Longari (Sportitalia): "La credibilità della Juventus passa attraverso una firma"

Nel suo editoriale per Sportitalia.com, l'esperto di mercato, Gianluigi Longari, spiega il progetto della Juventus del futuro. Le sue considerazioni: "Avevamo sottolineato già qualche settimana fa, tanto per fare un esempio concreto, quanto fosse stata meritevole di fiducia la scelta di interpretare la gestione di un problema ereditato come quello legato a Vlahovic.
Un caso spinoso di cui l’attuale management non può avere nessun genere di responsabilità, affrontato di petto e con fermezza. Valutando da una parte i rischi d’impresa, ma dall’altra anche i possibili riscontri (arrivati con puntualità) sul campo. Tenendo fede al blasone insito nei colori rappresentati, e senza farsi piegare da offerte al ribasso anche da parte di rivali storiche soltanto per evitare una perdita nell’immediato ma senza lungimiranza e visione per il futuro.
Scelta rischiosa, ma orgogliosa e identitaria, e per questo da applausi. Vada come vada, compreso se le sirene di top club come il Barcellona o big di Premier dovessero risultare irresistibili per il serbo e per il suo entourage.
La scorsa settimana, al contrario, avevamo messo in luce una decisione presa da Comolli che ci convinceva decisamente di meno. Mutilare un gioiello assoluto ed inequivocabile come l’area scouting più produttiva d’Italia per risultati conseguiti e calciatori portati ai massimi livelli, è oggettivamente una scelta azzardata.
Rinunciare a quel meccanismo sinergico e sincronizzato di sintonia tra le varie branche del club, fondamentale per convincere i talenti reperiti in giro per l’Europa a scegliere proprio la Juventus anziché altri top club proprio in virtù di un progetto chiaro e scandito, lascia perplessi.
Ancor di più la decisione di affidarsi alla consulenza di agenzie esterne che, per quanto preparate e capillari, non possono certamente avere la stessa contezza della progettualità che ha portato campioni in erba come Hujisen o Barrenechea a sposare la via maestra che quella Juventus aveva assicurato loro. Mantenendo peraltro sia le promesse che le aspettative e portando a risultati senza precedenti, che fossero sportivi o prettamente economici. Figuriamoci nel caso di progetti di fuoriclasse il cui talento è oggettivamente impossibile da confinare in una categoria basata sull’età come Kenan Yildiz.
E da Yildiz si apre l’ultimo capitolo di questa riflessione, quello cui il progetto della Juventus di oggi e di domani legga a doppio filo la propria credibilità.
Kenan Yildiz arriva alla Juventus sull’onda di un moto d’orgoglio, di una grandeur d’altri tempi cui una società come quella bianconera non può permettersi di rinunciare.
All’epoca il Bayern Monaco contattò per poi contrattualizzare Manuel Pisano, uno dei principali prospetti delle giovanili della Vecchia Signora. Classe 2006, Pisano accettò le lusinghe dei bavaresi abbandonando il percorso di crescita che la Juve aveva creato e studiato per il suo futuro, lasciando di fatto con un palmo di naso l’intero club.
La reazione cui abbiamo fatto riferimento poche righe più sopra, fu esattamente quella che deve ispirare la gestione della trattativa per il rinnovo di Kenan Yildiz al giorno d’oggi. Quella di un top club senza timori reverenziali nel lanciare la sfida ad un altro gigante del calcio, al punto da andargli a sottrarre a sua volta il suo principale progetto di fuoriclasse.
Fu così che nell’estate del 2022 la Juventus portò lo smisurato talento di Yildiz a Torino dalla Baviera, peraltro in scadenza di contratto. Pochi mesi furono sufficienti per rendersi immediatamente conto che le stimmate erano quelle del predestinato, e che i campionati giovanili per quanto formativi, non riuscivano a contenere una mole di talento come quella del turco, che esondava settimana dopo settimana.
Non è un caso che Yildiz a soli 20 anni sia già da quasi due stagioni e mezzo nel giro della prima squadra addirittura convincendo il club ad affidargli il peso di una maglia leggendaria come quella numero 10 della Juventus.
Parliamo di un predestinato, un fuoriclasse destinato a dominare la scena del calcio continentale nel prossimo decennio abbondante e probabilmente l’unico calciatore bianconero che avrebbe le qualità per poter far parte delle squadre più forti della storia bianconera.Un calciatore raro, che la Juventus deve blindare con un rinnovo all’altezza della sua prospettiva ma anche dei riscontri che già snocciola sui rettangoli verdi d’Italia e d’Europa settimana dopo settimana. Che le grandi del Vecchio Continente siano pronte a costruire ponti d’oro al numero 10 della Juventus per accaparrarsi il gioiello più prezioso di Madama fa parte del gioco. Ma che i bianconeri trovino la maniera per accontentare ogni genere di ragionevole pretesa di un talento di questa portata, è un aspetto che deve rimanere altrettanto fuori discussione. Un club che ha un gioiello di questa portata in casa, se vuole costruire un progetto credibile, non può farlo prescindere da una firma che lo leghi a sé e lo erga a simbolo indiscutibile di ciò che questa squadra ha rappresentato nelle pagine più gloriose del suo passato. E che deve tornare a scrivere al più presto possibile".
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