Dentro o fuori, alibi finiti. Ma attenzione a darci per morti...

28.09.2015 09:00 di  Giuseppe Monzù   vedi letture
Dentro o fuori, alibi finiti. Ma attenzione a darci per morti...

Il campionato, né la Champions League finiscono a settembre. Guardandosi in giro, tolto il solito Bayern Monaco partito come sempre col piede sull'acceleratore, altre grandi d'Europa non se la passano molto meglio: Barcellona che fatica e perde Messi per due mesi, Chelsea partito in Premier League con il piede sbagliato, City che ha inanellato due brucianti sconfitte dopo quella patita contro la Juventus.

Le "buone" notizie finiscono qui. Perdere a Napoli ci può stare ma quello che non va é altro.

Oramai é chiaro a tutti, tifosi e non, che é l'atteggiamento ad essere sbagliato. Per una società come la Juventus, é INACCETTABILE continuare ad inanellare prestazioni del genere: troppa paura, centrocampo sempre in affanno, si corre troppo appresso alla palla, come accade nei campi di periferia. La difesa viene perforata e l'attacco non incide.

Tutti responsabili, nessuno escluso. A proposito: sciarpa e voce sono pronti per Siviglia e Bologna (pre-sosta) e Inter (post-sosta) o intendiamo caricare i giocatori solo quando vincono? L'Inter questa sera é stata fermata, quindi calma con gli isterismi.

Certo, la confusione regna sovrana: gli infortuni sono una minima e parziale attenuante, ma le Juventus viste finora sono state troppe, generando smarrimento in chi la partita la guarda e, purtroppo, anche in chi la partita la gioca. Non giochiamo però a condannare troppo presto: Allegri ha di certo le sue responsabilità, così come - a maggior ragione - le responsabilità sono di chi scende in campo. 

La Juventus non é una squadra qualunque, la Juventus é la Storia ed alla Juventus giocatori, allenatore, dirigenti e tifosi sono una cosa sola. Allora, avanti: lo spogliatoio di Vinovo serva come collante e soprattutto come luogo dove far rinascere la "nuova" Signora, dove tutti - da Buffon a Zaza - si sentano in dovere di dire la loro su cosa non va e soprattutto su come sistemare le cose. La scossa che da tante parti si invoca, parte da qui. Non basta metterci la faccia, bisogna usare anche la testa, quella testa che ha permesso ad onestissimi giocatori - non fenomeni - di salire sul tetto d'Italia e del Mondo in questi decenni.

Senza volerci ergere ad allenatori, ci limitiamo ad evidenziare alcuni aspetti: Hernanes non può fare il regista basso (così come non può farlo Padoin...) per il semplice motivo che all'ottima visione di gioco in avanti, non corrisponde la capacità di interdire l'azione avversaria. Quelli che dicono "eh ma anche Pirlo perdeva palla", si ricordino quanti palloni recuperava l'ex 21 bianconero. Proprio per questo motivo, in quella posizione ed incrociando le dita per la loro salute, sono più indicati Marchisio e Khedira.

Ai fianchi del "finto" regista basso, oggi come oggi non é una questione di uomini ma di zona di gioco: contrariamente agli anni scorsi, non ci si può lanciare troppo verso l'inserimento in avanti, ma va coperta la zona difensiva. Tre potrebbe essere quindi il numero perfetto di interpeti in zona mediana.

Davanti? Al di là del risultato, il plus della serata di Manchester é di certo stata la volontà di sacrificio, che ha visto Morata - soprattutto - sacrificarsi in copertura. Senza voler spendere un centravanti largo ed assicurando una copertura efficace di tutta la fascia, le soluzioni potrebbero corrispondere ai nomi di Alex Sandro e Cuadrado. Un 4-3-3 capace di diventare 4-5-1 all'occorrenza.

In poche parole, al di là degli interpreti, va scelto uno schema di gioco che tutti i giocatori interpretino nello stesso modo: spinta in avanti e spirito di sacrificio in copertura.

E Dybala? L'esercizio di invocare sempre i panchinari o gli assenti quando non si vince, a queste latitudini non funziona. Il numero 21 bianconero deve avere il tempo di assorbire la filosofia bianconera, così come accaduto lo scorso anno - con eccellenti risultati - a Morata. 

E a chi dice "ma Dybala é una prima punta!" rispondiamo: Suarez nasce esterno o gioca in quel ruolo perché é quello di cui ha necessità il suo Barcellona?!

Qui non contano gli interpreti, qui conta la volontà di versare - fino alla fine - tutto il sudore che si ha in corpo, fino a che non si esce dal campo. E a chi, con buongusto mancante, si diverte a realizzare manifesti funebri con scritto JUVENTUS, va ricordata una sola cosa: non ci avete ucciso nel 2006, state attenti a darci per morti troppo presto...