Paramatti: "La Juve è stato il sogno di una vita. Oggi il calcio è solo business"
Arrivato alla Juventus nel 2000, Michele Paramatti ha vissuto da protagonista uno dei periodi più iconici della storia recente bianconera, culminato con lo Scudetto del 5 maggio 2002, che lui stesso definisce l’apice della propria carriera.
"Per me quelli a Torino sono stati due anni bellissimi - ha detto a Radio Biancoenra -. Arrivavo alla Juventus a 33 anni, quindi il mio ruolo era quello del comprimario pronto a dare una mano quando serviva. Ho collezionato una cinquantina di presenze e per me arrivare alla Juve è stato coronare un sogno, perché ero un grande tifoso bianconero". Un sogno legato anche a un idolo preciso: Michel Platini. "Era il mio mito. Quando oggi lo incontro sui campi da golf glielo ricordo sempre".
Paramatti non nasconde però una visione critica sul calcio moderno: "Oggi sono uscito completamente dal calcio, non mi ci ritrovo più. Prima era passione che poi diventava lavoro, ora molti ragazzi si avvicinano pensando prima a guadagnare facilmente. È diventato uno sport improntato quasi solo sul business".
Il salto dalla Bologna alla Juventus fu uno shock positivo: "Al primo allenamento in ritiro ero costretto ad andare a mille e facevo fatica a stare dietro agli altri. Lì capisci la differenza tra una grande squadra e una grandissima squadra, e quanto conti la competitività interna".
Infine, un pensiero per due ex compagni oggi allenatori: "Conte aveva già allora la mentalità da tecnico: un super professionista, sempre dedito al lavoro. Sono felice per il suo successo. Mi auguro che anche Tudor possa togliersi grandi soddisfazioni, magari con un pizzico di fortuna".
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