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Gregucci su Paredes: "Filosofia di gioco Juve lo ha danneggiato, ma può dare una grossa mano per il finale di stagione. Sul suo futuro..."

16.05.2023 11:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Gregucci su Paredes: "Filosofia di gioco Juve lo ha danneggiato, ma può dare una grossa mano per il finale di stagione. Sul suo futuro..."
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© foto di Nicola Ianuale/tuttoSalernitana.com

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex tecnico di Leandro Paredes ai tempi dello Zenit San Pietroburgo, Angelo Gregucci, per parlare del suo pupillo e non solo:

Quella con la Cremonese è stata la miglior prova stagionale di Leandro, ma forse arriva troppo tardi visto che siamo già a maggio inoltrato. Che ne pensi?

"Non ho mai avuto dubbi sulle sue qualità tecniche, nel frattempo poi è diventato campione del mondo a stagione in corso. Leo deve mettere apposto determinate situazioni, adesso mi sembra un po' più coinvolto nel progetto al contrario di prima che sembrava ai margini. Può dare una grossa mano alla Juventus, dovrà dare delle risposte molto importanti per questo finale di anno".

Come mai, a tuo parere, tutte queste difficoltà in una squadra in cui non c'è praticamente concorrenza nel suo ruolo a livello di caratteristiche?

"Non so che sia successo, onestamente, l'unica cosa che posso dire che è i giocatori argentini sono di garra per natura. La Juve non ama giocar la palla, è una squadra che tende a chiudersi e poi ripartire. Forse questo tipo di filosofia può averlo danneggiato, perché a Leo piace toccar tante volte il pallone. Poi sotto il profilo agonistico devi saperlo un po' rallentare, in modo da non farlo eccedere troppo".

La Juve non sembra intenzionata a riscattarlo. Ma è un giocatore su cui il Gregucci allenatore avrebbe ancora puntato?

"La Juventus deciderà con calma le migliori strategie da adottare, chi meglio dello staff lo conosce ed è in grado di intuire le qualità che può fornire a questa squadra".

Nell'anno in cui la Juve prende il regista, scopre in realtà di avere in casa dei giovani altrettanto validi. E' un po' un paradosso, no?

"Penso che sia stata premiata l'idea di puntare su quel progetto, paradossalmente nell'anno in cui dovevano giocare a metà campo Paredes e Pogba. E invece sono stati i giovani a trovare spazio e opportunità. La Juve è stata l'unica in Italia a voler fare quel tipo di progetto, in questo modo si sta crescendo in casa in maniera esponenziale i giocatori del domani. E' un esempio per gli altri, perché puntare su questo tipo di percorso significa avere un patrimonio. Suggerisco alle altre squadre, specialmente a quelle più blasonate, di iniziare a fare le seconde squadre".

Tra l'altro notizia di qualche giorno fa, ma l'Atalanta sarà la seconda squadra a fare una formazione Next Gen dopo la Juventus.

"Non è che stiamo scoprendo l'acqua calda, sono anni che funziona benissimo in Spagna e in Inghilterra. Per i giovani è il processo migliore per la loro formazione, così si costruisce un patrimonio. Anche perché il campionato Primavera, numeri alla mano, negli ultimi dieci anni ha prodotto poco. Se noi avessimo un torneo di valore, in cui tre o quattro giocatori a squadra riuscirebbero poi ad imporsi nei grandi, allora oggi discuteremo di altro. Secondo me quello non è un percorso, a differenza del costruire una squadra tutta tua e farli allenare da chi dici tu. I ragazzi crescerebbero nell'ambiente di casa, non in altri club che devono pensare ad altre cose. La Primavera 1 è già lì sotto attenzione, la Primavera 2, 3 e 4 per me sono fallimenti".

Nicolò Rovella può essere già pronto per un ruolo importante all'interno della prima squadra del prossimo anno?

"Al Monza ha dimostrato di esserlo, però bisognerà prendere una decisione importante: se lasciarlo lì, oppure riportarlo alla casa madre. Già al Genoa aveva dato dei buoni segnali, quest'anno ha fatto molto bene. Ma la Juve è la Juve, a Torino devi arrivare con una mentalità super e un bagaglio tecnico molto importante. Altrimenti sarebbe un disastro".

E prima ci sarà da finire l'annata per la Juventus, ancora in corsa per il secondo posto e la vittoria dell'Europa League.

"C'è da nobilitare un impegno fondamentale per la stagione bianconera, contro una squadra che in quella manifestazione non risente affatto della posizione occupata nella Liga. E negli ultimi dieci anni, il Siviglia la coppa l'ha avuta più in casa che esposta a Nyon. Poi, a mio parere, il gol di Gatti ha il suo perché, specialmente nel momento in cui ti recherai a giocare in un ambiente caldo come quello del Sanchez Pizjuan. Sarebbe stato delittuoso andare lì col risultato obbligato, per me la Juve può fare la sua gara e mettere in difficoltà l'avversario. Cominciare da 1-1 non è un fattore da poco".

Si ringrazia Angelo Gregucci per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.