Fontana: "Scudetto? 0,1% in più alla Juve ma l’Inter …”

27.02.2021 18:30 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Fontana: "Scudetto? 0,1% in più alla Juve ma l’Inter …”
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L''ex  portiere dell'Inter Alberto "Jimmy" Fontana ha parlato a Fcinter908.it. Ecco le sue parole:

Partiamo dal derby di domenica: l'Inter, al di là del risultato, ha dato un segnale forte alle avversarie.

È stata una partita dove l'Inter ha dimostrato che per lo scudetto c'è. Era una partita non facile, lo 0-3 forse non è neanche un risultato giustissimo perchè il Milan a inizio secondo tempo poteva pareggiare e Handanovic ha fatto la differenza. Trane in quel momento, a livello di possesso palla e personalità è stata un'Inter molto bella, ha fatto altri passi in avanti. Rimango dell'idea che la squadra, da metà campo in su, ha sempre fatto benissimo, ha pagato qualcosa dietro, ma ora che ha ricominciato a giocare come sa l'obiettivo è alla portata.

Contro il Milan si è rivisto un Handanovic in versione super...

Quando ti chiami Handanovic in automatico le aspettative sono sempre altissime. Non sono d'accordo su alcune delle critiche che ha ricevuto quest'anno, è un giocatore che vorrei sempre nella mia squadra, lo ritengo un top. Sicuramente, essendo un uomo, qualche volta può aver sbagliato, ma spesso si è esagerato nei suoi riguardi.

Nel momento di maggiori critiche, in molti si sono chiesti come mai Conte non abbia mai concesso chance a Radu, nemmeno in Coppa Italia.

Un allenatore che vede tutti i giorni la squadra e che ha bene in mente anche gli equilibri, se fa delle scelte è perchè sono motivate: parto dal presupposto che da fuori non si possa entrare nel dettaglio. Secondo me Radu è un ragazzo molto interessante, poi è logico che Milano, San Siro e gli obiettivi dell'Inter sono qualcosa di molto difficile. Se Conte ha fatto una scelta di questo tipo ci saranno delle valide ragionoi. Rimango comunque dell'idea che Radu possa essere un patrimonio per il futuro nerazzurro.

Qualche giorno fa hai raccontato di come Conte ti avesse chiesto di raggiungerlo per giocare a Bari, ma il trasferimento non si concretizzò. Cosa ricordi di quei giorni?

Dovevo andare a Bari, Conte era l'allenatore: firmai il contratto, ma poi mi resi conto che fra l'essere tornato a casa dopo una lunga carriera, con un bambino piccolo... Le cose o le fai bene o non le fai, così chiamai Antonio e lo ringraziai della stima: avevo comunque 42 anni, non ero in grado di rispondere alle sue esigenze, lui è uno che vuole l'adrenalina al massimo, ti vuole sempre al massimo, non puoi permetteri di non essere al 100%, e così decisi di smettere. Lo vedevi anche quando giocava, è uno che non molla mai, che non abbassa la guardia, ci ha costruito una carriera incredibile e si è portato queste qualità in panchina. Gli schemi e le idee sono importanti, ma se non hai voglia di fare una scivolata in più, una corsa in più, un salto in più fai poca strada.

L'Inter viene ora indicata come la favorita per lo scudetto: cosa deve temere?

Parto dal presupposto che uno 0,1% in più ce l'ha la Juventus: dopo aver vinto 9 scudetti, con l'abitudine a stare a certi livelli, con la mentalità vincente che ha, per me rimane favorita. L'Inter si deve sempre guardare le spalle, anche se il gap si è ridotto moltissimo se non azzerato. La Juventus, con gli impegni in coppa, potrebbe perdere energie in una stagione che è molto particolare, è un campionato diverso da quelli passati. L'Inter, avendo raggiunto il livello dei bianconeri, con le energie in più che si ritrova potrebbe fare la differenza.

I prossimi impegni contro Genoa e Parma sembrano le classiche trappole da evitare...

Chi vince lo scudetto non lascia punti contro le medio-piccole, è lì che si fa la differenza a fine campionato. Una squadra matura, contro avversari di livello inferiore, se non brilla deve comunque portare a casa i 3 punti, per quello mi piacciono allenatori sempre sul pezzo come Conte, che tengono sempre alta la guardia: in Italia quando sei stra favorito se non ha l'atteggiamento giusto rischi di lasciare punti che poi possono fare la differenza. Il nostro campionato è diverso da quello inglese o spagnolo dove vinci 6-0 contro l'ultima: è per questo che la Serie A non è il campionato più bello ma, dal punto di vista di dispendio di energie fisiche e mentali, è sicuramente il più difficile.