Ferrara: "L'Intercontinentale del '96? Gara decisa da una prodezza, ma avremmo potuto chiuderla prima"

15.06.2025 12:15 di  Giuseppe Giannone   vedi letture
Ferrara: "L'Intercontinentale del '96? Gara decisa da una prodezza, ma avremmo potuto chiuderla prima"
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Intervenuto al sito ufficiale della Juventus, Ciro Ferrara, ex difensore dei bianconeri, racconta le emozioni del giocare, e vincere, la Coppa Intercontinentale, antenata del Mondiale per Club, nel 1996, battendo in finale a Tokio gli argentini del River Plate: "

Quando penso a quella sfida, mi torna in mente prima di tutto il viaggio d’andata: se non vado errato, avevamo appena vinto contro il Manchester United in coppa e da lì partimmo per raggiungere Tokyo. Sull’aereo, proprio io, mi feci dare una piccola telecamera e riprendevo tutti i ragazzi assonnati - dico questo per fare capire qual era lo spirito con cui andavamo a giocarci una finale così importante. La lontananza dalla nostra realtà europea non ci faceva capire fino in fondo il peso di quella sfida, me ne resi conto anche quando siamo arrivati, perché ricordo che anche mister Lippi disse: “Per evitare problemi di fuso orario appena arrivati in hotel mangiate e poi uscite a fare un giro per la città, in modo da poter recuperare prima e abituarci”. Non appena siamo saliti sul pullman però, eravamo tutti mezzi addormentati.

Un modo insomma profondamente diverso da quello che avevamo vissuto in Champions League, anche se non credo esista un modo corretto e giusto di approcciare: anche gli avversari si preparano allo stesso modo, non c’è una regola scritta. Nel corso della gara avevamo avuto diverse occasioni, nonostante sia stata decisa poi da una prodezza, ma avremmo potuto chiuderla prima. Non c’è in realtà un modo unico per prepararsi a queste partite: in quell’occasione eravamo tranquilli, mentre se penso al prepartita di Juventus-Ajax di Champions League, faticavamo a dormire, non riuscivamo a tranquillizzarci. Poi per fortuna ci ha pensato Alex, con una rete fantastica che ci portò al successo e ci guidò sul tetto del mondo".