SOTTOBOSCO - Tempesta perfetta sulla Juventus: una squadra, una società un modello aziendale in crisi. Manca un Marotta. Agnelli dovrà leggersi Erodoto e Allegri dovrà chiarirsi le idee

30.08.2021 00:56 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO  - Tempesta perfetta sulla Juventus: una squadra, una società un modello aziendale in crisi. Manca un Marotta. Agnelli dovrà leggersi Erodoto e Allegri dovrà chiarirsi le idee

La tempesta perfetta si è abbattuta sulla Juventus .

Non è solo una squadra in crisi, la Juve. E' una società in crisi. E' il suo modello aziendale ad esserlo.  I 400 milioni che l'azionista di maggioranza ha immesso per ripianare il debito, lo testimoniano.

Andrea Agnelli ha al suo attivo nove scudetti vinti di fila. Alcune coppe nazionali e due finali di Champions. Una tirannia che ha logorato anche il tiranno.  Non ci sono congiure. C'è piuttosto, oggi,  la percezione che la Juventus “non sia più“. Non fa più paura, la Juve.   

Cristiano Ronaldo è stato una grande operazione. Per la Juventus e per il calcio nazionale. Ha portato denaro, sponsor, mediaticità, identità internazionale. Ma al netto dei 101 gol segnati in tre anni, la Juve con Ronaldo non ha preso un giocatore da “inserire“: ha preso un'azienda. Ronaldo ha dato alla Juve reti e prestigio. Ma era di passaggio. Juve  mollata a tre giorni dalla chiusura  del mercato e di fatto  impedita a rimediare. Kean è una Abarth che sostituisce una Ferrari California:  non sostituisce. Dopo Sarri e Pirlo, dopo due mercati (a parte de Ligt) carenti,  Cr7, ha fatto, inevitabilmente, i suoi interessi. La Juve risparmia circa 90 milioni. Ma i denari non fanno gol, come noto.

Come Icaro, Andrea Agnelli  è  volato con ali di cera troppo vicino al sole. Oggi  mentre  (di fatto) la Superlega, in disprezzo al fair play finanziario è decollata con quattro società (Psg , City , United e  Chelsea) in un mondo di squali, la Juve  rappresenta un barracuda. E rischia di essere divorata  (lei e non solo lei) dai megalodonti che si sono impadroniti  degli oceani,

In tutto questo,   una errata valutazione. Hai preso Hamilton: ma invece che dargli una monoposto da Formula Uno, lo hai messo al volante di una supercar da 24 Ore di Le Mans. Questo è successo con Cr7. Lo hai pagato.  Lui ti ha ripagato con i gol. Ma è rimasto un corpo estraneo. Allegri ha detto che sono “passati i Sivori, i Del Piero, i Platini ma  resterà la Juventus“. Questo è vero. Ma  Agnelli dovrà leggersi Erodoto. Quel  passaggio relativo “all'invidia degli dei“. Non appena cerchi di avvicinarti, gli dei ti puniscono. Ti fanno affondare le navi al Capo Sunio. Ti popolano i campi di cavallette. Ti rivelano come la tua compagna faccia, quando non ci sei, l'etera. Che in quei tempi antichi era un modo educato per definire la professione più antica del mondo .

La Juve va rimodellata. Appare sempre più evidente che una figura alla Marotta  risulti  indispensabile.

La Juve ce lo aveva, Marotta. E aveva Paratici, bravo nel suo mestiere, non in quello di Marotta. La vicenda Suarez è  stata una “grezza“ paragonabile a quella del leghista Durigon per il  parco “Mussolini“. Allegri è arrivato per sistemare un ambiente poco “allenabile“ . Con la testa molto rivolta alle nazionali e poco alla Juventus. Allegri ha un contratto di quattro anni. Non farà miracoli. Non subito. Non puoi passare da un sistema “conservatore“ al marxismo. Per  avviare infine la “restaurazione“. Non è così semplice. In tre anni la Juve ha cambiato tre progetti. Ora ha giocatori che sono più anziani. Giocatori che  causa ingaggi  esorbitanti risultano  non vendibili. Giocatori modesti che si reputano fenomeni. Giocatori immaturi . Ci vorrà tempo. Ma anche Allegri  dovrà chiarirsi le idee: alcune scelte sono risultate criptiche. Non si inventi  Allegri, soluzioni estemporanee. Non è stato richiamato per fare il fenomeno. E' stato richiamato per normalizzare un ambiente  fuori controllo.  Nel calcio capita di cadere  contro l' Empoli e di andare poi magari  a vincere a Napoli. Ma se non hai gli occhi foderati di prosciutto sai che tante cose, nella Juve, dovranno essere  cambiate. Velleitaria speranza? Spiegava Come  George Bernanos: “La speranza è un rischio da correre“.