Juve, guarda e impara: l’Atletico Madrid può essere il tuo modello

10.04.2014 17:30 di  Nicola Iuzzolino   vedi letture
Juve, guarda e impara: l’Atletico Madrid può essere il tuo modello
© foto di Insidefoto/Image Sport

Nel calcio, si sa, come nella vita, c'è sempre da imparare. Migliorare e superare se stessi attraverso gli errori, le esperienze, proprie o altrui. E guardando soprattutto a quest'ultimi, alle vicissitudini di chi ci è già passato prima o lo sta facendo ora, la Juve può recepire insegnamenti preziosi, lezioni importanti, da immagazzinare e riutilizzare a suo favore per il futuro che verrà. Esempio lampante, manifesto, di modello calcistico da imitare per la squadra di Conte, è senz'altro l'Atletico Madrid delle meraviglie del Cholo Simeone, che da un paio di anni a questa parte si è guadagnato elogi e attestati di stima da parte di Spagna, Europea e mondo interno. Dopo l'ennesimo miracolo sportivo, l'ennesima prova di forza, nella magica serata del Vicente Calderon i Colchoneros hanno raggiunto, after due faticosissime gare con i mostri sacri del Barça, una semifinale storica nella massima competizione europea, andandosi ad inserire a buon diritto tra i quattro migliori club del continente occidentale tutt'ora in attività. Ma le radici di questi risultati, di questi frutti prodigiosi che comprendono anche un primato in solitaria nella Liga spagnola, non vanno ricercati nella stagione attuale, quella ancora in corso d'opera e al momento da completare, ma bensì nelle primavere passate, dove il mister dei biancorossi, Diego Simeone, ha avviato il proprio progetto di trionfi e successi. Arrivato sulla panchina dei madrileni nel dicembre del 2011, il Cholo ha intrapreso un percorso sportivo mirante a degli specifici obiettivi stagionali, che nel corso degli anni e dei campionati sono andati via via modificandosi e sviluppandosi verso l'alto.

Partendo da un quinto posto nell'annata 2011-12, ma condito dalla vittoria a sorpresa dell'Europa league e della supercoppa UEFA con il Chelsea, i Colchoneros si sono piazzati l'anno successivo terzi con 76 punti in classifica, a +10 sul Real Sociedad quarto e a -9 dal Real Madrid secondo, andando però a sciupare nei sedicesimi di Europa League la qualificazione agli ottavi con i russi del Rubin Kazan. Deturpati della loro punta di diamante Falcao, ma con uno sconosciuto (ai tempi) Diego Costa in più, gli uomini di Simeone sono andati via via infilando una serie di risultati utili consecutivi nella stagione (attuale) 2013/14, approfittando degli scivoloni illustri delle due regine di Spagna (Real e Barça) ed impadronendosi superbamente della cima della classifica con merito e fatica. Nuovamente nella massima competizione europea dopo un esilio durato ben 3 anni, l'Atletico si è meritato di passare, dopo una fase a gironi in cui ha letteralmente passeggiato sugli avversari, agli ottavi di finale diretti contro il Milan, superando grandiosamente gli inermi rossoneri e raggiungendo facilmente senza incidenti di percorso gli avversari nazionali blaugrana nei quarti di coppa. Con un pareggio per 1-1 al Camp Nou ed uno stoico 1-0 in terra madrilena, i biancorossi sono riusciti a guadagnarsi sorprendentemente le semifinali di Champions League con le migliori tre del continente, nelle quali nessuno si sarebbe immaginato mai ad inizio stagione di vedervi partecipare come protagonisti i madrileni. Con una metodologia del lavoro basata sul sacrificio e lo sforzo, ed un gruppo che, amalgamato di ottimi giocatori, ha saputo fare dell'unione e della compattezza il proprio punto di forza, senza però tarpare le ali alle individualità più prorompenti, sono arrivati quei risultati e quei successi che oggi, all'indomani della vittoria sul Barcellona, tutti noi ammiriamo e guardiamo con rispetto, nella speranza di poter rivedere e vivere in futuro in realtà a noi più vicine e sicuramente più care. Ma finché nel nostro stivale non si darà il tempo e lo spazio a chi vuole vincere di crescere e maturare tranquillamente, la strada da percorrere per raggiungere trionfi significativi, sarà ancora lunga e tortuosa. Perché se una cosa è certa in questo sport, è che col duro lavoro e con l'impegno quotidiano gli obiettivi più alti, i traguardi più ambiti, vengono indubbiamente raggiunti nel corso del tempo prima di quanto uno si possa immaginare, e che se qualcuno spera invece di ottenere tutto quanto e subito senza dover pazientare un minimo d'attesa, allora può rimanersene beatamente ignorante nella propria irrequietezza, aspettando insulsamente di raggiungere qualcosa che senza operosità né diligenza arriverà mai.