per questo, la versione vista contro la Roma è stata la migliore di questa stagione. Non la più divertente, non la più fraseggiante, non la più dominante. Chi se ne frega: è stata quella che ha meglio risposto a ciò che la Juventus rappresenta, non da dieci ma da cent’anni. Ha vinto senza mai soffrire davvero. Continuasse su questa strada, filerebbe tutto liscio, ma è quella che ha intrapreso anche l’Inter di Conte, andato a un’ottima scuola. Stasera ci sarà da divertirsi.