Gazzetta - Parte il Ramadan, digiuna anche Sissoko

23.08.2009 11:45 di  Francesco Cherchi   vedi letture
Fonte: Gazzetta dello Sport
Gazzetta - Parte il Ramadan, digiuna anche Sissoko
TuttoJuve.com

Sono musulmani e anche cal­ciatori. Allah e il dio pallone, in­sieme. Una convivenza compli­cata per un mese all’anno: ieri è iniziato il Ramadan, mese sa­cro di digiuno ed astinenza per l’Islam. Dall’alba al tramonto i musulmani devono rinunciare alla vita sessuale e al fumo, ma soprattutto non possono né be­re né mangiare. Insomma, per 30 giorni cambiano i bioritmi di un atleta. Troppo per il cal­cio ad alti livelli? E il rendimen­to in campo ne risente?
Sisso e Kharja
Weah ai tempi del Milan aveva trovato una so­luzione, un po’ curiosa per la verità: il liberiano pensava a giocare e un amico digiunava al posto suo. Troppo facile co­sì, più difficile fare come Sisso­ko. Il mediano della Juve, mu­sulmano osservante, pratica il Ramadan in maniera integra­le: allenamenti e partite senza bere e mangiare fino al tramon­to. E non è un caso che, duran­te questo mese, il maliano dia il meglio di sé quando si gioca in notturna, dopo essersi idratato e alimentato. Come lui anche Houssine Kharja, marocchino neoacquisto del Genoa: anche lui al vero Ramadan non rinun­cia mai, anche a costo di fatica­re più degli altri. Grande fede e professionalità estrema.

E pa­zienza se si rischia qualcosa, co­me spiega Tamara Pamich, me­dico dello sport: «Soprattutto in questo periodo il rischio disi­dratazione è altissimo. Anche se sono mentalmente abituati, allenarsi senza bere e mangia­re è pur sempre pericoloso».
La regola
Non tutti comunque ce la fanno: i musulmani del calcio nostrano di solito preferi­scono seguire alla lettera la re­gola solo quando non ci si deve allenare e non ci sono partite in vista. Durante la stagione ago­nistica meglio non rischiare ed evitare rischi o complicazioni. Ce ne sono tanti: Papa Waigo della Fiorentina, Muntari del­­l’Inter, Ghezzal del Siena, Me­ghni e Makinwa della Lazio, Be­risa e Inler dell’Udinese. E poi un baby talento nostrano: Ste­phan El Shaarawi, genoano e savonese doc. E’ musulmano e c’è chi giura che tra non molto lo vedremo in maglia azzurra. Ma l’Islam consente deroghe al digiuno per loro? «Assoluta­mente no: non è possibile met­tere lo sport davanti alla fede. — spiega Abdel Hamid Shaari, portavoce della moschea di via­le Jenner a Milano — O fai il Ramadan o non lo fai, è una scelta di fede. Un buon musul­mano dovrebbe farlo e un uo­mo che guadagna così tanti sol­di potrebbe anche stringere i denti per un mese. E poi, non dimentichiamoci che anche nei Paesi islamici ci sono tanti calciatori osservanti...»