Cardia: "Spalletti troverà una Juve piccola forse come non mai"

Cardia: "Spalletti troverà una Juve piccola forse come non mai"TuttoJuve.com
Oggi alle 10:10Altre notizie
di Giuseppe Giannone

Direttamente dalle pagine di "TMW", il collega Ivan Cardia si sofferma sull'avvento, ormai prossimo, di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus: "

Se Luciano Spalletti sarà l’allenatore giusto per trascinare questa Juventus fuori dalle sabbie mobili, lo diranno soltanto il tempo e il campo. Per esperienza, qualità e carisma, non c’è nessuno più adatto di lui. Peccato che, non certo per colpe sue, arrivi in ritardo. Al triplice fischio di Norvegia-Italia, mentre calava l’azzurro tenebra sulle speranze mondiali della Nazionale ed era chiaro che la sua avventura da commissario tecnico fosse al capolinea, in tanti ne avevano immaginato l’approdo in bianconero. Troppo pericolante la panchina di Igor Tudor, arrivato come traghettatore e confermato con ben poca convinzione - non solo all’apparenza, visti i successivi sviluppi - in attesa di puntare su altri. Non per Damien Comolli: incassati i no di Conte e Gasperini, ha optato per allungare l’esperienza del croato oltre un Mondiale per club in cui la Juve non ha fatto male, ma non si capisce nemmeno come potesse fare peggio. Con quasi quattro mesi di ritardo, il dg bianconero si è risolto a chiamare Luciano, pronto a rimettersi in pista.

È un ritardo che può pesare sull’avventura juventina di Spalletti. Già calarsi nuovamente dal ruolo di ct a quello di allenatore di club non è un passaggio banale: la Nazionale è un punto di arrivo, Conte è tra i pochissimi ad aver fatto bene anche dopo averla salutata. Luciano non avrà il tempo per preparare la squadra come è solito fare e anche la sosta rappresenterà un’occasione passeggera: più gli assenti che i presenti. Dovrà gestire tutte le contraddizioni di una squadra e di uno spogliatoio su cui ha sbattuto la testa Tudor, che paga colpe sue ma anche altrui nel costruire la rosa. Una su tutte: di tre centravanti per un posto, il migliore è quello su cui non ha alcun senso puntare nel lungo periodo. Su Dusan Vlahovic, Spalletti dovrà fare una scelta: o è titolare o non c’è. Dato che le esclusioni hanno una matrice contrattuale ma non tecnica, l’elefante in panchina non aiuta nessuno, né il centravanti serbo né Openda e David. L’ex ct ha già gestito Totti, Icardi, Insigne: sa come si fa. Ma magari sceglierà l’altra strada.

Spalletti, soprattutto, trova una Juve piccola come è stata poche volte nella sua storia, forse mai. Non vince lo scudetto da cinque anni e molto probabilmente arriverà a sei. Dall’addio di Marotta si è rotta la magia, da quello di Agnelli i bianconeri sembrano intrappolati nel giorno della marmotta. Ogni stagione è l’anno zero, si riparte sempre da capo. In questo processo di perenne e patologico rinnovamento, il club più scudettato d'Italia ha fagocitato un grande dirigente come Cristiano Giuntoli e un allenatore che prima o poi tornerà alla guida di una big come Thiago Motta. Hanno commesso i loro errori, ma con loro almeno si immaginavano un percorso, un’idea, un orizzonte a cui puntare. Poi magari la strada era sbagliata, ma almeno c'era qualcosa. Spalletti non parte da questi presupposti, perché il timing è tutto, nel calcio come nella vita, e a chi arriva in corsa si può chiedere di aggiustare, non certo di costruire, specie nell’immediato. È molto probabile che sia l’allenatore giusto per far dimenticare alla Juventus il pantano, di sicuro arriva al momento sbagliato".